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Il pullman dopo il volo dal cavalcavia di Mestre. Nella strage morirono sul colpo 21 persone

 

Droga, caporalato, mafia, attacchi hacker: ecco perché anche ad aprile 2024 il Veneto si conferma non essere un’isola felice

Il Rapporto mensile dell’Osservatorio della Cgil del Veneto elenca 87 eventi riguardanti atti, azioni e processi in base ai quali, a proposito della legalità in Veneto, c'è ben poco di virtuoso

49 minuti di lettura

Ecco il Rapporto di aprile 2024 stilato dall’Osservatorio Legalità della Cgil del Veneto*.

Presenta una serie di 87 eventi selezionati del mese di aprile 2024 riguardanti atti, azioni, processi meritevoli di attenzione sindacale e dei portatori di interesse pubblico.

"In premessa”, scrive la Cgil, “il ringraziamento doveroso ai magistrati e alle donne e uomini delle forze dell’ordine che con il loro lavoro rinforzano l’argine democratico e favoriscono la convivenza civile nei nostri territori”.

I Rapporti mensili sono prodotti per consentire uno sguardo d’insieme sulla realtà veneta.

«Non ci stancheremo di ripetere», continua l’Osservatorio di Legalità, «che la presa d’atto formale e sostanziale del fatto che non esistono “isole felici” aiuta una indispensabile crescita culturale e di consapevolezza generale per combattere ogni forma di illegalità. Sarebbe buona cosa, in presenza di fatti incontrovertibili, evitare la solita pletora di dichiarazioni fuori luogo e tempo del tipo “la mafia in Veneto non esiste”, oppure “si tratta di un caso isolato”, perché la quantità e la "qualità" dei casi raccontano una ben diversa realtà fattuale. Per curare qualsiasi malattia, è buona norma non negare l’evidenza».

Vanno fatte le dovute distinzioni, ma è indubbio che anche i reati di seguito descritti sinteticamente sono parte della realtà veneta.

«La dimensione impressionante dei casi di un solo mese», aggiunge, «induce più di qualche riflessione. Temiamo che, al pari dell'inesistente modello veneto in tema di ambiente e salute, anche a proposito della legalità c'è ben poco di virtuoso. E la constatazione che questi problemi non siano un'esclusiva del nostro territorio, ma interessino tutto il Paese, non ci esime dal dovere di cercare rimedi efficaci e di metterli in pratica».

Le notizie numerate sono raccolte in sette capitoli di reati, per favorire l’immediata ricerca delle notizie che più interessano: Associazioni criminali anche di stampo mafioso; terrorismo e violenza politica; sfruttamento lavorativo; ambiente; pubblica amministrazione; droga, rilevanti evasioni fiscali. Inoltre nei titoli appare sempre il territorio veneto cui la notizia si riferisce e la fonte da cui è tratta.

In evidenza questo mese: interdittiva antimafia della prefettura di Treviso (1.1.); chiesto a Rovigo il processo per le bombe contro i migranti (2.1.); imprenditore a processo a Treviso per “sesso in cambio di una promozione” (3.14); cacciatori e illegalità a Rovigo, presentato il rapporto stagione venatoria 2023-2024 (4.6); inchiesta a Venezia sulla cricca finte imprese che rubava i soldi del PNRR (5.1.); centrale di spaccio a Padova ne negozio di kebab con minori usati come corrieri (6.3.); riciclo di denaro all’estero, disposto l’arresto di un padovano e la denuncia di 2 veronesi e un trevigiano (7.10.).

  • 1. Associazioni criminali anche di stampo mafioso

1.1. Interdittiva antimafia della Prefettura di Treviso

La Prefettura di Treviso ha emesso un'interdittiva antimafia nei confronti di Yassine Lemfaddel, residente di San Zeno di Treviso che intendeva aprire una sua società di vendita di auto e moto on line. Lemfaddel, presunto ex corriere della droga (da Gioia Tauro a Bolzano) per la ‘ndrina Italiano-Papalia di Delianova (RC), è anche noto per il suo presunto coinvolgimento in una sparatoria avvenuta 23 settembre 2017 alla LB di Bagnoli di Sopra (PD), nel corso della quale morì Francesco Mazzei.

ll prefetto di Treviso ritiene che i legami con le cosche di ‘ndrangheta di Delianova (ben radicate in Trentino Alto Adige) non siano mai venuti meno. Il legale del Lemfaddel contesta in toto l’interdittiva della Prefettura e assicura che entro i 60 giorni sarà impugnata. (Il Gazzettino del 4 e 5 aprile 2024; La Tribuna di Treviso del 4 aprile 2024).

1.2 Processo alla Mala del Tronchetto a Venezia

L’udienza del 11 aprile 2024 in Tribunale a Venezia per il processo di primo grado a rito ordinario (collegio giudicante presieduto da Stefano Manduzio), ha preso atto che la difesa ha finito la deposizione dei testimoni citati.

La fase dibattimentale si è conclusa dopo 29 udienze con i 54 imputati (di cui 10 accusati di associazione di stampo mafioso) per un totale di 141 imputazioni tra estorsioni, rapine, furti, spaccio di droga. La prossima udienza prevista per il 9 maggio 2024 sarà dedicata alla requisitoria del PM Giovanni Zorzi che presenterà la richiesta dell’aggravante mafiosa per i vertici della presunta organizzazione criminale. La parola passerà poi ai legali delle parti civili e ai difensori degli imputati. Il Tribunale si è posto l’obiettivo di concludere il processo prima della pausa estiva.

Nel frattempo, si apre il 6 maggio 2024 il processo in Corte d’Appello per i 15 imputati giudicati con il rito abbreviato e condannati a 54 anni totali di carcere. Con tutta probabilità, la sentenza della Corte d’Appello (presieduta da Elisa Mariani) arriverà prima della sentenza di primo grado del processo a rito ordinario. L’interesse è concentrato sulla decisione espressa nel processo di primo grado a rito abbreviato dal GUP Benedetta Vitolo che ha escluso la sussistenza di un’associazione a delinquere di stampo mafioso. La Procura di Venezia, che ha presentato ricorso in Appello per ottenere l’imputazione di associazione di stampo mafioso, ha ben chiaro che la sentenza inevitabilmente potrebbe influire anche sul processo di primo grado a rito ordinario, dove sono alla sbarra i capi dell’organizzazione Gilberto Boatto e Paolo Pattarello.

Quest’ultimo, assente nell’udienza del 11 aprile 2024, a causa di un ricovero ospedaliero, potrebbe veder stralciata la sua posizione e quindi potrebbe essere giudicato autonomamente. (Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 12 aprile 2024).

1.3 Riciclaggio di denaro a Treviso

La Guardia di Finanza di Milano ha scoperto un presunto giro di affari per riciclare denaro sporco, presumibilmente appartenente ad associazioni mafiose, verso destinazioni italiane ed estere.

L’accusa mossa dalla DDA di Milano riguardante reati fiscali, bancarotta fraudolenta e riciclaggio di denaro ha portato all’arresto 4 persone (2 ai domiciliari) e a 22 indagati.

A seguito delle indagini sono state disposte 20 perquisizioni, tra cui una a Treviso a carico di professionista che lavora in un comune della cintura urbana trevigiana.

Tra i soggetti arrestati c’è anche un presunto “boss”, già condannato nell’inchiesta del 1989-1990 “Duomo Connection” del PM Ilda Boccassini della Procura di Milano. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 18 aprile 2024).

1.4 Botte a due odontotecnici per un debito non saldato a Preganziol (TV). Condannati a 10 anni i 2 estorsori

Pare che gli imputati, 2 gestori di compro oro, abbiano preteso la restituzione di 13mila euro da parte di due odontotecnici, sostenendo che i professionisti, presumibilmente picchiati e minacciati, non abbiano mantenuto fede ai patti. Le vittime sono padre e figlio, titolari, insieme ad un altro figlio, di uno studio odontotecnico a Roncade (Treviso).

A causa del debito non saldato, pare ci sia stata nel 2015 un’aggressione con schiaffi e pugni, successivamente un furto di materiale odontotecnico e infine un’estorsione. Il giudice Umberto Donà in udienza a Treviso il 22 aprile 2024 ha deciso di condannare a 3 anni e 4 mesi di reclusione Antonio Bacchin e a 6 anni e 3 mesi Andrea Caenazzo.

In attesa di conoscere le motivazioni, i legali difensori dei condannati hanno fatto sapere che ricorreranno in Appello perché ritengono si tratti di esercizio abusivo delle proprie ragioni e non di estorsione. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 23 aprile 2024).

  • 2.Terrorismo e violenza politica

2.1 Chiesto il processo a Rovigo per le bombe contro i migranti

La Procura di Rovigo ha chiesto il rinvio a giudizio davanti alla Corte d’Assise (giudizio immediato cautelare) per i tre responsabili dell’ordigno esplosivo collocato nella palazzina a Cavanella Po nel comune di Adria (RO) il 31 marzo 2023.

L’accusa della Procura è “strage e detenzione e porto in luogo pubblico di ordigno esplosivo” con l’aggravante dei motivi razziali (pena minima 15 anni di carcere). Nel condominio che è stato oggetto dell’attentato abitano infatti molte famiglie straniere con bambini.

La data di inizio del processo non è ancora stata fissata e il Comune di Adria intende costituirsi parte civile al processo. Il condominio si trova a 100 metri di distanza da un centro accoglienza per migranti (Borgo Fiorito).

Un altro episodio simile, avvenuto il 29 luglio 2023 a Rosolina Mare, è invece ancora oggetto d’indagine. Si tratta dell’attentato effettuato attraverso il lancio di materiale esplosivo in prossimità degli appartamenti del villaggio Tizè. In questo secondo attentato ci sono 3 nuovi indagati, tra cui il brigadiere dei Carabinieri in servizio ad Adria per il reato di rivelazione di segreto d’ufficio. (Corriere del Veneto del 7 aprile 2024).

2.2 Strage 2 agosto 1980 a Bologna: condannato Ciavardini nel processo al trevigiano Gilberto Cavallini

L’ex Nar Luigi Ciavardini è stato condannato dal Tribunale di Bologna (udienza 8 aprile 2024) a 3 anni e sette mesi per falsa testimonianza nel processo di primo grado a rito ordinario che ha portato a condannare all’ergastolo l’ex NAR Gilberto Cavallini, per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.

Con la stessa accusa, è stato condannato a 1 anni di carcere anche l’ex di Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale Vincenzo Vinciguerra. Ciavardini è già stato condannato in via definitiva (terzo grado di giudizio processuale) per l’attentato del 2 agosto 1980. I giudici hanno inoltre condannato gli imputati al risarcimento del danno alle parti civili, da liquidare in sede civile, nonché al pagamento di 5mila euro per ciascuna parte civile. (Corriere della Sera del 9 aprile 2024).

2.3 Tribunale del Riesame riabilita un poliziotto della Squadra delle Volanti della Questura di Verona

Un cittadino di origine straniera arrestato per maltrattamenti in famiglia, ha riportato ai PM Carlo Boranga e Chiara Bisso della Procura di Verona che dei poliziotti l’hanno preso a calci e pugni durante un interrogatorio in questura a Verona e che uno degli agenti gli ha orinato addosso.

A seguito di questa testimonianza, il 31 gennaio 2024 il poliziotto Andrea Provolo era stato sospeso dal servizio per 10 mesi (ordinanza GIP Livia Magri). Il Tribunale del Riesame ha depositato il 19 aprile 2024 le motivazioni della decisione in cui si afferma “che gli elementi a disposizione non consentono, allo stato, di ritenere superata la soglia di gravità indiziaria richiesta per l’applicazione di misure cautelari”.

In definitiva, i giudici del Riesame ritengono inattendibile la versione narrata dalla vittima delle violenze consumate in Questura, a causa di alcune contraddizioni. Con questa decisione, il poliziotto accusato è stato riabilitato e tornerà in servizio attivo.

Tutti i membri del CSM hanno firmato un atto che chiede l’avvio di una pratica a tutela del GIP Livia Magri, a seguito dei continui e reiterati attacchi da parte di Flavio Tosi (ex sindaco di Verona ed esponente di punta di Forza Italia in Veneto). Nella nota i magistrati mettono poi in risalto che si tratta di attacchi gravi e ad personam. I togati del CSM ritengono poi incomprensibile che il politico Tosi non se la prenda con i 2 PM responsabili delle accuse, ma solo con il GIP.

Nell’udienza preliminare del 16 aprile 2024 è stata fissata la data del 5 maggio 2024 per l’avvio della fase processuale. Il collegio giudicante (presidente Raffaele Ferraro) dovrà ammettere tutte le prove, testi e consulenze di parte. Un’altra udienza è già stata fissata per l’11 giugno 2024. Oltre alle vittime, hanno chiesto l’ammissione come parte civile anche l’Associazione Avvocati di Strada e il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale. (Corriere del Veneto del 20 e 26 aprile 2024; L’Arena del 17, 21 aprile 2024).

2.4 Imprenditore preso a schiaffi in caserma dei carabinieri a Vedelago

Il Tribunale di Treviso ha disposto il rinvio a giudizio per 5 carabinieri della caserma di Vedelago con l’accusa di calunnia e falso, per l’ex comandante Francesco Bianco l’aggravante di lesioni. I colleghi di Bianco sono accusati di aver omesso dai verbali l’aggressione. L’inizio della vicenda risale al 2023 con il sequestro di un’auto della società di noleggio auto di Mario Padrin.

A seguito del sequestro, Padrin è stato accusato anche di oltraggio a pubblico ufficiale, accusando a sua volta gli agenti di averlo schiaffeggiato durante la sua permanenza in caserma sulla modalità di pagamento della sanzione. Il GUP Carlo Isidoro Colombo ha disposto il rinvio a giudizio di tutti i sei indagati con un’udienza preliminare a settembre 2024. (La Tribuna di Treviso del 15 aprile 2024).

Strage di Piazza della Loggia a Brescia, a processo del Tribunale dei minori Marco Toffaloni

Al termine della terza udienza preliminare (PM Caty Bressanelli e GUP Maria Teresa Canzi) il veronese Marco Toffaloni, militante di Ordine Nuovo e considerato dall’accusa uno degli esecutori materiali della strage di Piazza della Loggia, è stato rinviato a processo davanti al Tribunale dei Minori di Brescia il 30 maggio 2024 in quanto all’epoca dell’attentato che causò 8 morti e oltre 100 feriti aveva 16 anni.

Il 12 giugno 2024 si terrà sempre a Brescia anche l’udienza preliminare del processo ordinario a Roberto Zorzi, accusato al pari di Toffaloni di aver portato in piazza la bomba per la strage, di aver partecipato alle riunioni preparatorie con i neofascisti bresciani e con i vertici dei servizi segreti italiani e NATO alla caserma dei Carabinieri della Parona a Verona. Il GUP ha respinto tutte le eccezioni della difesa e ordinato che il processo sia celebrato dal Tribunale dei Minori di Brescia, con il Toffaloni indagato solo da ultra maggiorenne e con tutte le garanzie normative riguardanti i reati compiuti da soggetti minori. (L’Arena e Corriere del Veneto del 23 aprile 2024; L’Arena del 24 aprile 2024).

2.5 Chat sessiste tra gli atleti della FISI Veneto

L’inchiesta sulla chat con contenuti sessisti (vedi news 2.2. del marzo 2024) ha portato a: 15 persone indagate (12 atleti dello sci di fondo, 1 allenatore, 2 dirigenti FISI). La Corte federale d’Appello ha rovesciato la sentenza di primo grado a carico dei 2 dirigenti FISI Veneto (Roberto Visentin presidente e Federica Monti vicepresidente) comminando la sanzione di 3 mesi di sospensione. Secondo la sentenza in Corte d’Appello, gli imputati avrebbero dovuto sporgere denuncia subito riguardo ai fatti conosciuti e non attendere invece l’inoltro della segnalazione.

Sulla vicenda ha aperto un fascicolo anche la Procura di Verona per le competenze penali proprie e ha avviato un’indagine. (L’Arena del 21 aprile 2024; Corriere del Veneto del 28 aprile 2024).

2.6 Cortei e scontri in piazza delle Erbe a Verona nel 2020: in 8 a processo

A seguito della manifestazione non autorizzata del 28 ottobre 2020, promossa durante la pandemia in opposizione all’ordinanza di restrizione di apertura dei locali pubblici sono state indagate alcune persone. I manifestanti, tra cui molti esponenti di Casa Pound, Forza Nuova, Fortezza Europa, devastarono 2 plateatici e lanciarono contro gli agenti di polizia che avevano sbarrato la strada verso la prefettura ogni genere di cosa (bombe carta, tavolini, cubetti di porfido). L’udienza del 22 aprile 2024 (GIP Livia Magri) ha registrato la richiesta delle difese degli 8 indagati di un rinvio che è stato accolto con l’udienza fissata a novembre 2024. Gli indagati sono accusati di violenza, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, devastazioni. Per 2 di loro si aggiunge l’accusa di aver promosso una manifestazione politica non autorizzata. (L’Arena del 23 aprile 2024).

  • 3. Sfruttamento lavorativo (caporalato, diritti violati, sicurezza sul lavoro negata)

3.1. Trovati 5 lavoratori in nero in un pub di Orgiano (VI): scatta la maxi multa

A seguito di controlli effettuati dalla Guardia di finanza di Vicenza in alcuni esercizi di ristorazione è stato riscontrato un illecito: un pub di Orgiano teneva una contabilità secondaria in cui venivano segnate le presenze al lavoro in giornate di forte afflusso di clientela. Dalla contabilità secondaria è emerso che nel pub venivano impiegati cinque lavoratori in nero, mentre per quanto riguarda i 7 lavoratori regolarmente assunti non era stato effettuato il versamento della ritenuta d’acconto sugli stipendi. A seguito dei controlli, il titolare del pub ha assunto subito i 5 lavoratori in nero ed eseguito i versamenti dovuti. Aperta la definizione della maxi multa da pagare per questa violazione normativa. (Il Giornale di Vicenza del 3 aprile 2024).

3.2. Strage di Mestre del bus precipitato dal cavalcavia

Ad oggi è stata consegnata una sola perizia tecnica sulla strage del 3 ottobre 2023, rispetto alle 6 richieste dal PM Laura Cameli. Il ritardo pare sia dovuto alla complessità e alla delicatezza delle verifiche da compiere a cura degli esperti nominati dalla Procura di Venezia. La perizia sinora depositata riguarda gli accertamenti cardio-patologici sul cuore dell’autista ed è stata oggetto di uno scontro acceso tra le parti (i legali dei 4 indagati) e la compagnia assicuratrice. Nel frattempo, le vittime sono salite a 22, a causa della morte, dopo sei mesi di agonia, della turista spagnola ricoverata in terapia intensiva a Padova. (Corriere del Veneto, L’Arena e Il Gazzettino del 5 aprile 2024; Corriere del Veneto del 9 aprile 2024).

3.3. Lavoro non sicuro in Polesine, sospese 3 aziende

Il Nucleo dei Carabinieri della Tutela del Lavoro di Venezia ha svolto una serie di controlli presso alcune attività produttive del Polesine. Numerose aziende sono state multate a causa di varie mancanze sulla sicurezza e sulla tutela della salute dei lavoratori. I casi più gravi hanno riguardato 3 imprese edili e manifatturiere di Occhiobello, Rovigo e Trecenta che sono state multate e sospese dall’attività produttiva. Nello specifico, un’impresa edile di Occhiobello è stata multata con 26mila euro, un’altra impresa edile a Rovigo con 45mila euro, e infine un laboratorio tessile a Trecenta è stato multato con 125mila euro. Le aziende potranno riprendere il lavoro solo dopo aver effettuato il pagamento della sanzione e aver rimediato alle violazioni sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. (La Voce di Rovigo del 6 aprile 2024).

3.4. Anziano agricoltore a Gavello (RO) cade in un fossato con il trattore e muore sul colpo

L’agricoltore stava lavorando il 4 aprile 2024 nei campi di proprietà, quando il trattore che guidava si è rovesciato in uno scolo d’acqua che delimita le varie proprietà. L’agricoltore è rimasto schiacciato dal mezzo ed è morto sul colpo.

La Procura di Rovigo attende la relazione dei Carabinieri intervenuti sul luogo dell’incidente e sta valutando se disporre o meno l’autopsia sul corpo del pensionato 73enne, perché la dinamica del decesso al momento non è chiara. Colpiscono i numeri di UNIMI sui morti in Italia per il ribaltamento di mezzo agricolo: dal 2008 al 2019 ci sono stati ben 1.414 incidenti mortali (120 circa l’anno); il Veneto è la quarta regione italiana per queste morti sul lavoro con 121 vittime (preceduta di poco da Toscana, Emilia, Campania), la maggior parte delle vittime ha un’età compresa tra i 71 e 80 anni. (Corriere del Veneto del 5 aprile 2024).

3.5. Operaio muore sul colpo a Mestre a seguito della caduta dal lucernario del teatro Momo

Il 5 aprile 2024 Mattia Dittadi stava lavorando sul tetto del Teatro Momo di Mestre quando il plexiglass su cui poggiava è andato in frantumi facendolo cadere da un’altezza di 10 metri e uccidendolo sul colpo. Dittadi era il responsabile energia e manutenzioni della “Rekeep Spa” di Mestre, ditta specializzata in riqualificazione energetica, e prima dell’incidente stava eseguendo un sopralluogo al tetto del teatro per i lavori commissionati dal Comune di Venezia.

Sul tetto erano al lavoro in 3, e resta da chiarire perché Dittadi abbia messo i piedi sopra il plexiglass. I tecnici dello SPISAL sono intervenuti sul posto per le indagini. In questa prima fase non è stata disposta l’autopsia sul manutentore né ci sono indagati nel fascicolo d’inchiesta (Corriere del Veneto, IL Gazzettino e Il Mattino di Padova del 6 aprile 2024; Il Gazzettino del 9 aprile 2024).

3.6. Tassa di soggiorno evasa e lavoro nero a Verona

A partire da luglio 2023 una task force composta da Polizia Locale, Guardia di Finanza e Comune di Verona ha deciso di intensificare i controlli delle strutture ricettive della città. Verona sta diventando sempre di più una meta turistica e nel 2023 ha raggiunto le 2.832.917 presenze turistiche, superando quelle pre-covid dell’anno 2019.

Di conseguenza c’è stato un aumento di nuove strutture ricettive, comprese quelle abusive.

A seguito dei controlli effettuati dalla task force sono stati pagati da 29 strutture inadempienti oltre 100mila euro di mancati versamenti dell’imposta di soggiorno; altri 500mila euro di ricavi non dichiarati; e infine oltre 70mila euro di IVA non versata. Inoltre, sono stati trovati 8 lavoratori in nero.
Per quanto riguarda invece il lavoro nero nel Comune di Verona, la Guardia di Finanza di Verona ha reso noti i numeri dei risultati dei controlli per l’anno 2023: 827 lavoratori irregolari di cui 361 in nero e 121 datori di lavoro sanzionati.

(L’Arena del 6 e 26 aprile 2024).

3.7. Lavoratori in nero in un ristorante a Rovigo

La Guardia di Finanza di Lendinara (Rovigo) ha scoperto 3 lavoratori in nero in un ristorante molto conosciuto di Rovigo. Per i 3 non era stata effettuata la preventiva comunicazione obbligatoria di assunzione al Centro per l’impiego. È quindi scattata la sanzione amministrativa e l’eventuale sospensione dell’attività è ora al vaglio della Direzione provinciale del Lavoro di Rovigo. (Corriere del Veneto del 9 aprile 2024).

3.8. Condannato per immigrazione clandestina, latitante arrestato a Marghera

Un ordine di arresto emesso dal Tribunale di Bari risalente al 2017 è stato eseguito dai poliziotti del Commissariato di Marghera il 27 marzo 2024. Il soggetto si trovava all’interno di un’auto con targa austriaca parcheggiata in una piazzola di sosta. I documenti di identificazione presentati dall’uomo a seguito di un controllo non hanno convinto i poliziotti che hanno arrestato il soggetto e lo hanno portato al carcere di Santa Maria Maggiore di Venezia. Qui il soggetto, latitante da 7 anni, sconterà la condanna a 1 anno, 1 mese e 15 giorni, emessa per i reati commessi nel 2010 di favoreggiamento dell’ingresso illegale in Italia e per il possesso e fabbricazione di documenti falsi. (Corriere del Veneto del 3 aprile 2024).

3.9. Lavoro nero e degrado in 2 laboratori tessili a Istrana

La Guardia di Finanza ha eseguito un controllo presso 2 laboratori tessili (rispettivamente da 450 e 630 metri quadrati) a Istrana. Le strutture erano in assoluto degrado e pericolose per la sicurezza sul lavoro. Sono state trovate anche stanze dormitorio e 4 lavoratori in nero che lavoravano 10 ore al giorno dal lunedì al sabato senza retribuzione; violazione degli obblighi di prevenzione di incendi e infortuni; porte e vie di fuga sbarrate. È stata inoltre quantificata un’evasione fiscale per 2,2 milioni di euro e disposto il sequestro d’urgenza dei 2 immobili e 252 macchinari e banchi di lavoro. Dal 2011 le due ditte hanno cambiato 7 ragioni sociali (seguendo il sistema “apri e chiudi”) pur rimanendo sempre nello stesso stabile e mantenendo gli stessi clienti, fornitori e macchine). (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 9 aprile 2024).

3.10. Muore durante il taglio legna, colpito alla testa, a San Giorgio in Bosco

L’incidente è avvenuto il 6 aprile 2024 nel campo di proprietà vicino a casa: Luigi Gastaldello era intento a tagliare legna per la riserva invernale con il fratello. Un tronco è rimbalzato colpendolo in fronte. Gastaldello è entrato in coma ed è morto due giorni dopo all’Ospedale di Cittadella. La ricostruzione della dinamica dell’infortunio mortale del pensionato sarà a cura dei Carabinieri di Cittadella. (Il Gazzettino e il Mattino di Padova del 10 aprile 2024).

3.11. Muore con il trattore ribaltato a Bagnoli di Sopra

Il trattore, su cui era alla guida Augusto Formentin, si è rovesciato ed è caduto dentro uno dei canali che costeggiano il vigneto su cui stava lavorando. L’infortunio mortale è successo il 12 aprile 2024 e l’intervento del SUEM è servito solo per redigere il certificato di morte. I Carabinieri di Bagnoli di Sopra sono intervenuti per le indagini.

Dai primi rilievi il trattore sarebbe scivolato nel canale a seguito di una manovra errata del conducente al lavoro su terreni di proprietà, senza il coinvolgimento di terzi o altri veicoli. I vigili del Fuoco intervenuti hanno lavorato diverse ore per prima liberare l’uomo dall’abitacolo e riportare la salma in superficie e poi per il recupero del mezzo rovesciato nel canale. Resta solo da stabilire vista la giornata molto calda se la vittima abbia accusato un malore prima dell’infortunio (Corriere del Veneto del 13 aprile 2024).

3.12. Condannato Angelo Nardini di Bassano del Grappa per l’operaio morto in distilleria.

Il lavoratore Lorenzo Brisotto mori (settembre 2017) a causa delle esalazioni, mentre lavorava in un silos pieno di vinacce destinate alla preparazione della grappa nel noto stabilimento distillerie Nardini di Monastier (sede operativa della Nardini Spa di Bassano del Grappa). Ci sono voluti quasi 5 anni di indagini, 2 anni di processo e una lunga guerra di perizie e controperizie per arrivare alla sentenza depositata il 19 aprile 2024. Il processo di primo grado a rito ordinario (giudice Francesco Sartorio) in Tribunale a Treviso condanna Angelo Nardini titolare e presidente della società e Andrea Manzoli direttore dello stabilimento a 16 mesi di reclusione (pena sospesa) per omicidio colposo e mancato rispetto delle norme di sicurezza.

La famiglia della vittima non si è costituita parte civile ed è stata interamente risarcita dall’assicurazione prima del processo. Gli avvocati difensori hanno già comunicato l’intenzione di ricorrere in Appello. (Corriere del Veneto del 20 aprile 2024).

3.13. Esplosione in Welding Duebi srl di Fiesso Umbertiano, operaio ferito in modo grave.

Durante la manutenzione di uno scambiatore di calore nell’industria metalmeccanica Welding Duebi srl di Fiesso Umbertiano il 19 aprile 2024 è stato ferito in modo grave (non in pericolo di vita) un operaio manutentore per l’esplosione del macchinario non prodotto dall’impresa.

La Welding produce prodotti per l’industria petrolchimica, chimica, petrolifera, energetica (forni, apparecchi a pressione, colonne, skidpackage, serbatoi, scambiatori di calore, tubi). Sul luogo dell’incidente sul lavoro sono intervenuti per le indagini i Carabinieri di Fiesso Umbertiano e i tecnici dello SPISAL di Rovigo. (Corriere del Veneto del 20 aprile 2024).

3.14. Imprenditore a processo a Treviso per “sesso in cambio di una promozione”

L’imprenditore di un’azienda metalmeccanica di Treviso ha molestato la dipendente con richieste sessuali con l’aggravante di un episodio di violenza.

La donna, assunta nel 2017 con incarichi dirigenziali, ha sopportato tali condotte sino al caso denunciato di violenza. A seguito delle molestie alla lavoratrice è stata diagnosticata la “sindrome ansioso-depressiva causata da mobbing e molestie sessuali”. L’Uls 2 ricevuta da segnalazione ha fatto scattare il codice rosso e l’imprenditore è stato collocato ai domiciliari. Altre 3 donne della stessa azienda, di cui 2 tuttora impiegate lì, hanno raccontato agli inquirenti di aver subito lo stesso trattamento. L’udienza del 17 maggio 2024, avviata in seguito alla denuncia della lavoratrice, muove il processo con rito immediato cautelare nei confronti dell’imprenditore per violenza sessuale. (Il Gazzettino del 16 aprile 2024).

3.15. Processo a Fincantieri di Venezia sulla “paga globale”

L’udienza del 10 aprile 2024 del processo sulla “paga globale” e il sistema dei subappalti in Fincantieri Spa ha registrato la deposizione di 1 solo lavoratore bengalese e si è svolta in assenza dell’interprete. Il pm Giorgio Gava ha accusato di caporalato non solo i vertici delle imprese coinvolte nei subappalti, ma anche 15 dipendenti di Fincantieri che sarebbero stati consapevoli dello sfruttamento lavorativo.

Per alcuni di questi imputati, dipendenti di Fincantieri Spa con diverse responsabilità apicali, c’è anche l’ipotesi di corruzione, avendo pretesi in cambio degli appalti regali costosi.

L’udienza del 17 aprile 2024 (giudice Francesca Zancan) in Tribunale a Venezia ha visto sfilare altri “schiavi” del nuovo millennio ovvero i “molatori” delle navi in costruzione a Porto Marghera, pagati a 5 euro l’ora tutto compreso. Le 26 vittime di origine bengalese hanno testimoniato sulle loro condizioni di lavoro, con turni di 12 ore al giorno (8 ore il sabato e domenica), la vasta gamma delle vessazioni subite dei pochi euro ricevuti.

Le trattenute dalla paga, un terzo restituito in contante al datore di lavoro, oltre alle spese di alloggio e pasto servito sui marciapiedi della zona industriale, il pagamento dell’aiuto per il permesso di soggiorno e la “cresta” sui soldi che sono spediti a casa. Il tentativo di questo processo (PM Giorgio Gava), in cui sono alla sbarra per caporalato 12 dirigenti e quadri della Fincantieri Spa, è di risalire alla catena di comando dei lavori affidati in subappalto a prezzi stracciati rispetto ai CCNL. Pare inoltre che nei fogli di servizio dei lavoratori ci fosse l’intestazione della Fincantieri. La prossima udienza è stata fissata l’8 maggio 2024. (Corriere del Veneto del 11 aprile 2024; Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 18 aprile 2024).

3.16. Centro massaggi con lavoratrici in nero chiuso dai Nas a Mestre

Un centro massaggi in centro a Mestre è stato chiuso a causa di un lungo elenco di irregolarità dai Carabinieri Nas di Treviso. Dai controlli è infatti emerso che le dipendenti erano prive dei titoli professionali per esercitare in un centro estetico, mancava il direttore tecnico, c’era una lavoratrice in nero e priva di permesso di soggiorno, era stato installato un impianto di videosorveglianza non regolarizzato, infine sono state anche trovate sostanze stupefacenti. Il centro è stato sanzionato e chiuso. (La Nuova Venezia del 19 aprile 2024).

3.17. Infermiera ospedaliera tirocinante molestata in Azienda ospedaliera a Padova: collega a processo

È stato chiesto il rinvio a giudizio per un infermiere che, durante il turno di notte in Azienda Ospedaliera di Padova il 1 dicembre 2023, avrebbe tentato di violentare l’infermiera tirocinante del reparto di chirurgia generale. La giovane infermiera si è costituita parte civile il 22 aprile 2024 di fronte al gup Luisa Materia, chiamando a rispondere, in solido con il violentatore, anche la stessa azienda sanitaria. L’Azienda Ospedaliera ha licenziato il dipendente e a sua volta ha chiesto i danni.

La Procura si è avvalsa di un’altra segnalazione, inoltrata solo all’Azienda ospedaliera, per ottenere il rinvio a giudizio. Tale segnalazione riguardava alcuni episodi di molestie avvenuti a danno di un’altra infermiera ad opera dello stesso soggetto. Il difensore dell’infermiere ha chiesto l’ammissione a un programma di giustizia riparativa (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 23 aprile 2024).

3.18. Controlli in bar e locali a Padova, in 4 mesi scoperti 40 lavoratori in nero

La Guardia di Finanza di Padova ha reso noto l’esito dei controlli effettuati nei primi quattro mesi del 2024 presso bar e locali in provincia di Padova. In quattro mesi sono stati trovati 40 lavoratori in nero, di cui 16 sprovvisti del permesso di soggiorno. Sono state inoltre riscontrate varie forme di precarietà e violazione delle norme contrattuali e normative del lavoro, dai contratti a “chiamata” a part-time fasulli. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 24 aprile 2024).

3.19. Trovati lavoratori in nero in una barberia a Vicenza

Durante alcuni controlli, la Guardia di Finanza di Vicenza ha scoperto tre lavoratori in nero sui 6 presenti in una barberia situata in Corso Milano a Vicenza, di questi un lavoratore era privo del permesso di soggiorno. È stata elevata una sanzione da 6.400 euro e disposta la chiusura dell’attività produttiva, con denuncia del titolare in Procura per sfruttamento del lavoro irregolare. È stata inoltre inviata la segnalazione all’Ispettorato del Lavoro di Vicenza per le verifiche e le azioni di competenza (Il Giornale di Vicenza del 16 aprile 2024).

3.20. Operaia a Ponte San Nicolò colpita alla testa da un muletto

L’infortunio è avvenuto al Sacchettificio Nazionale di Ponte San Nicolò. Per cause in corso di accertamento a cura dei Carabinieri di Ponte San Nicolò e dei tecnici dello SPISAL di Padova, una lavoratrice è stata colpita alla testa da un muletto in movimento. (Il Gazzettino e il Mattino di Padova del 24 aprile 2024).

3.21. Falsi contratti milionari e lavoratori sfruttati al Maap di Padova

Un’indagine della Guardia di Finanza di Treviso su 2 aziende della logistica con sede legale nella Marca trevigiana (fatturato da 6 milioni di euro) ha riaperto il tema degli appalti e dello sfruttamento lavorativo presso il Mercato Agroalimentare di Padova.

A seguito delle indagini, è stato scoperto un giro di falsi contratti d’appalto per 18 milioni di euro al MAAP di Padova (150 dipendenti in 29 aziende), contratti utilizzati per mascherare le esternalizzazioni dei lavoratori impiegati nel carico e scarico di prodotti ortofrutticoli. 30 imprenditori sono stati denunciati in Procura per somministrazione fraudolenta di manodopera, 2 dei quali anche per l’emissione di fatture false per operazioni inesistenti e varie violazioni tributarie.

Sul piano amministrativo, sono state irrigate sanzioni per 2,5 milioni di euro per la violazione della normativa in materia di lavoro. Le fatture false per 8,5 milioni di euro hanno consentito un’evasione dell’IVA per 1,4 milioni di euro: il gip ha quindi disposto sequestri per pari importi a carico delle società indagate. Una delle 2 società trevigiane coinvolte nell’indagine della Guardia di Finanza, a detta degli inquirenti, pare sia stata creata solo per assumere lavoratori a tempo determinato: personale che aveva superato il limite massimo consentito per legge dei contratti a tempo determinato, aggirando così la normativa a tutela del lavoro.

I lavoratori pare eseguissero gli ordini impartiti dai clienti delle società sottoposte a verifica, le quali stabilivano a piacimento i numeri di lavoratori necessari, le mansioni, gli orari, le modalità operative delle prestazioni. In alcuni casi i committenti avrebbero effettuato personalmente i colloqui di assunzione, imponendo specifiche clausole contrattuali ed erogando premi ad personam. (Il Gazzettino, Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso e L’Arena del 30 aprile 2024).

A novembre 2023, il Maap di Padova era già stato oggetto d’inchiesta per caporalato e irregolarità negli appalti, in seguito alla denuncia di ADL Cobas. La vicenda era stata in parte risolta a seguito di un accordo sindacale avviato a dicembre 2023 (vedi news 3.12. rapporto di legalità novembre 2023 e news 3.1. gennaio 2024).

  • 4. Ambiente (sfruttamento e rapina dei beni primari, patrimonio artistico, contraffazioni alimenti)

4.1. Processo per i Pfas in Corte d’Assise a Vicenza

L’udienza del 3 aprile 2024 in Corte d’Assise si è focalizzata sulla deposizione di Guglielmo Di Pierro, responsabile commerciale della Miteni Spa tra gli anni ‘80 e duemila. Di Pierro ha raccontato alla Corte che la pericolosità dei Pfas era nota in Miteni dal 1999. Decisivo, a questo riguardo, è stato il resoconto di due riunioni organizzate dalla 3M con la presenza della Dupont Spa, avvenute a marzo e a luglio 1999, in cui sono stati discussi i tempi e le modalità della dismissione della produzione di perfluoroalchilici.

Di Pierro ha dichiarato di aver immediatamente informato i vertici societari Miteni Spa della discussione, non appena rientrato in azienda dopo la riunione. Durante l’udienza sono stati sentiti come testi anche Francesco Cubatta dell’ISS, che ha relazionato sul programma 2019 di intervento sulle matrici ambientali per contrastare i Pfas, e la dott.sa Francesca Russo, responsabile della prevenzione sanitaria della Regione Veneto relativamente alla tenuta del registro tumori. L’udienza del 4 aprile 2024 ha visto la sola deposizione di Carlo Maria Gloria, in Miteni dal 1975 con numerosi incarichi, tra cui quello di vicepresidente. Gloria ha spiegato che nel 2006 fu contattato l’ISS per capire gli effetti dei Pfas sulla salute, ma non se ne fece nulla e che la Dupont nel 1998 consigliò alla Miteni di fare un monitoraggio sui PFAS nel sangue dei lavoratori dipendenti.

Per 3 anni il siero del sangue dei lavoratori fu inviato regolarmente a un laboratorio di analisi in Usa. Il medico del lavoro aziendale, Giovanni Costa, seguì tali indagini ma nelle relazioni prodotte affermò che “non esistevano pericoli per la salute ad eccezione di un aumento del colesterolo”.

L’udienza del 17 aprile 2024 si è centrata sulla lettura di un report da parte dell’avvocato Marco Tonellotto, che assiste con altri colleghi le società del servizio idrico del territorio contaminato. Il report riporta i dati dell’Arpav che dimostrano l’attuale inquinamento dell’acqua di falda intorno allo stabilimento Miteni Spa. A distanza di 5 anni dallo stop della produzione, i limiti dei Pfas nelle acque sono stati superati più volte. Questo ha consentito al portavoce delle parti civili Tonellotto di richiedere alla Procura di Vicenza, al termine dell’analisi del dossier Arpav, di estendere il capo di imputazione per la continuazione del reato di inquinamento anche perché le analisi sui pozzi spia dimostrano che l’inquinamento continua. Se la Corte d’Assise accogliesse la richiesta, sarebbe annullata ogni possibilità di prescrizione. Enrico Marcigaglia, presidente di Acque del Chiampo e già presidente Arica (la rete dei 5 depuratori della zona), e Antonio Mondardo, già presidente Arica hanno affermato, nel corso delle loro testimonianze, di essere stati “minacciati” dai vertici della Miteni Spa riguardo alla questione dei limiti di Pfas fissati dopo il 2013 per il collettamento delle acque reflue da far affluire al depuratore di Trissino.

In particolare, Enrico Marcigaglia, presidente Arica sino al 2015, ha affermato che “le indagini del 2013, dopo la relazione del CNR sui Pfas, hanno appurato un milione di nanogrammi di Pfas per litro d’acqua (oggi il limite nazionale è di 500 ppm); dalle analisi oltre il 90% dei Pfas che affluiscono al depuratore sono della Miteni Spa; l’incontro con Miteni Spa ha portato la dichiarazione dell’azienda che non erano in grado di ridurre significativamente tale apporto al depuratore, che limiti rigidi avrebbero portato a fermare la produzione e che in tale caso la società avrebbe avviato un’azione legale per danni”.

L’udienza del 18 aprile 2024 ha visto la deposizione della teste Loredana Musumeci, direttrice dal 2008 al 2016 del Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) la quale ha affermato: “fino ad aprile 2013 non avevamo mai trattato il problema PFAS, per cui quando dal Ministero ci chiesero informazioni sui limiti ne sapevamo ben poco; la relazione consegnata due mesi dopo era inevitabilmente lacunosa sulle conoscenze; solo con il secondo parere (gennaio 2014) abbiamo formulato per l’acqua destinata al consumo umano degli obiettivi (livelli di performance) da perseguire”.

L’udienza del 24 aprile 2024 ha visto la deposizione del tecnico di Alto Vicentino Servizi (AVS), Mauro Lanzi, in azienda dal novembre 1996 con il compito di monitorare la massa inquinante che gestisce il depuratore.

Lanzi ha dichiarato che la ditta era attenta a rispettare i parametri di legge. La Miteni Spa ottenne più deroghe temporali sui tensioattivi (tra cui la famiglia chimica dei Pfas). La ditta è stata autorizzata agli scarichi sin dal 1988. Avs avrebbe potuto assegnare penali oppure rivolgersi alla Procura, o sospendere o revocare l’autorizzazione, ma per Miteni Spa non è mai accaduto. Per i tensioattivi la deroga è stata portata a 10 microgrammi per litro (limite di 4 microgrammi per litro), e poi a 25 microgrammi per litro, atteggiamento simile a quanto fatto per altre aziende presenti in valle. (Il Giornale di Vicenza del 4,5,18,19 e 25 aprile 2024; Corriere del Veneto del 18 aprile 2024).

4.2. Rifiuti e amianto abbandonati a Corbola

La Guardia di Finanza di Venezia ha scoperto con un controllo aereo una discarica abusiva situata in mezzo a campi agricoli nel Delta del Po, a Corbola, e contente 5 tonnellate di rifiuti, tra cui amianto, detriti da demolizioni di eternit, scarti di lavorazioni edili, serbatoi di metallo, elettrodomestici, pneumatici, tubazioni, plastiche, ferro e legno. L’area è stata sequestrata dai finanzieri di Adria (RO) e l’imprenditore agricolo conduttore del fondo è stato denunciato per il reato di abbandono incontrollato di rifiuti. (Corriere del Veneto del 7 aprile 2024).

4.3. Rogo alla TOP Car di San Biagio di Callalta, guasto elettrico o dolo

Nella notte del 1 aprile 2024, un incendio nel cortile esterno della TOP Car, azienda specializzata nella commercializzazione di veicoli industriali a San Biagio, ha bruciato completamente 2 camion e parzialmente danneggiato altri 2. I pompieri hanno impiegato 4 ore per spegnere le fiamme. A fiamme spente, sono stati avviati gli accertamenti per stabilire l’origine dell’incendio. I Carabinieri non escludono che si tratti di atto doloso. (La Tribuna di Treviso del 2 aprile 2024).

4.4. Lastre di eternit sparse per il Montello

Nel Comune di Nervesa della Battaglia sono state recuperate grosse lastre di eternit abbandonate in più punti, mettendo a grave rischio la salute umana e l’ambiente. In altri punti isolati del Montello sono state abbandonate anche macerie da demolizione. Si spera, grazie agli impianti di videosorveglianza, di risalire ai responsabili di tali condotte. (Il Gazzettino del 9 aprile 2024).

4.5. La Guardia di Finanza di Rovigo trova 2.000 prodotti alimentari irregolari

La Guardia di Finanza di Rovigo ha trovato in 3 negozi polesani (su 10 che sono stati oggetto di controlli) quasi 2.000 prodotti alimentari di provenienza straniera, privi delle informazioni in italiano sulla tracciabilità. È stato disposto il sequestro dei prodotti (salse, farine, latte, dolciumi, spezie, pesce, bevande, infusi) e comminata la multa amministrativa. (Corriere del Veneto del 12 aprile 2024).

4.6. Cacciatori e illegalità a Rovigo, presentato il rapporto stagione venatoria 2023- 2024

La Polizia provinciale di Rovigo (12 agenti) ha presentato il bilancio dei controlli nell’ultima stagione venatoria conclusa il 31 gennaio 2024. I dati: 525 cacciatori controllati; 1.290 servizi di vigilanza: 18 servizi nautici di controllo; 17 aziende faunistiche venatorie controllate; 12 denunce penali e 120 verbali amministrativi per 14.622 euro. In Polesine i cacciatori sono 1.800, con una circolazione in provincia di 5.000 sul totale regionale di 33.000 cacciatori. Le tipologie di reati penali e amministrativi riguardano: uso di richiami acustici; omessa custodia di armi e munizioni; caccia a specie protette; uso del collare con dispositivo elettrico sui cani da caccia. (Corriere del Veneto del 21 aprile 2024).

4.7 Discarica di materiali militari a Marghera

Nel cavalcavia tra Mestre e Marghera di via Pila sono state scaricate grandi quantità di sacchi a pelo, vecchie mimetiche dell’Esercito, materassi e altro materiale di analoga provenienza, ora sotto sequestro. La polizia locale, insieme a Carabinieri e militari dell’Esercito, ha effettuato un sopralluogo dell’area e disposto delle indagini per risalire agli autori del gesto. Si ritiene si possa trattare di materiale rubato e poi abbandonato. (Il Gazzettino del 1 6 e 17 aprile 2024).

4.8 Sequestrati in ristorante a Mestre mille chili di carne e pesce

Un ristorante situato in via Dante a Mestre conservava in modo precario, senza indicazioni di provenienza, conservazione e scadenza 1.000 chili di carne, pesce e tartarughe. A seguito del controllo disposto da Polizia di Stato, Uls 3 e Polizia locale, sono state riscontrate condizioni igieniche non idonee ed è stato quindi disposto il sequestro del cibo e la chiusura del locale. Il locale potrà riaprire solo dopo la messa a norma e l’esito positivo di una nuova ispezione del SIAN dell’ULSS 3. Si tratta del terzo locale a Mestre chiuso per condizioni igieniche inadeguate o cibo senza tracciabilità in soli 45 giorni. (Corriere del Veneto del 19 aprile 2024).

4.9. Due indagati a Verona per maltrattamenti e uccisioni di animali non necessarie

Le indagini preliminari riguardanti la società farmaceutica Aptuit di Verona (gruppo Evotec) si sono concluse con 49 animali sequestrati e 2 indagati (l’ex presidente del CdA e una veterinaria) con l’accusa di maltrattamenti e uccisioni di animali non necessarie. La Lega antivivisezione aveva segnalato a settembre 2021 un carico di cani in arrivo alla Aptuit destinati alla sperimentazione e aveva condotto una battaglia con denunce alla Procura su tale pratica. Il PM aveva inviato medici veterinari, polizia giudiziaria e Carabinieri forestali per effettuare controlli. Ad agosto 2022 il GIP ha disposto il sequestro di 25 animali (cani, macachi, altre scimmie) e affidato la loro custodia alla LAV. L’accusa alla società farmaceutica parla di “box privi di cucce per i cani scarsamente igienizzati; terapie inadeguate; condizioni al limite per la vivibilità dei primati”. (L’Arena e Corriere del Veneto del 19 aprile 2024).

4.10. Controlli della Guardia di Finanza di Venezia su attività gestite da cittadini di origine straniera

La Guardia di Finanza di Venezia ha effettuato una serie di controlli su attività gestite da alcuni cittadini di origine bengalese e cinese nel Comune di Venezia. A seguito dei controlli su 14 negozi sono stati sequestrati 17.350 prodotti contraffatti e sono stati ritirati dagli scaffali 63 chili di alimenti, con sanzioni per 16mila euro. Sono stati inoltre trovati 3 lavoratori in nero e individuati 15 gestori di attività che non rilasciavano scontrino fiscale. Sono stati individuati anche un “money trasfer” pieno di articoli contraffatti e documenti d’identità denunciati come smarriti, 3 locazioni turistiche appartenenti ad un unico proprietario che dichiarava redditi irrisori, tali da far scattare l’indagine fiscale. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 23 aprile 2024; La Nuova Venezia del 24 aprile 2024; Corriere del Veneto del 26 aprile 2024).

4.11. Vongole sequestrate e rigettate in mare a Chioggia

I Carabinieri di Chioggia hanno trovato un pescatore intento al lavoro nel canale di Pellestrina in acque vietate. Attaccate alla motopesca c’erano 7 corde calate in acqua alle cui estremità erano agganciate ceste traforate contenenti 1,5 quintali di vongole di mare. I Carabinieri hanno disposto il sequestro e rigettato in mare le vongole. È stata comminata una sanzione di 4.500 euro. (La Nuova Venezia del 24 aprile 2024).

  • 5. Pubblica Amministrazione (corruzione, danni patiti, peculato, truffa)

5.1. Inchiesta a Venezia sulla cricca delle imprese fittizie che rubava i soldi del Pnrr

La Guardia di Finanza di Venezia, coordinata dalla Procura Europea (Eppo), ha svelato una maxi truffa ideata per mettere le mani sui fondi europei. A seguito delle indagini, sono stati disposti 22 arresti (7 in Veneto), tra cui quello di un ex campione di sci. Erano 23 le imprese fittizie interessate a intascare illegalmente i fondi del Pnrr 2020-2026, tra cui 4 a Venezia e 1 a Verona. Sono state quindi emesse misure cautelari a carico di 24 indagati (8 in carcere, 14 ai domiciliari, e 2 interdittive alla professione), di cui 4 veneti. In cella, sia l’ex campione di sci Alexander Mair che il patron della Pistoiese calcio, De Simone.

Le perquisizioni hanno interessato molte regioni italiane: Veneto (5 province coinvolte ad eccezione di Padova e Vicenza), Lombardia, Trentino Alto Adige, Friuli, Toscana, Lazio, Campania, Puglia. Perquisizioni e sequestri anche in 3 Stati esteri: Austria, Slovacchia, Romania.

La tecnica presumibilmente utilizzata per accedere ai fondi del Pnrr (1,2 MLD di euro destinati a questa missione) era semplice: inizialmente veniva presa la prima tranche a fondo perduto di 150mila euro, destinata alle piccole e medie imprese per l’internazionalizzazione, la digitalizzazione e l’innovazione del sistema produttivo e poi l’impresa spariva del tutto. In questo modo sarebbero stati intascati 17 milioni di euro. La segnalazione iniziale che ha dato via all’indagine è partita nel 2022 dalla Simest del gruppo Cassa Depositi e Prestiti Spa. I controlli, effettuati in seguito ad operazioni sospette, hanno permesso di bloccare la maggioranza delle operazioni prima dell’erogazione. Successivamente sono stati sequestrati alcuni beni, presumibilmente frutto del riciclo dei proventi illeciti (ville, appartamenti, somme in criptovalute, auto, orologi e gioielli di lusso).

Pare inoltre che i contanti sparissero in Romania, Slovacchia e Austria dove l’organizzazione aveva basi logistiche e conti, con le società cartiere distribuite in tanta parte delle province italiane. Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno avuto un ruolo decisivo nella scoperta della truffa. Tra il materiale sequestrato, c’è un PC quantistico di ultima generazione in grado di simulare bilanci e documentazione, compresa la connessione da un paese distante migliaia di chilometri, presumibilmente usato per spostare le risorse e ostacolare le indagini telematiche. Erano stati inoltre riempiti i cassetti fiscali di varie società per un importo complessivo di 530 milioni di euro con i vari bonus, ecobonus e superbonus (misura M2-C3 Investimenti 2.1 del PNRR ovvero un pacchetto di oltre 13 MLD di euro della UE), da qui la decisione della custodia cautelare in carcere per il vertice del sodalizio, per il timore della reiterazione del reato. Sono al vaglio della Procura Europea altre 50 posizioni soggettive per la contestazione di associazione a delinquere, truffa, falso in bilancio, autoriciclaggio. Il Gip Matteoli scrive di “una struttura efficiente con società di comodo, professionisti e consulenti compiacenti, conti esteri, e non marginale una rete di consulenze all’interno di Simest”.

Dei 530 milioni di euro intascati, 306 sono quelli ceduti a terzi e oltre 223 milioni quelli trattenuti, di cui però solo 19 quelli già monetizzati. Nei giorni prossimi si terranno gli interrogatori di garanzia, compresi quelli dei 4 imputati in carcere in Italia. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino, La Nuova Venezia, Il Sole 24 Ore, Giornale di Vicenza e L’Arena del 5 aprile 2024; Giornale di Vicenza e L’Arena del 6 aprile 2024; L’Arena del 8 aprile 2024).

5.2. Bonus Facciate, truffa da 3 milioni di euro alle Poste italiane a Rovigo

Gli indagati avrebbero finto di sistemare la facciata di circa 30 abitazioni (28 cantieri in 10 province italiane) per intascarsi i proventi dei bonus edilizi post pandemia. La maxi truffa è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Rovigo e coordinata dalla Procura.

La Procura di Rovigo ha chiesto il rinvio a giudizio per un’organizzazione di 9 persone, contestando i reati di indebite percezioni di erogazioni pubbliche, false attestazioni a ente pubblico, truffe aggravate ai danni di ente pubblico, riciclaggio e autoriciclaggio.

Sono stati disposti sequestri da oltre 754mila euro. I crediti sono stati ottenuti senza aprire cantieri, coinvolgendo nella truffa all’erario e a Poste Italiane Spa ignari proprietari di immobiliari e professionisti. Gli artifici e raggiri (falsi lavori e falsi crediti) dei crediti vantati erano venduti a Poste Italiane Spa. Solo i soldi incassati erano reali.

L’organizzazione era composta da un coordinatore principale e da 3 diverse società. Sono ben 7 i residenti polesani coinvolti nella truffa tra Rovigo, Lusia, Lendinara e Polesella. Finito sotto inchiesta per favoreggiamento, anche un avvocato difensore. (Corriere del Veneto e Il Gazzettino del 10 aprile 2024).

5.3. Avviato il processo a Vicenza del caso Jannacopulus

L’11 aprile 2024 si è avviato il dibattimento (PM Serena Chimici e Gianni Pipeschi) che ha coinvolto Jannacopulus, un editore televisivo di parecchie emittenti locali, accusato di minacce e stalking contro il direttore generale della ULSS Pedemontana di Bassano del Grappa, Carlo Bramezza. Accusa e difesa hanno presentato una lista di 137 testimoni, tra cui tantissimi personaggi noti appartenenti alle Istituzioni, alla Politica e alla Sanità Veneta. Si tratta ora di vedere se il giudice stralcerà, e con quale criterio, tale lista. Il Direttore Generale Bramezza ha inviato un comunicato stampa in cui auspica la chiarezza della vicenda che, a suo parere, è andata molto oltre il diritto di cronaca.

La difesa dell’indagato ha ribadito che non c’è stato “nulla di illecito” nei 925 servizi televisivi realizzati sull’Ospedale di Bassano in 20 mesi. Il difensore di Jannacopulus ha chiesto in udienza il proscioglimento del cliente, puntando sull’accusa da riformulare. Le questioni preliminari sollevate dalla difesa sono contestate sia dal PM sia dalla parte civile, che ritengono l’impuntatura della difesa sull’imputazione principale (da definire con precisione quando e come sarebbero state prodotte le minacce) funzionale alla difesa. Il giudice Giulia Poi ha deciso un rinvio dell’udienza al 6 giugno 2024, data in cui definirà anche questa richiesta sui capi di imputazione. L’Azienda ULSS N°7, in aula come parte offesa, ha deciso di non costituirsi parte civile, riservandosi di farlo in altre sedi. (Il Gazzettino del 9 aprile 2024; Il Giornale di Vicenza del 11 e 12 aprile 2024; Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 12 aprile 2024).

5.4. Seconde case al setaccio ad Auronzo di Cadore, trovati 43 evasori Imu

La Guardia di Finanza di Auronzo di Cadore ha effettuato dei controlli su alcune abitazioni, registrate come residenza principale, ma presumibilmente utilizzate come seconde case. A seguito dell’incrocio dei dati e dei sopralluoghi sono state individuate 43 false prime case, i cui proprietari evitavano in questo modo di pagare l’IMU e godevano di agevolazioni sulle utenze, luce e gas, rifiuti. Il fenomeno, dichiara la Guardia di Finanza, risulta molto diffuso in tutto il Veneto. (Corriere del Veneto del 11 aprile 2024).

5.5. Ispezione dei Nas dei Carabinieri, chiusa la fattoria didattica “La Decima” di Montecchio Precalcino

A causa della mancanza di autorizzazioni e di altre irregolarità, il Comune di Montecchio Precalcino ha emesso un’ordinanza di chiusura della fattoria didattica “La Decima”. Il controllo è stato effettuato dai NAS dei Carabinieri di Padova, dai tecnici della Uls N°7, dai Carabinieri di Dueville il 9 aprile 2024. La società agricola ospitava senza autorizzazioni più di 20 bambini dai 3 ai 6 anni per attività ludico-ricreativa e per la refezione. È stata disposta una multa da 3mila euro e redatto un verbale di contestazione, tenendo conto che questa attività, offerta dal lunedì al venerdì, si mette in competizione con l’offerta territoriale delle scuole dell’infanzia. I controlli nelle fattorie didattiche fanno parte di un piano qualitativo voluto dalla Regione Veneto. Il Comune fa sapere che, una volta sanate le irregolarità e ottenute le necessarie autorizzazioni sulla missione da svolgere, la struttura potrà riaprire. (Il Giornale di Vicenza del 12 aprile 2024).

5.6. Incarichi illegittimi a Mario Plebani, noto medico padovano. Sanzione della Corte dei Conti

Mario Plebani, noto medico padovano ora in pensione, già direttore dei servizi Diagnostici dell’Azienda Ospedaliera di Padova, è stato condannato dalla Corte dei Conti del Veneto a risarcire l’Università di Padova di 440mila euro. La cifra deriva dallo svolgimento di incarichi e consulenze affidate da imprese nel quinquennio 2015-2020, quando era ancora in servizio.

Per la Corte dei Conti, le consulenze erano troppe, tanto da equiparare, se non superare, in termini di tempo, il suo incarico pubblico, violando così il principio di esclusività nella pubblica amministrazione. Inoltre, l’attività extra universitaria avrebbe determinato un conflitto di interesse, visto che alcune imprese intrattenevano rapporti commerciali di forniture con l’Azienda Ospedaliera di Padova. La vicenda è stata segnalata alla Corte dei Conti il 25 maggio 2020 dalla Guardia di Finanza di Padova.

Con la citazione del 27 aprile 2023 dell’accusa al docente è stato chiesto un risarcimento di più di 1 milione di euro, ridotto, con la sentenza 28/2024, a 440mila euro. Plebani annuncia ricorso in Appello al Consiglio di Stato a Roma. (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 11 aprile 2024; Corriere del Veneto del 12 aprile 2024).

5.7. Processo a Padova per i lavori della curva sud dello stadio Euganeo

L’udienza in Tribunale a Padova del 13 aprile 2024 ha visto il rinvio a giudizio di 7 imputati per vari reati: turbativa d’asta; subappalto illecito; lesioni personali colpose; violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro; favoreggiamento personale.

Dei sette imputati, cinque sono collegati alle imprese coinvolte e 2 sono dipendenti del Comune di Padova (un dirigente dei lavori pubblici e un RUP). La prima udienza preliminare è stata calendarizzata per il 28 ottobre 2024. Il PM Benedetto Roberti della Procura di Padova, davanti al GUP Maria Luisa Materia, ha affermato che “la ditta prescelta è stata selezionata per lavori da farsi in fretta per avere i voti dei tifosi del Padova Calcio”.

In definitiva, sia il sindaco Giordani sia l’assessore Bonavina (prosciolti da qualsiasi accusa) avrebbero esercitato, a detta della Procura, la loro influenza sui funzionari per accelerare i tempi di realizzo il più possibile, assegnando i lavori ad una ditta che non aveva i requisiti necessari per eseguire l’opera. Le indagini effettuate nel 2021 hanno portato ad evidenziare alcune irregolarità: numero di lavoratori diretti scarsissimo; strumenti mancanti; ditta in subappalto non in regola con i pagamenti della Cassa Edile; infortunio non denunciato di 1 lavoratore occorso al gruista mancante del patentino di guida della gru; dichiarazioni false allo SPISAL per coprire questo infortunio; violazioni delle norme sulla sicurezza e lesioni. Il Comune di Padova si è costituito parte civile (Corriere del Veneto del 14 aprile 2024; Corriere del Veneto e Gazzettino del 17 aprile 2024).

5.8. Bonifiche di Porto Marghera: condannati 3 ex dirigenti regionali

La vicenda trae origine dal Piano Integrato Fusina (PIF) per il risanamento del bacino scolante di Venezia, unito allo smaltimento dei reflui industriali di Porto Marghera con il pagamento alla società di gestione SIFA di 25 milioni di euro della Regione Veneto.

La transazione è finita sotto il controllo della Corte dei Conti, che ha assolto Giancarlo Galan, presidente della GRV, gli assessori competenti Renato Chisso e Renzo Marangon, i dirigenti regionali Adriano Rasi Caldogno e Fabio Fior (per mancanza di chiari indizi di dolo e colpa grave). Sono stati invece condannati a pagare all’ente Regione 270mila euro i 3 ex dirigenti regionali Gisella Penna, Giovanni Artico e Paola Furlanis. Il deposito della sentenza è avvenuto il 15 aprile 2024, dopo l’ultima udienza di discussione celebrata ad ottobre 2023.

Questo è uno dei PF assai travagliato (al pari del PF della SPV), per la scarsità di fanghi da conferire al nuovo impianto dovuto alla chiusura di molte imprese inquinanti nel sito industriale di Porto Marghera. La quantità minore di fanghi da smaltire rispetto alla previsione iniziale della concessione, ha obbligato la Regione Veneto a concedere, sulla base di una clausola di garanzia contenuta nel contratto originario del 2005, una transazione economica pattuita di 25 milioni di euro per la perdita di valore della produzione prevista. Per la Corte dei Conti quella somma non era dovuta, da qui la condanna dei 3 ex dirigenti regionali. (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 16 aprile 2024).

5.9. Truffe fondi Covid, in 5 patteggiano in Tribunale a Padova

La vicenda è legata alle erogazioni versate dallo Stato alle imprese in difficoltà negli anni 2020 e 2021 (pandemia Covid) e in alcuni casi ottenute attraverso la presentazione di documentazione falsa, come ad esempio l’alterazione del bilancio. In Tribunale a Padova il 16 aprile 2024 tutti gli indagati hanno patteggiato una pena tra i 12 e i 14 mesi.

I soldi truffati allo Stato nelle varie province venete e italiane ammontano a circa 1 milione di euro. Il denaro è finito, con triangolazioni estere, nelle casse di altre società con sedi in Romania (Corriere del Veneto, Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 17 aprile 2024).

5.10. Regalie in cambio di appalti per lo smaltimento dei rifiuti, indagato il direttore di Amia Verona

Il direttore di Amia, l’azienda municipalizzata dell’igiene ambientale di Verona, Ennio Cozzolotto è indagato a Reggio Emilia (indagine Leonida), con un altro dipendente Amia, per una vicenda di favori e regali in cambio dell’affidamento di appalti sullo smaltimento di rifiuti bellici. Le indagini sui casi di corruzione (escort, bottiglie di champagne, pernottamenti in hotel, cene, buoni carburanti, ingressi allo stadio) e prostituzione della Procura di Reggio Emilia hanno portato a 5 misure cautelari (1 misura restrittiva della libertà, 4 interdittive) e a 14 avvisi di garanzia.

Amia è esclusa dall’indagine come società, e Cozzolotto ha dichiarato la propria estraneità all’indagine. Il direttore di Amia è indagato per il reato di rivelazione del segreto d’ufficio e turbata libertà degli incanti, per una procedura negoziata finalizzata alla ricerca di operatori economici interessati a produrre offerta per la fornitura di cassonetti usati, indetta da AMIA nel giugno 2023. (L’Arena del 17 e 18 aprile 2024; Corriere del Veneto del 18 aprile 2024).

5.11. Processo Mose a Venezia: dopo 10 anni ancora un rinvio

Si tratta del filone del procedimento per l’accusa di responsabilità amministrativa che la Procura muove alle imprese, a suo tempo coinvolte nello scandalo delle tangenti. Per il pm Stefano Buccini, le società si sarebbero avvantaggiate dei raggiri messi in atto dai propri ex amministratori nel creare fondi neri, sovra fatturazioni e tangenti e ottenere per questa via lavori.

Il 15 aprile 2024 il gup Luca Marini ha dichiarato di non aver ricevuto il fascicolo con gli atti del procedimento e di non poter valutare il caso. Per questo motivo l’udienza è stata nuovamente rinviata e fissata al 4 e 11 ottobre 2024.

Per tale data il gup Marini sarà già in pensione e un nuovo giudice dovrà studiare il caso, presumibilmente con un ulteriore rinvio. Nel frattempo, alcuni capi di imputazione sono caduti in prescrizione e mentre sono rimaste in piedi le accuse al presidente del Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta per la tangente da 500mila euro che ha evitato controlli e rilievi alle imprese. L’ex assessore regionale Renato Chisso è uscito dal processo con il patteggiamento. In definitiva, le 3 imprese indagate (Consorzio Venezia Nuova, Grandi Lavori Fincost, società Italiana Condotte), devono rispondere in solito per 1 milione di euro. (Corriere del Veneto, IL Gazzettino e La Nuova Venezia del 16 aprile 2024)

5.12. Processo per tangenti a Santa Maria di Sala: scontro in aula sulle intercettazioni

In apertura dell’udienza del 15 aprile 2024, le difese degli imputati hanno presentato in Tribunale a Venezia un’eccezione sull’utilizzabilità del virus che ha captato le telefonate da parte del PM Federica Baccaglini della Procura di Venezia.

Continua la battaglia legale delle difese, a colpi di eccezioni sul processo per il giro di tangenti in cambio di autorizzazioni urbanistiche nel comune veneziano. Il gup Daniela Defazio deciderà sul punto il 5 giugno 2024, quando le difese dovranno decidere quale rito scegliere. Nel frattempo, gli imputati principali che hanno trovato un accordo con la Procura di patteggiamento saranno in aula il 20 maggio 2024 per l’esame del GUP. (Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 16 aprile 2024).

5.13. Processo a Vicenza per i finti vaccini per ottenere il green pass

Il 16 luglio 2024 in Tribunale a Vicenza è stata fissata l’udienza preliminare a carico di 18 indagati dalla Procura berica per l’ipotesi di falso ideologico. Si tratta del processo per il caso dei finti vaccini che ha coinvolto alcuni personaggi famosi, tra cui la cantante Madame e la tennista Camila Giorgi.

Al medico Volker Erich Goepel, si è aggiunta l’imputazione per il reato di peculato. Stralciate 6 posizioni tra cui i vertici dell’organizzazione (dott.sa Grillone Tecioiu e il compagno Andrea Giacoppo) che hanno chiesto di patteggiare la pena. Grillone Tecioiu è accusata anche di corruzione per i regali e soldi ricevuti. La sola Grillone Tecioiu, nei mesi tra aprile e dicembre 2021, ha somministrato 1.940 vaccini di cui, a detta dell’ASL berica, 640 falsi.

Di quelli falsi ne hanno beneficiato almeno 320 cittadini, interessati a ottenere il green pass per potersi spostare nel periodo delle restrizioni. (Il Giornale di Vicenza del 18 aprile 2024)

5.14. Riciclaggio all’Ater di Padova, si va verso il patteggiamento

Il 23 aprile 2024 in Tribunale di Padova si è tenuta davanti al gup l’udienza per i 19 imputati che misero a disposizione di un impiegato Ater di Padova i loro conti. L’udienza si è conclusa con un rinvio al 10 e al 30 maggio 2024. Tre indagati puntano alla preliminare, 1 all’abbreviato e 15 al patteggiamento. L’oggetto della discussione, ancora molto lontana da una conclusione condivisa, tra pm e legali delle difese, riguarda l’entità della confisca a carico di ogni singolo imputato. I soggetti indagati avrebbero messo a disposizione dell’impiegato Ater i loro conti per intascare il trasferimento del denaro rubato all’Ater.

Nell’arco di 6 anni, tra il 2015 e il 2021, sono stati sottratti all’Ente pubblico 480.226,97 euro, con decine di operazioni di rimborsi a inquilini del tutto fasulle, in cui il denaro, dopo il passaggio dai conti degli indagati grazie alla fornitura dell’IBAN, tornava nella disponibilità del dipendente Ater. (Il Mattino di Padova del 24 aprile 2024).

  • 6. Droga (narcotraffico, spaccio di grosse quantità, situazioni di allarme sociale)

6.1. Droga a Padova, sequestrati 3 chili e disposti 7 arresti

La Squadra mobile di Padova ha intensificato i controlli in città nel week end di Pasqua sequestrando 3,5 chili di droga (hashish, marijuana e eroina) e arrestando 7 persone. È stato inoltre disposto il sequestro del denaro, provento dell’attività di spaccio. (Corriere del Veneto del 31 marzo 2024).

6.2. Fiale di ormoni illegali sequestrate a personal trainer a Campolongo Maggiore

La Procura di Venezia, a seguito di un’indagine della Guardia di Finanza di Padova, ha indagato per i reati di utilizzo e somministrazione di farmaci e altre sostanze dopanti un residente a Campolongo Maggiore (VE), presunto fornitore di ormoni illegali a Padova e Venezia.

Nel corso della perquisizione domiciliare, sono state trovate 11 dosi del medicinale illegale e 3mila euro in contanti, probabile provento dell’attività. L’ormone in questione, venduto in palestre agli appassionati di body building, è solitamente utilizzato per aumentare la massa muscolare e la capacità di sottoporsi ad allenamenti massacranti, riducendo la percentuale di grasso corporeo. Il fornitore è stato denunciato alla Procura di Padova e Venezia, mentre per i clienti sono in corso accertamenti su possibili danni alla salute e alterazione di risultati delle competizioni. (Corriere del Veneto. Il Gazzettino, Il Mattino di Padova del 4 aprile 2024).

6.3. Centrale di spaccio a Padova nel negozio di kebab, con minori usati come corrieri

Il gestore di un negozio di kebab di Padova si trova ora in carcere, mentre sono stati denunciati anche i 3 complici, trovati in possesso di denaro e gioielli che si pensa siano stati usati dai clienti per pagare la droga. Pare che la droga venisse ordinata al negozio e consegnata da corrieri minorenni, quasi tutti di origine nordafricana.

Il gip Domenica Gambardella (pm Sergio Dini), su indagini della Procura e della squadra mobile della Polizia di Stato di Padova, ha firmato il sequestro del negozio di via Chiesanuova a Padova e l’arresto di 4 indagati.

Due dei 4 arrestati risultano latitanti, mentre uno degli arrestati era già in carcere per altri reati. Si parla di centinaia di consegne a domicilio e di ogni genere di stupefacente. A Padova, sono già 50 in pochi mesi i casi di baby pusher, sotto i 15 anni e quindi non imputabili, a conoscenza della Questura. (Corriere del Veneto del 6 e 7 aprile 2024).

6.4. Processo a Venezia per il traffico di eroina pura dalla Turchia

Il pm Laura Cameli, nell’udienza del 8 aprile 2024 in Tribunale a Venezia (processo di primo grado a rito ordinario), ha chiesto 22 anni di pena per un soggetto di origine turca con residenza a Varese, arrestato nel 2021 nell’ambito dell’operazione “Wolf”. Il soggetto pare fosse a capo dell’organizzazione criminale che portava grandi quantità di eroina purissima a Mestre.

La droga veniva smistata in due centrali operative del nord Italia a Este e a Varese. L’indagine è stata avviata nel 2018 e ha portato nel 2021 ad 8 arresti quando, in un albergo di Marghera era stato trovato un carico di 42 chili di eroina purissima. La droga viaggiava nascosta negli estintori dei TIR che sbarcavano nei porti del sud Italia, Trieste e Venezia. Qui i trafficanti si incontravano in stazione e parcheggi per il recupero della merce che poi ripartiva per Este e Varese.

La requisitoria della difesa nella stessa udienza ha lungamente insistito che era il figlio ad avere i contatti con gli altri coimputati e non il padre a processo (l’uomo non ha mai collaborato alle indagini ed ha scelto il processo di primo grado a rito ordinario). Il 2 maggio 2024 attesa la sentenza (giudice Stefano Manduzio). (Corriere del Veneto, Il Gazzettino, Il Mattino di Padova e La Nuova Venezia del 9 aprile 2024).

6.5. La cantina della zia a Verona diventa il deposito di hashish. Patteggia la pena

Il giovane, arrestato il 7 novembre 2023, aveva nascosto nella cantina della zia 8 chili di hashish, 4 etti di marijuana e 11 barattoli di resina Thc (principio attivo per 3,5 chili e sufficiente per produrre 140mila dosi), sostanze rinvenute nel corso del blitz delle forze dell’ordine. Nella cantina sono state trovate anche munizioni per arma da fuoco. La pare fosse del tutto ignara, come anche l’amico che si trovava con lui al momento dell’arresto. Nell’udienza l’8 aprile 2024 gup Paola Vacca) il soggetto ha patteggiato con 2 anni e due mesi e 10mila euro di multa. (L’Arena del 9 aprile 2024).

6.6. Cocaina dal Sudamerica, a Verona l’intermediario patteggia 5 anni

L’organizzazione criminale era in grado di trasportare chili di stupefacente ogni mese dal Sudamerica all’Italia. La Polizia, seguendo le tracce di un sequestro, tramite agenti sotto copertura era riuscita a farsi consegnare 10 chili di cocaina nel corso di un’operazione avvenuta il 18 luglio 2019. Nel 2022, in Tribunale a sono stati condannati 2 corrieri della droga. In udienza in Tribunale a Verona il 9 aprile 2024 (GUP Marzio Bruno Guidorizzi) l’intermediario della merce ha patteggiato 5 anni. Resta ora a processo di primo grado a rito ordinario uno dei trasportatori della cocaina. (L’Arena del 10 aprile 2024).

6.7. Ordinava la droga alla cella del Due palazzi a Padova

Il detenuto aveva nascosto il telefono cellulare con una scheda telefonica, una chiavetta USB e un auricolare, in un posacenere in legno. Tramite il cellulare, il detenuto ordinava la merce all’esterno del carcere. Il cellulare, prima del sequestro ad opera della polizia penitenziaria avvenuto un anno fa, passava di cella in cella nel carcere del Due Palazzi, permettendo così agli altri detenuti di ordinare la droga. Il PM Benedetto Roberti della Procura di Padova ha chiesto il processo per 21 persone, tra cui molti nomi noti della criminalità della sezione seconda della Casa di reclusione (detenuti condannati in via definitiva con condanne superiori a 5 anni). Tra gli imputati, ci sono anche soggetti esterni complici del traffico. (Il Mattino di Padova del 5 aprile 2024).

6.8. Serra e piantagione con oltre 2.500 piantine di marijuana a San Donà di Piave

La Polizia di Stato anticrimine di Jesolo ha scoperto in un giardino privato una serra con 544 piante di marijuana, già alte 60 centimetri, e 46 vasi con altre 1.844 piantine più piccole. Il proprietario dell’abitazione, il figlio e un altro soggetto residente nell’abitazione sono stati arrestati. Durante la perquisizione sono stati trovati anche un’arma non denunciata, 1 chilo di hashish suddiviso in panetti e 5mila euro. È stato disposto il sequestro della serra, di un’auto di lusso, delle chiavi di 2 BMW, di orologi di pregio e dell’arma. Nel corso dell’udienza preliminare del 8 aprile 2024, ha preso la parola il proprietario dell’abitazione per confermare che l’arma è stata trovata nei campi e che la serra e la piantagione era per la produzione di cannabis legale (non a fini di spaccio) e per dare lavoro a 3 immigrati residenti nella casa. Il giudice Daniela Defazio ha disposto gli arresti domiciliari degli imputati (il PM Stefano Buccini aveva chiesto il carcere per la detenzione illegale della pistola). (Il Gazzettino e La Nuova Venezia del 9 aprile 2024).

6.9. Maxi traffico di droga a Eraclea (VE): torna il rischio carcere per 18 indagati.

Il Tribunale del Riesame aveva scarcerato 10 cittadini albanesi arrestati a novembre 2023 e accusati dalla Dda di Venezia di aver messo in piedi, tra le province di Padova, Venezia e Treviso (con basi logistiche a Eraclea e Musile di Piave), un colossale e redditizio traffico di droga da oltre 1 milione di euro al mese. Ora la Cassazione ha stabilito che la scarcerazione era sbagliata e che il Riesame debba riesaminare il caso. Durante le indagini sono stati sequestrati oltre 400 chili di stupefacente, per un valore superiore a 34 milioni di euro. La droga veniva scaricata in Olanda e portata a destinazione in Italia tramite auto con il doppiofondo.

La pm della Dda di Venezia, Lucia D’Alessandro, aveva ottenuto dal GIP Maria Rosa Barbieri 14 misure cautelari di cui 10 in carcere. Per un cavillo procedurale, le difese degli imputati avevano ottenuto la scarcerazione dal Riesame.

Ora la Cassazione ha accolto il ricorso della Dda e, in attesa di conoscere le motivazioni della Corte Suprema, il Riesame deve rivalutare la decisione della Cassazione. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 11 aprile 2024)

6.10. Spacciavano droga al parco a Monselice, sequestrato 1 chilo di cocaina

La Guardia di Finanza teneva d’occhio da tempo la piazza dello spaccio di parco Buzzacarini a Monselice e a seguito di un controllo in un’abitazionelimitrofa, il 10 aprile 2024, ha scoperto oltre 1 chilo di cocaina. I due soggetti residenti nell’appartamento sono stati arrestati. Il PM Andrea Zito della Procura di Padova ha disposto l‘arresto da convalidare nell’interrogatorio di garanzia davanti al GIP Claudio Marassi. Gli inquirenti sono al lavoro per risalire ai collegamenti dei grossisti che riforniscono il mercato della bassa padovana. (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 12 aprile 2024).

6.11. I carabinieri a Selvazzano scoprono una serra di marijuana

I carabinieri di Selvazzano sono stati chiamati per sedare una lite scoppiata per futili motivi tra condomini. Una volta sedata la lite, hanno deciso di effettuare dei controlli nelle abitazioni e hanno scoperto una serra di marijuana in una stanza dell’appartamento, dotata di ogni strumento utile alla produzione.

Sono quindi state sequestrate 14 piante e un bilancino di precisione. Il soggetto titolare del contratto di locazione è stato denunciato alla all’autorità giudiziaria per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. (Il Mattino di Padova del 17 aprile 2024).

6.12. Droga e soldi in casa, arrestato a Mestre

Il 9 aprile 2024 i carabinieri di Venezia hanno perquisito due appartamenti in centro a Mestre, dopo un periodo di osservazione. Nel corso della perquisizione sono state rinvenute 6mila euro in banconote di piccolo taglio, 1,2 chili di hashish, 30 grammi di cocaina, un bilancino di precisione e altro materiale utile per confezionare le dosi. È stato quindi disposto l’arresto in carcere di una persona e 2 persone sono state denunciate a piede libero. (Il Gazzettino del 18 aprile 2024).

6.13. Arresto a Padova con 2 chili di droga

I poliziotti della Squadra Mobile di Padova hanno arrestato a distanza di 2 anni lo stesso soggetto per gli stessi reati. Il cittadino di origine straniera è stato trovato a Pontevigodarzere con uno zainetto contenente oltre 2 chili di eroina e cocaina, che avrebbe consentito la fabbricazione di migliaia di dosi e un guadagno di almeno 60mila euro. È stato disposto l’arresto in carcere per il recidivo del reato di detenzione e spaccio di stupefacenti (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 19 aprile 2024).

6.14. Pesce fresco, cocaina e armi servite in un ristorante della Valpolicella

Il ristorante “mare del sud” di San Floriano di San Pietro in Cariano pare fosse la base logistico operativa di un’associazione a delinquere calabro-albanese, a detta della Procura di Verona, che riforniva tutta la rete di spaccio della Valpolicella. Sono state emesse 13 ordinanze di custodia cautelare (3 in carcere e 10 ai domiciliari) di ben 264 pagine dal GIP del Tribunale di Verona, Livia Magri.

Le indagini sono state svolte dai Carabinieri di Caprino Veronese a partire dal 2022, inseguendo un traffico di armi (2 armi sequestrate tra cui una pistola con la matricola abrasa) ed hanno portato, dopo mesi di indagini con intercettazioni ambientali e telefoniche, a trovare un vasto giro di droga (cocaina venduta con una quantità minima di 300 grammi) e armi. Il gestore del locale, Chistian Placanà è stato arrestato. (L’Arena del 23 e 24 aprile 2024)

6.15. Giovane arrestato per detenzione di 1,5 chili di hashish a Trissino

Il giovane è stato bloccato dalla Guardia di Finanza a Trissino mentre spacciava per strada. La successiva perquisizione nel suo appartamento ha fatto trovare 1,5 chili di hashish, 2 bilancini di precisione e 70 euro con tutta probabilità provento di spaccio. Sentito dal GIP Roberto Venditti (PM Gianni Pipeschi), è stata disposta la misura dell’obbligo di dimora e obbligo di presentazione quotidiana ai Carabinieri di Trissino (Il Giornale di Vicenza del 23 aprile 2024).

6.16. La squadra mobile di Vicenza, sequestra 15 chili di cocaina purissima

Sono stati arrestati due cittadini stranieri colti in flagrante durante lo scambio di droga nel garage interrato di un supermercato con a Torri di Quartesolo (VI). I due soggetti stavano trasferendo 15 panetti di cocaina da 1 chilo cadauno da un’auto all’altra. La successiva perquisizione in una abitazione ha permesso di sequestrare, oltre alla cocaina, anche 36mila euro probabile provento dell’attività di narcotraffico. La purezza della droga fa ritenere che fosse destinata a un mercato di consumatori facoltosi del nord est. La droga sequestrata ha un valore milionario sul mercato. (Il Giornale di Vicenza del 24 aprile 2024).

  • 7. Evasione fiscale e frodi fiscali (solo casi rilevanti)

7.1. Attacco hacker alla Benetton Group di Treviso

Un’organizzazione internazionale di hacker ha attaccato il gruppo Benetton Spa, sottraendo oltre 400 gigabyte di dati relativi ai clienti dell’azienda per un totale di 3 milioni di file, pare risalenti a gennaio 2023. A rivendicare l’azione sono stati gli Hunters International, pirati informatici con base operativa in Russia e Nigeria, che hanno minacciato il gruppo Benetton di pubblicare un primo stralcio di 10 documenti sensibili, con dati e contratti firmati da clienti, se entro il 6 aprile 2024 non fosse stato pagato un riscatto.

L’azienda in un comunicato ha fatto sapere che “nessuna attività è stata compromessa”.

Una volta scaduto l’ultimatum, sono stati pubblicati solo brevi estratti dei documenti. Il gruppo Hunters International pare abbia già compiuto azioni simili su ospedali e servizi sociali, come quella ai danni dell’Azienda ospedaliera di Modena, risalente a dicembre 2023. (Corriere del Veneto del 5, 6 aprile 2024; Il Gazzettino del 5 e 8 aprile 2024; La Tribuna di Treviso del 5 e 10 aprile 2024).

7.2. Imprenditore in carcere per bancarotta fraudolenta a Verona

Un imprenditore del settore edile è stato arrestato all’inizio di aprile 2024 per bancarotta fraudolenta e distrazione di beni sociali. Il 5 aprile 2024 comparirà per l’udienza di convalida davanti al Gip Livia Magri del Tribunale di Verona. Il PM Gennaro Ottaviano della Procura di Verona ha chiesto che il soggetto rimanga in carcere per evitare il “pericolo di fuga”.

L’imprenditore è titolare di diverse società, operative in vari settori e soprattutto in edilizia, a Verona e provincia, ed è accusato di aver distratto somme considerevoli che hanno portato al fallimento la società di proprietà. Dopo l’interrogatorio, il GIP ha optato per la custodia cautelare degli arresti domiciliari (L’Arena del 5 e 7 aprile 2024).

7.3. Crac Bellelli di Rovigo, rinviati a processo i 2 amministratori della società

Il buco della Bellelli Engineering Spa è stato certificato in 26 milioni di euro e il processo all’ex presidente Antonio Monesi e alla ex AD Valeria Rizzi avrà inizio il 24 ottobre 2024. Nell’udienza del 12 aprile 2024 in Tribunale a Rovigo, sono state accolte le richieste della Procura che ha accusato i due indagati del fallimento della società (febbraio 2018), di bancarotta fraudolenta, occultamento delle perdite sin dal 2015 con omissione delle passività, iscrizioni di costi sostenuti dall’azienda in ricerca e pubblicità solo ai fini di creare una maschera sulla reale crisi finanziaria, sovrastima delle commesse in corso, acquisto di crediti IVA di altre aziende che hanno ulteriormente impoverito le finanze sociali, cattiva tenuta dei libri sociali per impedire la ricostruzione del movimento di affari.

Queste azioni elencate dall’accusa avrebbero inoltre aggravato il dissesto della società a danno dei creditori. Tra questi, anche 39 lavoratori dell’impresa, che, non ricevendo lo stipendio per mesi, hanno chiesto e ottenuto il fallimento della società. L’azienda era nata nel 2003 e si era specializzata nella costruzione di macchinari per estrazione e lavorazione di idrocarburi e petroli, sino ad arrivare ad occupare oltre 100 lavoratori diretti nel 2012. (Corriere del Veneto del 13 aprile 2024).

7.4. Due imprenditori di Padova rinviati a giudizio per estorsione

Al centro della vicenda c’è la mancata restituzione al legittimo proprietario, un manager della Diako di San Biagio di Callalta (TV), di una Lamborghini Huracan GT3, usata per le gare del campionato nazionale Gran Turismo, al termine del contratto di sponsorizzazione sportiva. Sono a processo i vertici della scuderia padovana YAS 14 (ex GT Turismo Lazarus), Tancredi Pagiaro e Fabrizio Camon, con l’accusa di raggiro. La tentata estorsione ammonta a 350mila euro, quasi pari al valore dell’auto, e sarebbe dovuta all’emissione di fatture false per operazioni inesistenti ai danni della società trevigiana, molto attiva nelle sponsorizzazioni sportive, che intende costituirsi parte civile nel corso dell’udienza preliminare. I vertici della YAS 14 ritengono invece di aver esercitato il diritto alla ritenzione dell’auto nell’attesa di essere pagati, e al massimo ammettono di essere responsabili in sede civile sul contenzioso per il valore dei lavori non pagati. (Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 16 aprile 2024).

7.5. Fallimento Scuttari, condannati a 2 anni e sei mesi i due amministratori in Tribunale a Venezia

Nell’udienza del 16 aprile 2024, il Tribunale di Venezia (PM Laura Cameli, giudice Stefano Manduzio) ha ritenuto i fratelli Scuttari responsabili del reato di bancarotta della società, nota nell’ambiente veneziano e facente parte del Consorzio Venezia Nuova (gestione Mose). La società è fallita nel 2018 a seguito delle difficoltà dovute alla diminuzione dei lavori e del mancato pagamento per anni dei debiti con l’erario e con l’INPS per 8 milioni di euro. Dopo il deposito della sentenza, la difesa potrà valutare il ricorso in Appello. La ditta si occupava di estrazione e commercio di sabbia e ghiaia, nonché di trasporti marittimi. (Corriere del Veneto e Il Gazzettino del 17 aprile 2024).

7.6. Sentenza per la maxi frode sul carburante a Padova

Nel processo del 17 aprile 2024 in Tribunale a Padova per i cosiddetti “furbetti” del carburante (inchiesta Pizza Fuel), sono state emesse pene a carico di 7 imputati, per un totale di 35 anni e 1 mese, e ci sono state 11 assoluzioni. La benzina veniva venduta scontata (35 millesimi al litro) in pompe bianche situate in varie Regioni italiane, grazie all’evasione dell’Iva realizzata con triangolazioni estere e l’emissione di fatture false (società cartiere) per operazioni inesistenti. La pena maggiore è stata inflitta a Roberto Coppola, originario di Napoli e detto “O titolare”.

È stata inflitta una pena di 7 anni e 9 mesi a testa per Rino Ballan e il figlio Andrea di Monselice, 1 anno a Lucia Sgarabottolo, moglie di Rino Ballan, e 9 mesi a Simone Cinelli. Condannata anche la società Energy Group, con deposito a Cologna Veneta e sede legale a Monselice, che dovrà pagare 300 quote e le spese processuali. La gestione ai danni dell’erario poggiava su 13 imprese “filtro”, ubicate in vari Stati europei e in Italia, e formalmente intestate a prestanome. Gasolio e benzina venivano importati legalmente dalla Slovenia, pagando le accise ma non pagando l’IVA allo Stato Italiano. In 3 anni (dal 2018 al 2020) sono stati venduti 410 milioni di litri di carburanti a un centinaio di clienti italiani (pompe bianche), evadendo l’IVA per 95 milioni di euro con un giro d’affari di 433 milioni di euro. (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova del 18 aprile 2024; L’Arena del 21 aprile 2024).

7.7. Due imprenditori trevigiani stangati per evasione fiscale

Pare che due imprenditori trevigiani nascondessero i profitti delle loro attività nel settore metalmeccanico e in quello dell’arredamento per uffici in conti bancari presso paradisi fiscali. I soldi occultati al fisco ammonterebbero a 4,2 milioni di euro. La Guardia di Finanza di Firenze ha disposto una serie di controlli sugli istituti di credito svizzeri e del principato di Monaco, trasmettendo una segnalazione ai colleghi di Treviso. Dopo l’indagine della Guardia di Finanza di Treviso è stato disposto il recupero di 2,4 milioni di euro totali, comprensivi di sanzioni e interessi nei confronti dei 2 imprenditori. (La Tribuna di Treviso del 16 aprile 2024).

7.8. Centri medici Synlab chiusi in tutta Italia per attacco informatico

Il 16 aprile 2024, un gruppo hacker ha attaccato il gruppo Synlab, leader europeo della diagnostica medica con diversi punti di servizio in Veneto (Albignasego, Belluno, Vazzola) e presente in 8 regioni italiane. La conseguenza dell’attacco il 18 aprile 2024 è stata immediata: chiusi i laboratori con stop improvviso ad esami di diagnostica programmata, telefoni muti, schermi dei computer neri. I sistemi sono stati tutti disattivati per sicurezza e il gruppo ha istituito una task force per gestire l’emergenza e il ripristino sicuro delle funzioni gestionali. (Il Gazzettino del 19 aprile 2024).

7.9. Processo alla banda “dell’oro rosso” a Padova

L’inchiesta sulla banda del rame avviata dalla Procura di Padova si è conclusa con 5 rinvii a giudizio, tra questi c’è l’imprenditore di Nove (VI) che si dedicava alla fusione del metallo rubato. Si è sfilato dal processo di primo grado a rito ordinario Venetu Halilovic, che ha avuto una condanna col rito abbreviato a 3 anni e 4 mesi davanti al GUP Laura Alcaro.

L’udienza preliminare è stata fissata per il 9 settembre 2024 in Tribunale a Padova. L’indagine della Polizia, coordinata dal PM Benedetto Roberti della Procura di Padova, era iniziata nel 2021 seguendo le tracce della banda di ladri di rame. Successivamente si è risaliti alla filiera di chi effettuava il riciclaggio tramite fusione cavi e stampi rubati. Nella casa dell’imprenditore Stocchero, sono stati trovati durante la perquisizione 68mila euro in contanti, ritenuti dagli inquirenti connessi a questa attività. (Il Gazzettino del 19 aprile 2024).

7.10. Riciclo di denaro all’estero, disposto l’arresto di un cittadino padovano e denunciati due veronesi e un trevigiano

L’accusa, a chiusura delle indagini della Guardia di Finanza di Cremona, è di aver riciclato oltre 5 milioni di euro tramite fatture false per operazioni inesistenti, poi dirottati su conti correnti di banche estere. Il giro d’affari è stato scoperto a Cremona e coordinato dalla Procura di Brescia e consisterebbe in fatture false per 61 milioni di euro, crediti fittizi per 7 milioni di euro e riciclaggio per 5 milioni di euro. Sono stati disposti sequestri per 15 milioni di euro. L’inchiesta ha coinvolto 24 società e ha portato a 12 arresti, tra cui un cittadino di Rubano, residente in Austria ma con casa a Padova, e un cittadino residente a Conegliano. Le azioni di riciclaggio compiute tra il 2018 e il 2024 pare fossero coordinate da un imprenditore edile di Rudiano (BS).

Il sistema era gestito tramite una fitta rete di società intestate a prestanome, con sedi e indirizzi inesistenti, dedite all’emissione di fatture false e in parallelo altre società con centinaia di operai edili, i cui i contributi previdenziali e le ritenute Irpef venivano versate in frode all’erario attraverso fatture false. I due veneti arrestati (di Padova e Treviso), ora ai domiciliari, pare abbiano creato società per riciclare i proventi illeciti accumulati. I 2 veronesi coinvolti sono invece un noto gestore di ristorante del centro città, che pare abbia ottenuto 75mila euro per il locale grazie a frodi fiscali, e un prestanome di società fittizia. Ognuno all’interno del gruppo aveva compiti specifici e distinti dagli altri, ma tutti presumibilmente coordinati dall’imprenditore di Rudiano. (L’Arena, Il Gazzettino e La Tribuna di Treviso del 19 aprile 2024).

7.11. Crac da 3,4 milioni di euro a Monteviale patteggia 2 anni.

In udienza in Tribunale a Vicenza il 18 aprile 2024 (gup Antonella Crea) l’amministratore unico della società Anselmini Srl di Monteviale (società fallita ad ottobre 2016) patteggia 2 anni. La società finita in bancarotta per comportamenti dell’amministratore di indubbia gravità (relazione del curatore fallimentare) come l’ingiusto profitto a danno dei creditori, il mancato pagamento per anni delle imposte fiscali, il disordine della tenuta delle scritture contabili funzionale ad impedire di ricostruire i movimenti economici della società. (Il Giornale di Vicenza del 19 aprile 2024).

7.12. Criptovalute, scovati 3 evasori digitali a Verona

La Guardia di Finanza di Verona ha intensificato i controlli sulle attività digitali e il relativo versamento delle tasse. Dai controlli sono emersi mancati pagamenti per 522mila euro da parte di due artisti di digital-art e di un informatico, che hanno “dimenticato” di pagare l’erario per gli introiti ricevuti. I 2 artisti, lavoratori autonomi, creavano opere e poi le vendevano senza però dichiararlo al fisco.

L’informatico, invece, svolgeva attività di promozione delle criptovalute, incassando quote legate ai risultati prodotti, sempre senza dichiarare nulla al fisco. (L’Arena del 27 aprile 2024).

7.13. Fondi PNRR non dovuti, indagata società agricola di Treviso

Tre amministratori di una società agricola dell’hinterland di Treviso, da 4 milioni di euro di fatturato e con 25 lavoratori dipendenti, hanno acquistato beni utili per l’azienda per 120mila euro, grazie ai crediti messi a disposizione dal Pnrr. Prima di ottenere i fondi, l’azienda avrebbe però dovuto saldare i debiti con lo Stato.

La Guardia di Finanza di Treviso, che sta intensificando i controlli sui fondi Pnrr 2020-2026, ha scoperto che i soldi sono stati usati in modo diverso da quanto previsto dalla normativa. È stata quindi disposta la restituzione dei fondi e sono stati effettuati ulteriori controlli sull’adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori. (La Tribuna di Treviso del 23 aprile 2024).

7.14. Bancarotta Oma, indagine anche su Oma Nord di Marghera

L’inchiesta della Procura di Pescara per bancarotta della officina Angelucci, con una unità locale a Marghera, si è focalizzata anche sui vertici aziendali di Humangest (società nazionale di gestione del lavoro) per una truffa all’INPS da 1,6 milioni di euro. Il fallimento risalente al 2020 (100 milioni di euro) della Officina Metalmeccanica Angelucci (Oma), ha visto 9 indagati per bancarotta fraudolenta.

Tra le altre cose è emersa un’intricata vicenda di contratti di somministrazione di personale nelle due sedi dell’azienda, tra cui Oma Nord a Marghera.

Humangest aveva chiesto di potersi costituire parte civile. Le indagini a carico di Humangest hanno portato, nel corso dell’udienza preliminare, a scoprire che la società aveva prodotto falsi documenti, con riferimento ai lavoratori somministrati a Castiglione a Casauria (PE) e a Marghera.

È stata quindi avanzata l’imputazione ai vertici della società lavoristica, accusati di aver agito in modo fraudolento su 640 rapporti di lavoro subordinato, su asserite spese di trasferta estero e Italia, oltre a rimborsi spese per eludere il pagamento dei tributi dovuti all’INPS. Gli uffici e il magazzino della sede di Marghera sono ora all’asta per 377mila euro.

Tra i creditori interessati, ci sono gli ex dipendenti, l’INPS e l’erario. (La Nuova Venezia del 23 aprile 2024).

*Il rapporto è stato curato da Ilario Simonaggio, responsabile dipartimento Legalità Cgil Veneto usando come fonte i media locali e ordinanze di custodia nei casi di associazioni criminali.

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