Santo Stefano, storia e tradizioni della festa del 26 dicembre

Tra le tradizioni popolari di questo giorno c'è quella delle Propaggini

Foto di Jason Goh da Pixabay
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Pubblicato ore 07:00

Oggi, 26 dicembre, si festeggia Santo Stefano, ma non tutti conoscono la sua storia. Stefano è definito protomartire, cioè è stato il primo cristiano ad avere dato la propria vita per testimoniare la propria fede nel Signore e per la diffusione del Vangelo.

Stefano fu accusato di blasfemia e condannato alla lapidazione, tra i suoi principali accusatori c’era anche Saulo di Tarso che poi si sarebbe convertito diventando San Paolo.

Questo giorno fu reso festivo in Italia solo nel 1947, ma su richiesta dello Stato e non della Chiesa: l’obiettivo era di prolungare le feste di Natale, un po’ come succede già per il lunedì dell’Angelo, la Pasquetta, che segue il giorno di Pasqua.

Santo Stefano si festeggia non solo in Italia ma anche in Austria, Croazia, Città del Vaticano, Danimarca Germania, Irlanda, Romania, San Marino e Svizzera italiana.

La Festa delle Propaggini

In Italia il 26 dicembre si celebra una delle tradizioni popolari più note: si tratta della Festa delle Propaggini che apre le lunghe danze del Carnevale di Putignano. La ricorrenza è legata alla traslazione delle reliquie di Santo Stefano del 1394 e unisce sacro e profano: da un parte, il ricordo di un importante episodio religioso, dall’altra, una festa radicata nella tradizione di Putignano, dal tono dissacrante e satirico.

Nel 1394 la costa pugliese è assediata dai Saraceni che tentano di attraccare e saccheggiare i paesi. Per il popolo locale è importante proteggere le cose preziose del territorio, in particolare le reliquie di Santo Stefano Protomartire.

Putignano viene scelta come meta del trasferimento, data la sua posizione strategica, così il 26 dicembre 1394 le reliquie del Santo furono traslate a Putignano con un corteo sacro. Ed è in questo momento che la storia si intreccia alla leggenda perché secondo la tradizione, alcuni contadini impegnati nell’innesto delle viti con la tecnica della propaggine, al passaggio della processione abbandonarono i campi per accodarsi al corteo, ballando, cantando e improvvisando versi satirici in vernacolo, da qui nasce la Festa delle Propaggini: il cuore pulsante della festa è una pacifica sfida in vernacolo a suon di satira. Protagonisti sono i “propagginanti” in abiti da contadino e con gli attrezzi da lavoro.

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