Anche se crediamo che sia stato molto tempo fa, non è passato tanto da quando i fan delle serie vivevano una vita senza piattaforme streaming. Guardare serie un episodio dopo l’altro, sfruttare la possibilità di metterle in versione originale sottotitolata, vederle nel momento della giornata più comodo, è ormai la norma. Ma c'è stato un tempo in cui guardare le serie era molto più scomodo, e poi per qualche motivo le cose sono cambiate. Probabilmente la necessità del pubblico di piattaforme streaming è venuta prima delle piattaforme stesse.

Una delle serie per cui sembra che siano nati i social network e le piattaforme streaming è stata Lost. Non possiamo nemmeno immaginare come sarebbe stato questo fenomeno nell'era di Twitter. Forse la serie di Lindelof e JJ Abrams ha incoronato il genere thriller televisivo fantascientifico di quegli anni, ma ce n'è un'altra forse ingiustamente sottovalutata.

The 100 è arrivata tre anni dopo Lost e ha vissuto il cambio generazionale e distributivo. È rimasta forte per 7 stagioni e non meno di 100 episodi, una cifra tonda che rende anche ironicamente onore al suo nome. E, per coloro che non l'anno vista in quel momento o si sono persi lungo la strada in quegli anni di cambiamento, The 100 è ora integralmente su Netflix ed è ancora possibile godersi i suoi intrighi e le sue avventure fantascientifiche.

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Netflix

The 100 è una di quelle serie che, nonostante duri 100 episodi, cattura fin dalla sua premessa. La storia ci porta 97 anni dopo una guerra nucleare che ha distrutto la civiltà. Ci sono solo i sopravvissuti di un'astronave che da tre generazioni non mettono piede sul loro pianeta d'origine.

Quando è trascorso quasi un secolo dal loro esilio, decidono di verificare se la vita sul pianeta sia nuovamente possibile. Lo fanno inviando con 100 minorenni delinquenti che avevano rinchiuso. La loro giovinezza e forza li rende adatti a un test di sopravvivenza, e i loro crimini meritano una punizione se le cose si mettono male...

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Netflix

Arriviamo così su un pianeta rimasto senza abitanti per 97 anni con l'aiuto di 100 giovani criminali che non avevano mai messo piede fuori dalla nave. Ma la storia non si ferma qui e assumono grande importanza anche la politica e la lotta per il potere a bordo della nave, così come la vita di questi giovani sulla Terra, divisi tra chi vuole informarsi e restare in contatto con la nave e chi vuole rinunciare alla missione e fuggire verso la nuova vita in questo ambiente pericoloso senza voltarsi indietro.

Articolo tradotto da collaboratori esterni, per info e collaborazioni rivolgersi alla redazione.

DaFotogramas ES
Headshot of Rafael Sánchez Casademont
Rafael Sánchez Casademont

Rafael es experto en cine, series y videojuegos. Lo suyo es el cine clásico y de autor, aunque no se pierda una de Marvel o el éxito del momento en Netflix por deformación profesional. También tiene su lado friki, como prueba su especialización en el anime, el k-pop y todo lo relacionado con la cultura asiática.

Por generación, a veces le toca escribir de éxitos musicales del momento, desde Bizarrap hasta Blackpink. Incluso tiene su lado erótico, pero limitado, lamentablemente, a seleccionarnos lo mejor de series y películas eróticas. Pero no se limita ahí, ya que también le gusta escribir de gastronomía, viajes, humor y memes.

Tras 5 años escribiendo en Fotogramas y Esquire lo cierto es que ya ha hecho un poco de todo, desde entrevistas a estrellas internacionales hasta presentaciones de móviles o catas de aceite, insectos y, sí, con suerte, vino. 

Se formó en Comunicación Audiovisual en la Universidad de Murcia. Después siguió en la Universidad Carlos III de Madrid con un Máster en Investigación en Medios de Comunicación. Además de comenzar un doctorado sobre la representación sexual en el cine de autor (que nunca acabó), también estudió un Master en crítica de cine, tanto en la ECAM como en la Escuela de Escritores. Antes, se curtió escribiendo en el blog Cinealacarbonara, siguió en medios como Amanecemetropolis, Culturamas o Revista Magnolia, y le dedicó todos sus esfuerzos a Revista Mutaciones desde su fundación. 

Llegó a Hearst en 2018 años y logró hacerse un hueco en las redacciones de Fotogramas y Esquire, con las que sigue escribiendo de todo lo que le gusta y le mandan (a menudo coincide). Su buen o mal gusto (según se mire) le llevó también a meterse en el mundo de la gastronomía y los videojuegos. Vamos, que le gusta entretenerse.