Giampiero Gualandi chi è il vigile accusato dell’omicidio della ex collega

Giampiero Gualandi chi è il vigile accusato dell’omicidio della ex collega

Il 63enne era già stato al centro di una vicenda giudiziaria per aver diffamato l’allora e attuale sindaco di Anzola Giampiero Veronesi

Bologna, 16 maggio 2024 – Giampiero Gualandi, il vigile di 63 anni che oggi ha sparato, uccidendola, l’ex vigilessa Sofia Stefani di 30 anni più giovane, è stato ex comandante della polizia locale di Terre d’Acqua e del presidio di polizia locale di Crevalcore.

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Giampiero Gualandi, l'uomo che ha sparato alla ex collega Sofia Stefani, morta sul colpo
Giampiero Gualandi, l'uomo che ha sparato alla ex collega Sofia Stefani, morta sul colpo

E proprio negli anni da comandante fu al centro di una vicenda giudiziaria che lo portò in tribunale.

Venne infatti stato rinviato a giudizio per aver scritto post su Facebook, con profili falsi, e, nel farlo, screditò l’allora e attuale sindaco di Anzola Giampiero Veronesi, che, in seno all’Unione di Terre d’Acqua, aveva la delega alla sicurezza. Scoperto, denunciato venne quindi rinviato a giudizio. La vicenda venne fuori qualche anno dopo mentre Gualandi, era al comando del presidio di polizia locale di Crevalcore.

Ma ecco i fatti. Era il 2015 quando la polizia locale elevò due multe, da 480 euro ciascuna, all’associazione anzolese ‘Maiabasta’, che si occupava della locale festa della birra. L’associazione aveva esposto cartelli riguardanti la sua iniziativa senza averne l’autorizzazione. Il primo cittadino prese le difese di ‘Maiabasta’ sostenendo che quelle multe, se potevano essere legittime a stretto rigore giuridico, erano però ingiuste nel merito.

Perché somme di quel tipo, richieste a chi fa volontariato, solo per avere esposto alcuni cartelli segnaletici non autorizzati, parevano eccessive. Di lì a poco, sulla pagina Facebook ‘Con Giampiero Veronesi sindaco’, iniziarono a comparire commenti, non lusinghieri, nei confronti del sindaco, provenienti da tre profili in realtà falsi account direttamente riconducibili, come scoprì  la polizia postale, all’ex comandante Giampiero Gualandi.

Da qui il rinvio a giudizio per i reati di diffamazione aggravata, sostituzione di persona e continuazione del reato.