Giro d’Italia, Ganna: «Nella prima parte ho faticato a trovare la pedalata giusta»

Filippo Ganna dopo la cronometro di Perugia
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Tecnicamente, come sempre, non c’è nulla da dire alla cronometro di Filippo Ganna. È solo successo che ha di nuovo trovato qualcuno che gli ha portato via una vittoria che sembrava in pugno. E il dispiacere maggiore che Filippo proverà è quello di essere alla corsa rosa per vincere le due cronometro e vedersene portare via una da un corridore che non è uno specialista e che è qui per la maglia rosa (che può certo ottenere vincendo le tappe quelle dure). Quei corridori così si definiscono alieni, per essere precisi. E l’alieno in questione è Tadej Pogacar.

Appena dopo l’arrivo, sfinito, Ganna non è andato subito a sedersi sulla hot seat. Prima ha bevuto velocemente due bottigliette d’acqua, poi per un po’ ha cercato di riprendersi seduto su degli scalini. Solo dopo è riuscito a raggiungere quella sedia, tanto avrebbe avuto due ore abbondanti prima dell’arrivo di chi lo poteva e lo ha impensierito. Quando ha visto la vittoria di tappa sfuggirgli di mano, mentre Plapp che gli ha fatto compagnia ha provato ad avvicinarsi per un abbraccio consolatorio, Ganna è riuscito solo a dire «C’est la vie», poi si è alzato e se ne è andato.

Prima di sapere l’esito della gara, però, era già titubante su come sarebbe potuta andare a finire. La sensazione di non essere stato brillante nella prima parte, quella in cui Tadej ha perso, lo assillava. «Più che sulla salita, all’inizio non riuscito a trovare il passo. Ero sempre alla ricerca del rapporto e non trovavo la pedalata giusta. Poi arrivavano raffiche di vento che si facevano ben sentire. Non voglio essere pessimista, ma la vedo dura». Sembra quasi che se lo sentiva.