L'origine dei cognomi Ranieri, Assenza, Zisa, Giammusso
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Domenica, 12 Maggio 2024
Cognomen omen

Cognomen omen

A cura di Francesco Miranda

Etimologia, origine, significato, diffusione dei cognomi a livello provinciale e regionale: fenomeni migratori. Collegamenti e riferimenti storici sulle famiglie nobili siciliane, tradizioni popolari, personaggi del mondo della cultura, della politica, dell’arte, della cronaca. “Nomen omen”, locuzione latina che significa “un nome, un destino” o “il destino nel nome”: per i Romani nel nome della persona era indicato il suo destino, appunto “I cognomi come brand”, “marchio” che ti accompagna per tutta la vita, insieme dei valori che nel tempo le generazioni hanno costruito.

Cognomen omen

L'origine dei cognomi Assenza, Ranieri, Zisa, Giammusso

L'origine dei cognomi Ranieri, Assenza, Zisa, Giammusso.

Assenza

(come Giorgio Assenza, deputato regionale di Fratelli d’Italia))

Assenza dovrebbe derivare da un’alterazione del nome medioevale ASCENSIO o ASCENTIUM che significa “ascensione”, nome anticamente attribuito ai figli nati nel giorno dell’Ascensione di Gesù Cristo al cielo, fissato nella liturgia cattolica il giovedì successivo alla quinta domenica dopo Pasqua; il cognome ha diverse varianti: Assenzi, Assenzio, Assenzo. Si tratta di un cognome siciliano molto diffuso nel ragusano (Modica, Pozzallo, Vittoria, Scicli, ecc.) e nel siracusano (Rosolini, Siracusa, Augusta, Noto ecc.) ma presente anche in altre province: nel Catanese (Mazzarrone, Catania, San Gregorio di Catania), nel Palermitano (Alimena, Alia), nel Nisseno (Gela, Mazzarino).

Riferimenti storici e personaggi. Nel Nobiliario di Sicilia di Antonio Mango di Casalgerardo viene citata una nobile ed antica famiglia del Contado di Modica, Assenzo, Ascenso o Ascenzo che godette nobiltà anche i Girgenti, Trapani e Palermo: uno Stefano fu castellano di Naro e, “con pericolo della propria vita liberò la città di Girgenti dagli assassini che l’infestavano”. Molti altri membri di tale famiglia ebbero titoli e feudi a Palermo, Trapani e altri territori della Sicilia. GIORGIO ASSENZA (Comiso 8/10/1955), avvocato cassazionista, deputato regionale eletto nella lista Fratelli d’Italia, presidente del Gruppo Parlamentare Fdl,
componente della Commissione “Esame delle attività dell’Unione Europea”, della III Commissione “Attività produttive” e della “Commissione Parlamentare speciale Statuto e materia statutaria”. È presente all’ARS da tre legislature (XVI-XVII-XVIII). È stato presidente dell’Ordine degli Avvocati di Ragusa dal gennaio 2002 al gennaio 2019. CORRADO ASSENZA (Noto 1963), chef siciliano proprietario del Caffè Sicilia di Noto, rinomato per la sua pasticceria, e considerato il “Sancta sanctorum” dell’antica arte dolciaria siciliana. Assenza ha studiato agraria a Bologna prima di tornare in Sicilia per gestire la pasticceria di famiglia. Il suo
stile innovativo evita le forme perfette, preferendo esaltare i sapori autentici. È considerato un pioniere nella creazione di nuove combinazioni di sapori, combinando tradizione e precisione scientifica. La sua dedizione al lavoro artigianale e agli ingredienti locali è ammirata sia in Italia che all'estero. Negli anni Assenza ha conquistato numerosi premi e vari riconoscimenti. I prodotti del Caffè Sicilia, conserve, torroni, mielarò, frutta secca, pasta reale, biscotti e quant’altro, vengono spediti in Italia e in tutta l’Europa. ENZO ASSENZA (Pozzallo 8/10/1915 – Roma 22/11/1981), scultore, pittore, ceramista; nato in una famiglia legata all'arte e alla cultura, si trasferisce a Roma con il fratello Valente nel 1932. Grazie a contatti nei circoli culturali romani, organizza una mostra personale di successo nel 1934. Frequenta varie accademie d'arte e partecipa alla Biennale di Venezia nel 1935, dove una sua opera viene acquistata dal re. Dopo la guerra, continua a ottenere successi sia in Italia che all'estero, realizzando opere monumentali e ricevendo riconoscimenti prestigiosi. Muore improvvisamente nel 1981. Le sue opere sono esposte in vari musei e
collezioni private, in Italia e all’estero. Una via a Pozzallo porta il suo nome insieme a quelli dei fratelli Beppe e Valente.

Ranieri

(come Giovanni Ranieri, deputato e senatore del Regno d’Italia)

Ranieri è cognome panitaliano; Raineri è diffuso nell’Italia settentrionale, centro-occidentale, con ceppi nel Palermitano; Raneri ha ceppi in Sicilia, nel Messinese, nel Catanese, nel Trapanese. La base di questi cognomi è costituita dal nome di origine germanica e di tradizione francone e anche tedesca, “Raniero o Ranieri”, composto da “ragin” (terrore) e “harja “(in armi) = valoroso nelle armi. Il nome fu molto frequente nel medioevo, con diverse varianti regionali Rainiero, Rainero, Reniero e Rinieri. Ranieri è molto diffuso in Lombardia (Brescia, Como, Bergamo, Milano, ecc.) in Piemonte (Torino, Cuneo, ecc.), è noto in Sicilia, Liguria, Emilia-Romagna, Veneto, Lazio e in altre regioni italiane. Nell’Isola ha molte frequenze nel Messinese (Messina, Castell’Umberto, Barcellona Pozzo di Gotto, ecc.), nel Palermitano (Palermo, Marineo, Bagheria, ecc.), nel Catanese (Calatabiano, Randazzo, Gravina di Catania, ecc.); è noto nell’Agrigentino (Alessandria della Rocca, Licata, Menfi), nel Trapanese, nel Ragusano.

Riferimenti storici e personaggi - Questo nome è documentato in Italia a partire dal IX secolo nelle forme Reghinarius e Reginieri, e , quindi, dal X secolo, Rainerius, Renerius; in Toscana il nome Ranieri si diffuse per il culto di San Ranieri, vescovo nel XII secolo a Pisa e patrono di questa città...”(E. De Felice, Dizionario dei cognomi italiani”, Mondadori, Milano 1978). - Un Raniero Ranieri fu papa con il nome di Pasquale II (Bleda 1050 circa – Roma 21/1/1118) – 160^ papa della chiesa cattolica, dal 1099 fino alla morte (1118). GIOVANNI RANIERI (Borgo San Donnino, l’odierna Fidenza, 17/9/1858 – Roma 29/11/1944), politico,
studioso dei problemi dell’agricoltura, giornalista, consigliere di Stato, fu deputato per cinque legislature, dal 1905 al 1923, ministro dell’Agricoltura, industria e artigianato, ministro per la Ricostruzione delle terre liberate, senatore. Laureatosi presso la Regia Scuola Superiore di Milano nel 1879, insegnò agraria a Bologna e a Piacenza; qui, con l’appoggio di Luigi Luzzatti (1848/1929), ebbe l’idea di riunire in società cooperative gli agricoltori. Nacquero così i consorzi agrari, riuniti poi in una grande Federazione destinata ad un grande futuro: la Federconsorzi (Federazione Italiana dei Consorzi agrari) comprendeva due sezioni
speciali dirette da tecnici, una per il miglioramento della costruzione delle macchine agricole, l’altra per il razionale impiego dei concimi chimici. Pubblicò nel 1900 un testo su “L’utilizzo dei concimi chimici per il miglioramento produttivo dell’agricoltura”. Durante il ventennio Ranieri si ritirò dalla scena politica anche se nel 1923 era stato nominato senatore e primo presidente della Federazione nazionale dei cavalieri del lavoro. ANTONIO FRANCESCO RANIERI (Milano 1510/1560), poeta originario di Milano, autore, fra l’altro, di un sonetto pubblicato in una delle prime collane editoriali “Rime diverse di molti eccellentissimi autori
nuovamente raccolte”: il sonetto fu di ispirazione per l’umanista e poeta francese Joachin du Bellay. MARIA DANIELA RAINERI (1968), scrittrice e sceneggiatrice; ha scritto per la televisione e per il cinema. È stata coautrice della terza serie di “Camera Cafè”.

Zisa

(come Dario Zisa, attore, clown, mimo, artista di Strada)

Zisa è un cognome venuto dall’Islam; fa parte di quel gruppo di cognomi, Zizzi, Zizza, Zisa, che si rifanno ad Azīz, aggettivo che si traduce con “caro, amato, raro, prezioso, splendido, eccellente, incomparabile, eminente, superiore, potente, glorioso”: azīz è uno dei 99 appellativi di Allah. In siciliano azīz è passato con il significato di “elegante”: azzizzari, azzizzarisi in Sicilia valgono come “agghindare e agghindarsi”. Zizzo continua l’aggettivo e nome personale arabo maschile AZIZ; Zizza e Zisa dal femminile AZISA, con caduta della vocale iniziale A. (Cfr. Sebastiano Rizza: “Un cognome venuto dall’Islam). Alcune famiglie Zisa sono attestate in Lombardia, in Piemonte, Veneto, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna: ma il ceppo maggiore è in Sicilia, nel Ragusano (Santa Croce Camerina, Scicli, Vittoria, Ragusa, Comiso, Pozzallo, Modica, Ispica, Chiaramonte Gulfi, Acate), nel Siracusano (Siracusa, Pachino, Francofonte, Rosolini, Augusta, Noto, Lentini), nel Catanese (Catania, Tremestieri Etneo, San Gregorio di Catania, Sant’Agata Li Battiati, Fiumefreddo di Sicilia), nel Messinese (Messina, San Marco d’Alunzio), nel Palermitano (Palermo, Marineo), nel Nisseno (Niscemi, San Cataldo, Gela).

Riferimenti storici e personaggi. Zisa fu antica e nobile famiglia lombarda propagatasi, nel corso dei secoli, in diverse regioni italiane con insediamenti cospicui in Sicilia, detta Zisa o Zisi, le cui prime notizie certe risalgono al secolo XIII. Il Palazzo della Zisa, situato nel quartiere della Zisa di Palermo, è uno dei più importanti monumenti arabo-normanni di Palermo; fu costruito nel XII secolo durante il regno di re Guglielmo I di Sicilia; progettato come residenza estiva reale, rappresenta un capolavoro dell’architettura islamica in Sicilia. Il nome deriverebbe dall’arabo al-Aziz, che significa “splendida” o “nobile”. Il palazzo presenta elementi architettonici tipici dell’epoca, come i giardini pensili, le fontane e i canali che attraversano l’edificio e che servivano sia per scopi estetici che per rinfrescare l’ambiente durante i mesi più caldi. ALDO ZISA (Scicli 1959), pittore con vocazione paesaggistica; ha trascorso la sua infanzia a Scicli, città barocca e araba. Si poi trasferito a Messina dove ha iniziato a dipingere e ha partecipato a varie mostre di pittura contemporanea. La sua passione per il paesaggismo lo ha portato a vivere e lavorare a
San Marco d’Alunzio. Nella sua arte Zisa si ispira ai luoghi storici di Scicli e ai grandi pittori del post-impressionismo. Utilizza lo smalto su tela e si concentra sulla rappresentazione di angoli e scorci dei centri storici urbani, dove l’elemento del passato è predominante. Zisa da anni ricopre il ruolo di consigliere artistico presso la GADAM Gallery di San Marco d’Alunzio. DARIO ZISA (Rubano, Padova), attore, clown, mimo, artista di strada. La sua carriera è stata caratterizzata da una serie di spettacoli e collaborazioni, tra cui la creazione di uno spettacolo di pantomima bianca chiamato “Briciole di fantasia” e la partecipazione a
produzioni come “Arriva il Conte Von Tok” e “Super Show. Ha lavorato con diverse compagnie teatrali e ha curato la regia di vari spettacoli amatoriali. La sua esperienza lo ha portato anche in apparizioni televisive, come nel caso della trasmissione “Colpo d’Occhio”. Collabora con la compagnia teatrale “Il Gruppo del Lelio” di Bassano del Grappa.

Giammusso

(come Hugo Giammusso, pittore e vignettista)

Giammusso è cognome italiano di origine araba, deriva dal termine arabo “gamūs” che significa “bufalo”: è riferito probabilmente a soprannome di capostipite di evidente prestanza fisica o dedito all’allevamento di bufali. Il cognome ha il ceppo più consistente in Sicilia ma, ha diramazioni, più o meno consistenti, nel Lazio, in Lombardia, Liguria, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Campania, Marche, Veneto. In Sicilia ha diffusione più rilevante nell’Agrigentino (Campobello di Licata, Licata, Agrigento, Ravanusa, Grotte, Canicattì), nel Nisseno (San Cataldo, Caltanissetta, Gela, Serradifalco, Milena, Riesi), nel Catanese (Catania,
Aci Sant’Antonio, Acireale, Calatabiano, Pedara, Gravina di Catania, Tremestieri Etneo) ed anche nel Messinese (Messina, Taormina, Rometta), nell’Ennese (Barrafranca, Piazza Armerina, Enna, Pietraperzia), nel Palermitano (Palermo Terrasini).

Riferimenti storici e personaggi. HUGO GIAMMUSSO (Caltanissetta 31/1/1908 – Roma 22/6/1977), pittore e vignettista. Ha collaborato con diverse riviste (Il travaso delle idee, il Borghese, L’Elefante, Marc’Aurelio, il Cantachiaro) e ha ricevuto incarichi importanti, come la realizzazione della copertina del libro ufficiale dei Giochi della XVII Olimpiade di Roma del 1960; i suoi disegni per la Mostra d’Oltremare sono ancora conservati nell’archivio storico. È stato considerato come precursore della satira anticlericale che ha avuto un impatto significativo nel dopoguerra italiano. SALVATORE GIAMMUSSO (Napoli 19/2/1962), professore ordinario di Storia della filosofia presso il Dipartimento di studi umanistici presso l’Università “Federico II” di Napoli. È psicologo e si occupa di insegnamento e formazione. Ha pubblicato in Italia e all’estero diversi scritti su argomenti di Antropologia filosofica, Fenomenologia ed Ermeneutica. Tra i suoi contributi: “La forma aperta. L’ermeneutica della vita nell’opera di O.F. Bollnow” F. Angeli, 2008; “La passione che medita. L’etica di Descartes e il concetto di generosità”, La Scuola di Pitagora, 2023. MASSIMILIANO GIAMMUSSO (Gravina di Catania 20/12/1982), avvocato, funzionario amministrativo presso INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), sindaco del Comune di Gravina di Catania dal 2018. Dirigente regionale e provinciale di Fratelli d’Italia, è candidato alle elezioni europee 2024. FEDERICO MARIA GIAMMUSSO (Caltanissetta 27/6/1984), architetto, Funzionario architetto presso Ministero della Cultura e docente di Storia della Grafica e dell’Illustrazione in età contemporanea presso la Scuola di Alta Formazione e Studio dell’ICPAL (Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro), organo del Ministero della Cultura. È autore di saggi e articoli scientifici e ha svolto attività di ricerca e insegnamento presso il Dipartimento di Architettura di Palermo, dove attualmente insegna Disegno e Rappresentazione Informatica nel corso la Laurea in Disegno industriale come professore a contratto. È impegnato in progetti di ricerca e applicazione di nuove tecnologie per soluzioni transitorie ed esigenze immediate, istituiti dalla Direzione Generale Educazione e Ricerca del Ministero della Cultura.

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