Fra il recente annuncio dell’uscita nelle sale di The Lord of the Rings: The Hunt for Gollum prevista nel 2026, la seconda stagione de Gli Anelli del Potere in onda a partire da settembre 2024, l’anime The Lord of the Rings: The War of the Rohirrim in uscita a dicembre 2024, e il ritorno nelle sale della trilogia del Signore degli Anelli in versione rimasterizzata ultra 4k, i fan dell’universo di Tolkien hanno decisamente pane per i propri denti. È dall’uscita dell’ultimo capitolo della saga de Lo Hobbit, La battaglia delle cinque armate (2014), che non si sentiva così tanto parlare degli adattamenti delle opere dello scrittore inglese… in termini di “news”, certamente, poiché la passione verso le opere firmate da Sir Peter Jackson, in particolare, non si è mai affievolita. La trilogia del Signore degli Anelli pare non essere invecchiata di un solo anno, il che, a fronte della sempre più rapida evoluzione delle tecnologie impiegate nelle produzioni cinematografiche, è un dato assolutamente sensazionale. 

L’affezione di fan di tutto il mondo verso le opere di Jackson riguarda non solo la narrazione opulenta, le innovazioni tecnologiche e la capacità di aver portato il genere fantasy su un altro livello, ma anche i personaggi, la loro caratterizzazione da parte degli autori e degli interpreti, nonché le loro battute rimaste nella storia del cinema e nel cuore degli appassionati. Fra questi, il personaggio di Lady Galadriel mantiene uno status privilegiato all’interno della saga del Signore degli Anelli e dello Hobbit, uno status tale da aver indotto i vertici di Amazon Studios a scommettere sulla sua popolarità, affidandole il compito di protagonista della serie Gli Anelli del Potere. Certamente l’interpretazione di Galadriel da parte dell’attrice australiana Cate Blanchett ha saputo plasmare ulteriormente la popolarità di questo personaggio: un’interpretazione assolutamente in sintonia con le opere di Tolkien. 

Il ruolo di Narratrice nel prologo della Compagnia dell’Anello

Nonostante Galadriel venga ufficialmente introdotta nella saga del Signore degli Anelli quando la Compagnia dell’Anello giunge a Lothlórien, Peter Jackson decide di affidare un compito ulteriore a questo personaggio così misterioso. Infatti, Galadriel assume il ruolo di narratrice degli antefatti della Guerra dell’Anello: la sua voce, chiara e austera, racconta i fatti precedenti la partenza dello hobbit Bilbo Baggins dalla Contea, il quale decide di lasciare il suo “adorato Anello”, trovato nelle grotte degli orchi durante la sua avventura nella compagnia di Thorin Scudodiquercia alla riconquista della Montagna Solitaria, al cugino Frodo. Anello che si rivelerà essere l’Unico, appartenente a Sauron, e creduto perduto dopo l’assassinio del suo precedente portatore, Isildur figlio di Elendil. Tuttavia, le parole di Galadriel ci dicono molto di più degli avvenimenti precedenti la Terza Era della Terra di Mezzo. Le sue primissime parole, infatti, ci parlano di un sentimento del tempo, di una terra alla quale la razza degli elfi non appartiene più, essendo giunto il tempo della razza degli uomini:

I amar prestar aen. Il mondo è cambiato. Han mathon ne nen. Lo sento nell’acqua. Han mathon ne chae. Lo sento nella terra. A han noston ned ‘wilith. Lo avverto nell’aria. Molto di ciò che era si è perduto, perché ora non vive nessuno che lo ricorda. 

– Galadriel nel prologo de Il Signore degli Anelli: La Compagnia dell’Anello

Galadriel, dunque, non è solo un personaggio all’interno della trilogia di Peter Jackson, bensì la rappresentante di una razza che osserva dalle proprie aule il declino in un mondo che, oramai, è cambiato. Ella incarna, dunque, uno dei significati più profondi dell’opera tolkieniana, ossia l’incapacità di adattarsi al mutamento dei tempi. I regni di Lothlórien, di Gran Burrone e Bosco Atro, nella loro immutabilità quasi fallace, rappresentano l’ultimo porto sicuro di una razza in declino che, al termine della Terza Era, è destinata a solcare il grande mare per far ritorno in Valinor, il regno beato dei Valar.

Le “tre” Galadriel 

Oltre al significato del personaggio di Galadriel all’interno del racconto tolkieniano, è indubbio come l’interpretazione di Cate Blanchett abbia contribuito a plasmare l’iconicità della nobile elfa. Dopo aver preso parte a film come Elizabeth (S. Kapur, 1998), Il talento di Mr. Ripley (A. Minghella, 1999) e The Gift (S. Raimi, 2000), è proprio il ruolo di Galadriel a condurre al successo Blanchett, attrice australiana di origini francesi e inglesi. Sono il suo portamento regale, il suo sguardo al contempo caldo e freddo, e la sua fisicità aderente ai canoni della razza elfica a farne la perfetta incarnazione del personaggio creato da J. R. R. Tolkien. L’interpretazione misurata di Cate Blanchett traduce in immagini una Galadriel nobile e austera, capace di intimorire e affascinare. Alle sue parole confortanti fanno da contralto momenti enigmatici e fondamentali per la storia, come la Scena dello Specchio di Galadriel, oggetto capace di mostrare molte cose, “cose che furono, cose che sono, e alcune cose che devono ancora verificarsi”. Quando Frodo le offre l’Unico, ella tramuta voce e corpo nella versione femminile dell’Oscuro Signore, dimostrando non solo il fascino pericoloso dell’Anello ma anche l’estrema corruzione del suo potere volto per natura alla bontà. 

In riferimento a questa sequenza, è interessante notare come l’interpretazione di Blanchett si smarchi completamente da quella della Galadriel del cult d’animazione diretto da Ralph Bakshi del 1978: qui la Dama appare come una regina dal design vagamente disneyano, nella quale la dimensione fascinosa e ammaliante prende il sopravvento su quella più enigmatica accentuata da Cate Blanchett. Avanzando dunque il confronto fra i due adattamenti, non si può evitare l’ulteriore paragone con la Galadriel degli Anelli del Potere. Nella serie prodotta da Amazon, la Galadriel interpretata da Morfydd Clark è un’eroina combattiva, inarrestabile e tormentata dal male inferto da Morgoth e Sauron. Non più una dama austera ma buona, così come incarnata da Blanchett, bensì una guerriera pronta a rinunciare a Valinor pur di distruggere personalmente l’Ombra: tale scelta, in contrasto con il ruolo minoritario rivestito da Galadriel negli scritti di Tolkien – specialmente nel Silmarillion – è giustificata dalla necessità di far rivestire a un personaggio femminile “empowered” il ruolo da protagonista; un’eroina dotata di un appeal che strizza l’occhio alla contemporaneità.

Da Il Signore degli Anelli a Lo Hobbit

Non si sa se il personaggio di Lady Galadriel comparirà nuovamente nei nuovi progetti legati all’universo del Signore degli Anelli: certo è che Cate Blanchett può vantare il fatto di aver avuto l’opportunità di interpretare il personaggio tolkieniano in ben due saghe cinematografiche. In seguito alle integrazioni apportate allo Hobbit da parte di Peter Jackson, Philippa Boyens e Fran Walsh, Cate Blanchett è tornata in Nuova Zelanda, dopo quasi dieci anni dalla fine delle riprese del Signore degli Anelli, per partecipare alla realizzazione della trilogia basata sul primo romanzo di Tolkien. Ciò che spicca fin dalla sua primissima apparizione nel primo episodio della saga, Un viaggio inaspettato (2012), è la dimensione politica che adombra il personaggio di Galadriel. Sebbene rimasta fedele alla caratterizzazione che ne aveva fatto un personaggio di spicco nella saga del Signore degli Anelli, la Galadriel dello Hobbit fa la sua comparsa nelle vesti di membro del Bianco Consiglio, di cui fanno parte Saruman in Bianco, Elrond Mezzelfo e Gandalf il Grigio. Gli Eldar e gli Istari si riuniscono, mentre la compagnia di Thorin sosta presso Gran Burrone, per discorrere della possibilità che Sauron sia sopravvissuto dopo l’Ultima Alleanza tra Elfi e Uomini e della presenza di uno stregone, autonominatosi “Il Negromante”, che è stato visto vagare a Dol Guldur. La Galadriel di Blanchett, in questa scena, assume un ruolo che, per certi versi, è più vicino alla Galadriel degli Anelli del Potere: seppur distante dalla vena combattiva e irrequieta di quest’ultima, ella si dimostra conscia dei pericoli ai quali sta andando contro la Terra di Mezzo. In questo senso, la pace che abitava il volto di Galadriel nella precedente saga si tramuta, diviene severità e preoccupazione. 

Questi timori si traducono in fatti quando Galadriel si ritrova a lottare contro i Nazgûl e il Negromante nella fortezza di Dol Guldur: qui, Cate Blanchett si dimostra abilissima nel mostrare il lato più oscuro del proprio personaggio, nonché il più potente, nella lotta contro l’Ombra. Questa bidimensionalità di Galadriel è certamente uno degli aspetti più interessanti della sua presenza nella saga dello Hobbit: Galadriel, pur arroccata nella sua sicurezza austera, rivela la sua paura nei confronti del Negromante e del suo potere. 

Un personaggio iconico della Terra di Mezzo

“Anche la persona più piccola può cambiare il corso del futuro”, asserisce Galadriel, al termine della Scena dello Specchio, dinanzi a Frodo. Così come Gandalf, anche la Dama di Lothlórien ripone la propria fiducia nella Gente Piccola della Terra di Mezzo. Consapevole della fine della propria razza e del proprio potere – con la distruzione dell’Unico, il suo Anello, Nenya, uno dei Tre consegnati agli Elfi, perderà valore – ella favorisce la missione segreta della Compagnia facendo dono ai nove membri di regali che, in un modo o nell’altro, avranno fondamentale importanza nel corso della storia. 

Dal punto di vista dell’interpretazione, Cate Blanchett ha saputo dare spessore a un personaggio cardine delle vicende narrate da J. R. R. Tolkien che, ad oggi, risulta essere tra i più amati dai fan dell’universo tolkieniano su carta e su schermo, nonché fra i più iconici nella storia del genere high fantasy cinematografico.

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Shannon Magri,
Redattrice.