L’arma segreta di Putin che fa paura agli americani: Cosmos-2553, il nucleare per distruggere i satelliti - la Repubblica

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L’arma segreta di Putin che fa paura agli americani: Cosmos-2553, il nucleare per distruggere i satelliti

L’arma segreta di Putin che fa paura agli americani: Cosmos-2553, il nucleare per distruggere i satelliti

Una volta dotata di una testata atomica, metterebbe fuori uso cruciali reti di comunicazione militare e civile: “È la crisi dei missili di Cuba trasportata nello spazio”

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LONDRA – Diciannove giorni prima che nel febbraio 2022 Vladimir Putin ordinasse alle sue truppe di invadere l’Ucraina, la Russia lanciò nello spazio un nuovo satellite sperimentale denominato Cosmos-2553. Due anni più tardi, fonti dello spionaggio americano lo descrivono come il prototipo di un’arma nucleare anti-satelliti in grado di minacciare la sicurezza degli Stati Uniti e alterare gli equilibri mondiali: l’arma segreta del Cremlino di cui a Washington si parla con crescente allarme da alcuni mesi. “Questa è la crisi dei missili di Cuba trasportata nello spazio”, commenta Mike Turner, il deputato repubblicano che presiede la commissione intelligence della Camera dei Rappresentanti Usa.

Citando anonimi funzionari dell’amministrazione Biden, è il Wall Street Journal a rivelare quando è avvenuto il lancio del prototipo spaziale e le sue potenzialità. Cosmos-2553 non è già armato con un ordigno nucleare, ma secondo le fonti americane fa parte di un programma segreto russo con questo obiettivo. Una volta dotato di una testata atomica, il satellite avrebbe la capacità di distruggere con un’esplosione nucleare centinaia di satelliti che girano intorno alla terra, mettendo fuori uso cruciali reti di comunicazione militare e civile. Nello scenario di un conflitto non convenzionale fra America e Russia, un’arma del genere darebbe a Mosca un vantaggio decisivo.

Le prime notizie sull’esistenza di un satellite sperimentale russo designato per combattere “guerre stellari” sono circolate nel febbraio scorso, quando il deputato Turner ha fatto una misteriosa dichiarazione su una non meglio specificata “grave minaccia alla sicurezza nazionale” americana, esortando il presidente Biden a declassificare le informazioni in merito. Più tardi la Casa Bianca ha confermato pubblicamente che la Russia sta perseguendo una “preoccupante capacità anti-satelliti”.

Da parte sua Putin ha successivamente smentito qualsiasi intenzione simile, affermando che la Russia è sempre stata e rimane “categoricamente contraria all’installazione di armi nucleari nello spazio”. Negli anni Ottanta, quando durante la presidenza di Ronald Reagan gli Stati Uniti svilupparono piani per installare nello spazio uno “scudo spaziale” capace di fermare un eventuale attacco di missili intercontinentali russi, Mosca lo denunciò come una pericolosa destabilizzazione. Il piano, la cui fattibilità restava da verificare, fu poi abbandonato. Ora l’etichetta “Star Wars”, sollevata dal titolo di un famoso film di quegli anni, torna di attualità, con Mosca nei panni del potenziale destabilizzatore.

Secondo il Cremlino, il satellite lanciato nel febbraio 2022 ha soltanto scopi di ricerca scientifica. Ma esperti americani notano che si trova in un’orbita insolita, non utilizzata da altre navicelle spaziali e non abbastanza alta per consentire gli esperimenti scientifici citati da Mosca. Le indiscrezioni raccolte dal quotidiano di Wall Street indicano che, se armato con una testata atomica, un satellite come Cosmos-2553 potrebbe distruggere i numerosi satelliti che orbitano intorno alla Terra a bassa altitudine: un’area in cui compagnie private e governative americane hanno più satelliti di ogni altra nazione. Attualmente, gli Stati Uniti hanno 6.700 satelliti in questa orbita terrestre, mentre la Cina ne ha 780 e la Russia 149. Alcuni di questi satelliti americani hanno fornito un’assistenza chiave all’Ucraina nella guerra per resistere all’invasione russa.

Il blackout nelle comunicazioni

Un’esplosione nucleare lanciata da un satellite di Mosca potrebbe causare un blackout nelle comunicazioni e nelle attività di sorveglianza occidentali, rendendo impossibile operare in quell’orbita per più di un anno, con conseguenze catastrofiche in caso di un conflitto fra le due superpotenze. Per questo il deputato Turner evoca “la crisi di Cuba”: quando nel 1962 l’Urss, lo Stato antesignano della Russia odierna, piazzò segretamente dei missili nucleari nell’isola sua alleata a 60 chilometri dalla costa americana. Il momento in cui il mondo è stato più vicino alla Terza Guerra Mondiale. La sfida si concluse con il ritiro dei missili sovietici da Cuba, ma solo davanti al blocco navale dell’isola ordinato dal presidente Kennedy.

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