È morto Mark Damon. Fu produttore di 9 settimane e ½

Addio Mark Damon, il produttore di 9 settimane e ½ è morto a 91 anni

Famoso per aver recitato nel classico horror di Vincent Price I vivi e i morti e in numerosi spaghetti western, ha poi rivoluzionato il settore delle vendite e della distribuzione cinematografica all'estero, producendo progetti poi diventati cult come Monster e Lone Survivor

È morto Mark Damon. Noto per aver recitato nel classico horror di Vincent Price I vivi e i morti e in numerosi spaghetti western, ha poi rivoluzionato il settore della distribuzione cinematografica all’estero, producendo progetti cult come 9 settimane e mezzo, Monster e Lone Survivor.

La figlia, Alexis Damon Ribaut, ha dichiarato a The Hollywood Reporter che l’interprete è morto domenica 12 maggio per cause naturali a Los Angeles. Aveva 91 anni.

La carriera di Mark Damon

Mark Damon ha trascorso i primi vent’anni della sua carriera come attore, protagonista di una dozzina di film d’azione italiani. Ha poi cambiato ambito passando al mondo degli affari.

All’inizio ha ottenuto un discreto successo come produttore esecutivo di due film scritti e diretti da Wolfgang Petersen: il dramma in lingua tedesca sulla seconda guerra mondiale U-Boot 96 (1981), che ha ricevuto sei nomination agli Oscar, e La storia infinita (1984), film fantasy ad alto budget con la colonna sonora di Giorgio Moroder, commissionata proprio da Damon per il pubblico non tedesco.

Damon ha prodotto e prodotto esecutivamente circa cinque dozzine di film nel corso della sua carriera, tra cui 9 settimane e mezzo (1986) di Adrian Lyne, Corto circuito (1986) di John Badham, Ragazzi perduti (1987) di Joel Schumacher, Stalingrad (1993), Il libro della giungla (1994), Orgazmo di Trey Parker (1997), A dog of Flanders (1999), Cani sciolti di Baltasar Kormákur (2013), Lone Survivor di Peter Berg (2013) e Willy’s Wonderland (2021).

A 28 anni si è spostato in Italia, dove è stato scritturato per il suo primo film western. “Ero sorpreso, perché non ero mai andato a cavallo in vita mia”, ha spiegato in un’intervista del 2014. “I cowboy dovevano essere alti e biondi, e io non sono così alto. All’epoca avevo i capelli molto scuri, ma mi dissero: ‘Non importa. Sei americano’. Ho detto che andava bene e ho imparato ad andare a cavallo”.

Nel corso degli anni ha poi recitato in vari progetti della cinematografia italiana, tra cui Il giorno più corto (1963) di Sergio Corbucci, I tre volti della paura (1963) di Mario Bava, Il figlio di Cleopatra (1964), Agente segreto 777 (1965), Johnny Yuma (1966), Un treno per Durango (1968), L’arciere di fuoco (1971), I leoni di Pietroburgo (1972) e Confessioni segrete di un convento di clausura (1972).