IN PRINCIPIO ERA IL VERBO – “Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito”. - VercelliOggi.it VercelliOggi
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Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce

IN PRINCIPIO ERA IL VERBO - Letture dalla Liturgia nella Solennità di Pentecoste - "Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito" - Commento a cura della Prof. Elisabetta Acide

Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me

At 2, 1-11

Dagli Atti degli Apostoli

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proséliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».

Sal.103

RIT: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

  RIT: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

  RIT: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.

  RIT: Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Gal 5, 16-25

Dalla lettera di San Paolo Apostolo ai Gàlati

Fratelli, camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il desiderio della carne. La carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete sotto la Legge. Del resto sono ben note le opere della carne: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Riguardo a queste cose vi preavviso, come già ho detto: chi le compie non erediterà il regno di Dio. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; contro queste cose non c’è Legge.
Quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.

SEQUENZA

Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.

Vieni, padre dei poveri,
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.

Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.

Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto, conforto.

O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.

Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.

Lava ciò che è sórdido,
bagna ciò che è árido,
sana ciò che sánguina.

Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.

Dona ai tuoi fedeli,
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.

Gv 15, 26-27; 16, 12-15

Dal Vangelo secondo San Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

***

UN PENSIERO SULLA PAROLA, A CURA DELLA PROF. ELISABETTA ACIDE

La collocazione storica è precisa: il giorno di quella festa giudaica (Shavuot letteralmente “settimane”, quindi “festa delle settimane”) che in alcuni ambienti dei sadducei veniva celebrata come “festa agricola” dell’alleanza del Sinai.

Il “cinquantesimo giorno” (pura matematica: 7×7 + 1, numero del “compimento”, “culmine delle settimane”, ăereth (aramaico ‛ăartā), usato nel senso di conclusione

Il numero 7 (sheva) indicava “pienezza”, “perfezione”, in Lv 23 si indica come “calcolare” il giorno di Pentecoste: 7×7 “numero della perfezione”), Penta (in greco lett. 5 Pentecoste (in greco (πεντηκοστή, sottinteso ἡμέρα, “cinquantesimo” sott. giorno) ) quindi, 50 giorni dopo… Festa “di città”; anche le piccole comunità si riunivano nella città principale, già dal mattino molto presto, e le parole precise: “Alzatevi, saliamo a Sion, saliamo a Dio” (Mishnà).

Dopo che cosa?

Dal giorno dopo lo Sahbbath (Pasqua tra il 14 e il 15 del mese Nisan) conterete 7 settimane complete”.

Dopo quell’ “uscita”, dunque festa della mietitura, delle primizie, della gioia, dell’Alleanza.

Piano superiore del cenacolo, a Gerusalemme, durante il compimento della festa di Pentecoste, anno 30 d. C. forse verso le 9 del mattino.

“Lingue di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.” (prima lettura).

Lingue di fuoco per la lingua…

Fuoco per la Parola.

Cominciarono a parlare altre lingue…ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa”: tutti comprendevano”. Il “dono dello Spirito”, la Parola.

La comunicazione umana avviene soprattutto attraverso il linguaggio verbale, ed è il linguaggio a fare la differenza, la consapevolezza che rende l’uomo grande e unico, gli fa riconoscere, di essere creatura di Qualcuno, che ha pensato a lui dall’eternità, che lo ha creato, con la Parola (‘dabar) a sua “immagine e somiglianza” (Gen 1,36) e che ora rende la Parola comprensibile agli altri.

All’uomo unico essere nell’universo, è data la capacità di incontrare e adorare il Senza-limiti e gli dona l’attesa dell’eternità, con la Parola, quelle “lingue di fuoco” che “sciolgono la lingua”.

Vento, respiro, fuoco …

I delfini fischiano, le api danzano, gli uccelli hanno note di richiamo… l’uomo parla ed ha un compito preciso: annunciare la Parola e lo fa con quel “dono dello Spirito” che è “partecipazione dell’Essere in sè creatore delle origini” ( CCC 34).

“Il potere di esprimersi”.

Lo Spirito che rende capaci di comprendere e di parlare, di “esprimersi” per essere comprese.

Gli apostoli sono “capaci di parola”, esattamente in opposto a quanto accadde a Babele, la “confusione” delle lingue e delle parole dell’uomo.

Lingua della verità e della testimonianza, come “fuoco” che brucia, che scalda, che rischiara…

Un Amore “infuocato” che scende in quel cenacolo.

Lingua dallo Spirito per uomini nuovi: non più “muti” per timore, non più “ammutoliti” dalla paura, ma “parlanti”, per tutti, perché tutti hanno bisogno di parole per dire la Parola, per raccontare la Vita, per “dire di Dio”, di Gesù morto e risorto, del Mistero ora “comprensibile” a tutti e per tutti.

“Parlare la stessa lingua”, la lingua del fuoco dello Spirito, allora è “dire di Dio” e far parte di una famiglia di “parlanti”, perché tutti possano comprendere, perché tutti possano essere raggiunti dall’annuncio.

 In quella “promessa” del giorno dell’Ascensione c’è il “dono” di Dio: “riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni” (At 1,8).

La lingua per la testimonianza.

Non vi lascio soli.

Vi dono lo Spirito Santo che non abbandonerà, che vi consolerà che saprà infondervi forza e coraggio, che farà “camminare” insieme.  Spirito che ricchezza per l’uomo: 

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (seconda lettura)

Tutto questo?

Questo ed altro ancora…

Il “frutto” che aiuta a “cercare le cose di lassù” a partire da quaggiù. Spirito che è “caparra” per il futuro.

Lasciare spazio all’opera dello Spirito è “essere chiesa”, vivificata.

Lasciar spazio all’opera dello Spirito è essere testimoni di Gesù morto e Risorto, è manifestare l’opera dello Spirito e del dono di quella “lingua” che crea comunione con Cristo.

Vedere, contemplare, annunciare… come testimoni per mezzo dello Spirito.

Lo Spirito che ci ha reso “camminanti infuocati”, che ci ha reso “chiesa” in movimento.

In “movimento” grazie a quelle “lingue come di fuoco”, a quelle “fiamme” di “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”.

“Se mi amate… io manderò il Paraclito…” (Vangelo)

Dio che manda: mandante e mandato, amante e amato per renderci “missionari”.

“Manderò”… lo Spirito: Gesù sa che abbiamo ancora bisogno di Lui, di capire, di comprendere, di camminare…

Gesù sa che con le nostre arroganze di uomini, con le nostre limitatezze, con le nostre presunzioni, ancora abbiamo bisogno della “lingua” che ci aiuti a parlare ed a comprendere.

“Manderò”… e la condizione è quella di “Amare”.

Gesù che sa ciò di cui abbiamo bisogno.

Spirito Santo che ancora ci fa “cercatori” di Dio per poterlo annunciare e testimoniare.

Spirito Santo che ci dà quei doni che ci raccontano la “libertà” dei figli.

Spirito Santo che ci rende capaci non di fare “bei sogni”, ma di “sognare”, non da soli, ma il “sogno di Dio”, insieme come Chiesa.

“Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà”.

Spirito Santo che è Verità, che sosterrà nella testimonianza, che è dono di Gesù dal Padre.

Promessa mantenuta.

Gesù ha promesso.

Dio mantiene le promesse.

Dono di Amore, dono di Consolazione.

Il “Consolatore”, Colui che toglierà la sofferenza: Gesù ha preso su di sè il peccato e la sofferenza e lo Spirito sosterrà l’uomo nella ricerca della Verità e “darà testimonianza” di Lui.

L’Amore aprirà cuore e mente dell’uomo ed allora il mondo comprenderà.

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