Figec Cisal e Odg Campania ricordano che la Corte costituzionale l’ha cancellato nel 2021

Giornalista condannato a 8 mesi di carcere!

Pasquale Napolitano

ROMA – A distanza di quasi tre anni della storica decisione con cui la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 13 della legge sulla stampa 8 febbraio 1948 n. 47 e dell’art. 30, comma 4, della legge 6 agosto 1990 n. 223 (Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato), c’è ancora chi condanna i giornalisti al carcere!

Pierluigi Roesler Franz

È quello che è capitato a Pasquale Napolitano, 42 anni, cronista di Nola che dal 2016 scrive per il quotidiano Il Giornale, dopo aver lavorato, tra l’altro, per il Roma, Panorama e numerose testate online, tra cui Anteprima24. È stato proprio su quest’ultima che, ad aprile 2020, ha pubblicato un articolo sul Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nola. Articolo di dodici righe per il quale un giudice onorario (avvocato come i querelanti) ha ritenuto diffamatorio quanto scritto dal giornalista condannandolo a 8 mesi di reclusione e al risarcimento di mille euro ad ognuno dei quattro querelanti ed al pagamento di 2.500 euro di spese legali.
«L’odierna sentenza con cui un giornalista campano è stato condannato per diffamazione addirittura a 8 mesi di carcere (pena sospesa) – afferma Pierluigi Roesler Franz, delegato agli affari giuridici e legislativi del sindacato unitario dei giornalisti e degli operatori dell’informazione e della comunicazione Figec Cisal – appare ingiusta, inaccettabile e incostituzionale. Questo perché a distanza di quasi tre anni non tiene minimamente conto della storica decisione n. 150 del 12 luglio 2021, con cui i giudici di palazzo della Consulta hanno dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 13 della legge sulla stampa 8 febbraio 1948 n. 47 e dell’art. 30, comma 4, della legge 6 agosto 1990 n. 223 (Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato). Appare gravissimo che un giudice ancora non la conosca!».
Dal canto loro, l’Ordine dei Giornalisti della Campania e la Commissione Legalità dell’Ordine regionale, dinanzi alla condanna in primo grado del collega Pasquale Napolitano esprimono piena e forte solidarietà. «Non comprendiamo – affermano – come si possa essere arrivati ad una condanna ad 8 mesi di carcere per un articolo sull’Ordine degli avvocati di Nola che non aveva – a nostro parere – elementi di diffamazione e che ha assicurato diritto di replica.

Ottavio Lucarelli

Napolitano, cronista 42enne, ha semplicemente svolto il proprio lavoro e la condanna al carcere, seppur con pena sospesa, è una grave ferita che non puo’ passare inosservata. Questo tipo di sentenza mette a rischio l’autonomia dei giornalisti».
L’Odg campano ritiene, inoltre, «incomprensibile che la condivisione sui social dell’articolo firmato da Napolitano sia stata ritenuta un’aggravante» e si augura che il caso venga assolutamente rivisto in appello. In caso contrario, infatti, «sarebbe un grave precedente. La Corte Costituzionale con la sentenza n.150 del 2021, ha infatti riconosciuto il ruolo dell’Ordine dei giornalisti a difesa degli interessi diffusi e ha modificato le attuali norme restringendo le ipotesi di carcere per i giornalisti». (giornalistitalia.it)

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