Il Regno Unito (UK) gioca un ruolo chiave nella difesa dell’Occidente e fornisce garanzie di affidabilità. Sull’Ucraina, il suo impegno è esemplare: sia i conservatori, adesso al governo, che i laburisti, probabili vincitori delle prossime elezioni, intendono garantire ed espandere il sostegno a Kyiv. Negli scorsi giorni il ministro degli esteri britannico, David Cameron, recatosi in visita nella capitale ucraina ha dichiarato pubblicamente che Londra concede al suo alleato l’utilizzo dei propri missili per colpire il territorio russo. Dopo la Finlandia, la Gran Bretagna è il primo paese spintosi a tanto nel sostegno all’Ucraina.
Questo dimostra due aspetti: l’affidabilità come alleato intenzionato ad operare per permettere agli aggrediti non solo di sopravvivere, ma pure di vincere la guerra. In secondo luogo, evidenzia la capacità dei britannici di sfidare Mosca sul terreno militare e rispondere con fermezza alle sue minacce. Il Regno Unito non nutre alcuna sudditanza verso la Russia e crede, a ragion veduta, di poter mitigarne l’aggressività usando la forza. Questa mentalità è diffusa in tutto il panorama politico, dato che le scelte del governo sono condivise dall’opposizione. Non a caso, il leader del Partito Laburista, Sir Keir Starmer, ha già visitato più volte l’Ucraina e rassicurato sulla volontà di proseguire il sostegno se dovesse divenire primo ministro nel prossimo futuro.
La capacità di impegnarsi su tutti i fronti
Da mesi a questa parte l’Uk sta dimostrando la capacità di impegnarsi su più fronti di guerra contemporaneamente pure con le proprie azioni in Medio Oriente. Sostiene infatti Israele nella lotta al terrorismo, contrasta le ambizioni imperiali dell’Iran ed ha fornito uno scudo difensivo allo stato ebraico nel corso degli attacchi lanciati contro di esso dalla teocrazia sciita. Inoltre, partecipa in sintonia con l’alleato americano all’operazione Prosperity Guardian. Essa intende garantire la libera navigazione delle navi mercantili nelle acque del Mar Rosso, attraverso il contrasto alle azioni dei ribelli yemeniti Houthi, alleati dell’Iran. L’aviazione britannica ha lanciato diversi attacchi nel territorio yemenita contro siti logistici, basi di lancio missilistiche e militari dell’organizzazione terroristica degli Houthi. Nessun altro paese europeo ha partecipato direttamente a queste azioni insieme agli americani, nonostante alcuni forniscano supporto logistico.
Parte attiva per la sicurezza nell’Indopacifico
Un altro fronte di tensione globale che vede Londra impegnarsi per tutelare la sicurezza occidentale è l’Indopacifico: qui Uk, oltre ad essere parte integrante del patto di sicurezza trilaterale Aukus, insieme a Stati Uniti ed Australia, intrattiene relazioni bilaterali profonde con Corea del Sud, Giappone e Taiwan. Mira infatti ad accreditarsi quale alleato prediletto negli americani nell’area ed ottenere la delega sulla gestione diretta dei dossier strategici. L’Uk dispone di una forza militare moderna e ben attrezzata anche nel settore navale: da anni nello stretto di Taiwan stazionano sue navi da guerra ed unità di pattugliamento, volte a dissuadere la Cina dal provocare l’escalation e ad intervenire rapidamente in caso di attacco diretto contro l’isola. Infatti, l’inizio della guerra aprirebbe una finestra temporale delicata di circa due o tre settimane, quanto necessario alla marina americana per arrivare nell’area a combattere. In questo arco di tempo sarebbe fondamentale evitare che Pechino riesca ad assumere controllo dell’isola, ragion per cui i paesi dell’area alleati dell’Occidente si sono preparati ad intervenire con immediatezza. Tuttavia, essi hanno bisogno di una guida strategica ed affidabile capace di supportarli. Il Regno Unito punta a ricoprire questo ruolo su delega americana, quantomeno fino all’arrivo delle forze statunitensi. Data la sua affidabilità e la capacità di perseguire gli obiettivi strategici e di sicurezza, la Gran Bretagna ha le potenzialità per essere tra i paesi guida dell’Occidente anche su questo dossier.
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