Cancro alla prostata: come scoprirlo con l'esame delle urine | Gazzetta.it
Il test delle urine che rivela il cancro alla prostata: come funziona

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Il test delle urine che rivela il cancro alla prostata: come funziona

Niente esami invasivi o analisi del sangue. Basta un campione di urine per rilevare la forma grave della malattia

Giacomo Martiradonna

Il cancro alla prostata è una malattia che colpisce principalmente gli uomini over 40. Per una diagnosi precoce in questa fascia d'età, è consigliabile sottoporsi a screening specifici, tenendo conto anche della familiarità e dell'origine etnica. Uno dei test più diffusi è quello del PSA (Antigene Prostatico Specifico), un esame che misura i livelli di una specifica proteina nel sangue. Un valore elevato di PSA può essere un campanello d'allarme, ma non sempre indica la presenza di un tumore o di una patologia oncologica grave. Esistono infatti diversi fattori che possono alterare il PSA, rendendo talvolta il test inconcludente, per esempio un'ipertrofia prostatica, un'infezione alla prostata, una recente attività sessuale o persino l'esercizio fisico intenso possono influenzare i risultati del test. Di fatto, meno del 25% degli uomini con un PSA elevato presenta effettivamente un tipo di cancro alla prostata che richiede un trattamento immediato.

Fortunatamente, oggi c'è a disposizione un nuovo strumento che può aiutare a semplificare il percorso diagnostico: MyProstateScore2.0 (MPS2).

Il test delle urine che rivela il cancro alla prostata: come funziona

Cancro alla prostata e test sulle urine

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MPS2 è un test genetico non invasivo basato sulle urine, clinicamente testato per determinare il rischio individuale di cancro alla prostata di alto grado, il più aggressivo e preoccupante. Analizzando 18 geni specifici, il test fornisce un punteggio di rischio personalizzato che indica la probabilità di avere un tumore di questo tipo. A differenza del PSA, che si limita a misurare un livello proteico che può variare per diverse ragioni, MPS2 indaga direttamente sui geni legati alle forme più aggressive di cancro alla prostata. Ciò lo rende uno strumento più specifico e accurato nell'identificare i tumori realmente pericolosi. Un risultato negativo all'MPS2 è un'ottima notizia: significa che la probabilità di avere un cancro aggressivo è molto bassa, quasi del 100%.

vantaggi di mPS2

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I test di nuova generazione permettono di evitare inutili biopsie invasive e momenti di ansia per il paziente, con un notevole risparmio tra l'altro per il sistema sanitario. I vantaggi sono diversi:

  • maggiore accuratezza nella diagnosi del cancro alla prostata aggressivo;
  • riduzione delle biopsie non necessarie;
  • maggiore tranquillità per i pazienti con un risultato negativo;
  • monitoraggio continuo dei pazienti con un PSA elevato senza ricorrere a biopsie frequenti.

Entrando più nel tecnico, MPS2 ha dimostrato di essere efficace nell'identificare tumori classificati come Gleason 3+4=7 o Gruppo di Grado 2 (GG2) o superiori, che hanno quindi maggiori probabilità di crescita e diffusione. Rispetto ai mezzi di diagnostica tradizionali, MPS2 è in grado di evitare ridurre fino al 41% il numero di biopsie necessarie.

Il test delle urine che rivela il cancro alla prostata: come funziona

cancro alla prostata, quando preoccuparsi

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Il cancro alla prostata rappresenta una minaccia significativa per la salute maschile, soprattutto con l'avanzare dell'età. Sebbene la sua progressione sia spesso lenta, è fondamentale non sottovalutare i rischi e adottare strategie di prevenzione e soprattutto di diagnosi precoce. Età avanzata, familiarità e predisposizione genetica sono infatti fattori di rischio da tenere in considerazione.

Sintomi come difficoltà nella minzione, sangue nelle urine e dolore osseo possono manifestarsi solo negli stadi avanzati della malattia oncologica, rendendo la diagnosi precoce cruciale. L'esplorazione digito-rettale, il PSA e, se necessario, ecografia e biopsia, sono strumenti utili per una diagnosi accurata. La scelta del trattamento, tuttavia, varia a seconda dell'aggressività del tumore e dello stato di salute del paziente, e include opzioni come la sorveglianza attiva, la chirurgia, la radioterapia, la terapia ormonale e terapie farmacologiche di ultima generazione.

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