I segreti di Velasco, così striglia l’Italia: “Non voglio svegliarmi alle 3 di notte tutto sudato” - la Repubblica

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I segreti di Velasco, così striglia l’Italia: “Non voglio svegliarmi alle 3 di notte tutto sudato”

Julio Velasco
Julio Velasco 

Dopo la sconfitta con la Polonia il ct studia come migliorare una squadra che ha potuto prepararsi poco e ancora priva di Egonu & C. Giovedì di nuovo in campo con la Germania: “Ci ha preso la paura, di certe situazioni parliamo da giorni”. E su Antropova ha un’idea

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Appuntamento questa mattina, bisogna essere puntuali. Julio Velasco ha convocato tutta la squadra per analizzare la sconfitta con la Polonia: “Per capire nel dettaglio cosa ha funzionato e cosa no”. Perché il tempo stringe, e già si fa avanti la Germania che l’Italia incontrerà giovedì alle ore 13, sempre ad Antalya in Nations League. Nel torneo che completa il ranking dal quale il 17 giugno saranno promosse alle Olimpiadi di Parigi le ultime quattro squadre, un torneo quindi di importanza assoluta, che la Polonia ha affrontato con una squadra rodatissima e al completo. Non come l’Italia, con due sole amichevoli troppo soft all’attivo e tante assenze di titolari che si devono ancora aggiungere (Egonu, Orro, Sylla…). Dopo mesi di attesa, il tempo si è messo a correre all’impazzata per Velasco. Deve far funzionare rapidamente la sua nuova macchina. Che parole userà? Qualcosa si può capire da quel che ha detto nei time-out.

Italvolley tra paura e lucidità

“Ci ha preso la paura, non leggiamo il gioco”: lo ha detto Velasco durante il secondo set, quando il grande avversario dell’Italia non è stata solo la Polonia, ma soprattutto la testa: “Abbiamo perso la lucidità”. Le conseguenze sul gioco sono state immediate: “Ho dovuto dire cose che dovrebbero essere ovvie, pallonetti, copertura lunga. Noi non arriviamo su tutte le palle su cui possiamo arrivare. Quante palle di Stysiak hanno cambiato direzione? Neanche una, erano tutte dritte sulla rincorsa. Dobbiamo stare sulla difesa, e non aspettare che qualcosa succeda”. La tensione è stata una pessima compagna di viaggio della sua prima Italia, dalle prime battute quando lui ha chiesto di “giocare con tutti gli attaccanti”, non solo alla ricerca delle mazzate di Kate Antropova. L’opposto che lui vuole vedere servita da palle più veloci e meno alte, “per non permettere al muro avversario di essere sempre compatto contro di lei”.

Le lezioni disattese

“Sono due punti che (le polacche) hanno fatto così, palla sui sette metri. È una delle priorità di cui abbiamo parlato dal primo giorno” un altro dei passaggi di Velasco durante la fase peggiore del secondo set. “Di quelle palle non può caderne neanche una, neanche una! Entro i tre metri possono cadere, sui sei neanche-una-palla-murata” ha scandito il ct. Di sicuro la rimonta delle azzurre è stata decisa, ma non sufficiente a vincere il set.

I risvegli notturni di velasco

Velasco è tornato altre volte sui condizionamenti mentali che hanno guastato il debutto. Tensioni anche comprensibili, ma dannose e da affrontare subito: “Questa è una questione di testa” ha sottolineato. “Possono far punto loro, ma non l’errore noi. Non possiamo non andare sulla diagonale della 11 (Martyna Lukasik). Questa notte mi sveglio alle 3 sudato pensando alla 11. Tutta la partita in diagonale (ha fatto) la 11, ragazze!”.

Il “guaio” delle finali Champions

Questo Velasco non l’ha detto in partita, ma alla vigilia. Chiaro e tondo, per spiegare quel che adesso non si vede ma presto si vedrà: “Per il momento non possiamo permetterci di spingere troppo dal punto di vista della preparazione fisica”. Il suo gruppo ha cominciato in ritardo, perché così hanno voluto l’intensa stagione dei club (“Abbiamo avuto poco tempo per preparare la VNL, soprattutto le ragazze di Novara”) e gli straordinari risultati di Conegliano e Milano che hanno raggiunto la finale di Champions: “Rispetto alle altre nazionali, noi abbiamo avuto due squadre alla Super Finals”. Velasco è costretto ad andare di fretta, tra la squadra attuale e quella che si completerà con l’arrivo di Paola Egonu e compagne, tra la partita con la Germania e la forma ideale che verrà deve trovare una formula magica che funzioni subito. Ma di magie lui è esperto.

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