Bad Fedez è tornato. Ma un giorno si sveglierà e si chiederà: chi sono io davvero? | Il Foglio
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Il personaggio

Bad Fedez è tornato. Ma un giorno si sveglierà e si chiederà: chi sono io davvero?

Stefano Pistolini

Il cantante man mano è sempre meno dottor Jekyll e sempre più Mr Hyde: dopo la separazione con Chiara Ferragni, da personaggio benevolo è sempre più controverso e il "bravo ragazzo" non esiste più. Che sia l'inizio di una nuova identità musicale?

C’è chi giura che adesso la sua espressione, insomma la faccia, la configurazione dei lineamenti, sia mutata, rivestendosi di spavalderia. Perché Mr. Hyde si sta sbocconcellando il povero dottor Jekyll. E Bad Fedez, il fratello cattivo del rapper più amato/odiato d’Italia, avrebbe preso il posto dell’altro Fedez, quello impulsivo ma buono, quello dei colpi di testa e dei chiarimenti torrenziali, delle opere di bene, quello che litiga con tutti e si ostina a precisare che ha ragione lui, quello che poi spesso si riappacifica, quello delle marachelle alla Franti, che va a Sanremo e fa un casino tale che a Chiara saltano i nervi e s’indebolisce la cintura di sicurezza della power couple del pop nostrano, si vedono i primi segni di usura, comincia lo slalom sulla china discendente. Motivi di preoccupazione per chi, per ragioni che non sa spiegare, segue con encomiabile puntualità le peripezie di Fedez l’Originale, registrandone gli scossoni e i momenti di pace in famiglia, a volte immersi in una luce un po’ sinistra, la stessa che dalle stories sembrava di illuminare la casa dei sogni a CityLife, quella di cui lui non ha nemmeno fatto in tempo a mandare a mente la toponomastica, prima del big bang. Sapete com’è andata: le voci preoccupate, la social life sempre più in assolo invece che in coppia, i Ferragnez già diventati storia, anche se il core della seconda serie era quell’inconcludente terapia di coppia. Infine il terremoto del pandoro, la terra trema, gli innumerevoli “che fare?” che sprofondano nella moquette mooolto alta, i reel sbagliati, il rimbombo della Giustizia: è una questione seria, il guaio è grosso, la sofferenza è appena cominciata.
 

Chiara diventa l’angelo caduto, in perenne e talvolta stizzito assetto-pentimento. Lo tsunami dei social e il megafono dei media mainstream che, a dispetto delle guerre, sanno che è questo che ci tiene con la forchetta sospesa per non perdere una sillaba della breaking news, fanno il resto:… e un altro sponsor l’ha scaricata. È stato impressionante misurare la rapidità con cui lo scricchiolio di un matrimonio, forse già tarlato, s’è trasformato in un crack, apparentemente irrimediabile. Quei due non stanno più insieme e se c’è una consolazione è capire che, almeno prima, insieme ci stavano sul serio, non per scena, perché le sbandate sono pesanti, le espressioni sono esterrefatte e certi dolori non c’è makeup che li copra. Fedez? Fuori casa, come un non-scapolo di trenta&qualcosa che torna in possesso della sua libertà e non sa cosa farne. È lì che, come Alien, Bad Fedez attacca il gemello, stufo del proprio lunghissimo esilio a Rozzano, dove non lo filava più nessuno e quasi tutti s’erano dimenticati della sua esistenza. Già, perché in effetti era stato lui, il Fedez scavezzacollo, a cominciare tutto, con una sregolatezza al limite del tollerabile, messa in scena con tale spontaneità da farlo sembrare, all’epoca, perfino un tipo sexy, perché dopo sarebbe stato diverse altre cose, ma sexy mai più. A questo punto Bad Fedez ha detto al suo contrario: lascia fare a me, fatti da parte, hai fatto solo stupidate e hai finito con un tonfo che nemmeno il peggior pirla. E stai perdendo Chiara, che quando ne ritrovi una così – consulta il tuo curriculum. Bad Fedez ha preso a spadroneggiare: vita notturna, nightclubbing, altro che le Crocs a tutte le ore, ritorno nella crew, i vecchi amici del quartiere, quelli del rap: già, il rap, perché se sei stato rapper una volta, sei rapper per sempre, la posse ti riaccoglie senza giudicare, sei uno di loro, il gusto del branco è rassicurante, ci si mimetizza, ti proteggono.
 

Un passaggio da casa dei suoi, ancora a Rozzano, mentre si allestisce il suo nuovo appartamento da favola, stavolta da signorino, solo con gli amati figlioli, fino all’ora in cui non tocca alla tata. Spuntano nuove ragazze con le quali farsi vedere in giro senza pudore, perché non c’è niente di male se la family life è finita in vacca, e sarebbe ipocrita farsi fotografare sempre in odore di purezza, come fa Chiara. Spese pazze per comprare una fuoriserie, col gusto di dire che è solo uno sfizio e poi una vacanza a Miami, che non è come andare a sanificarsi l’anima in Valtellina. Addio vita smeralda, adesso sembra robba coatta e, giorno dopo giorno, Bad Fedez appare più disinvolto e menefreghista, come se avesse alzato sulla fronte la maschera di Pulcinella, spiegando: “Io ce l’ho messa tutta a fare il bravo, ma non è nella mia natura. E poi ho avuto sfighe gigantesche e adesso è tutto così confuso che non ho voglia di mettere ordine, ma piuttosto, per un po’, di contemplare il caos”.
 

Il suo pandoro gli viene recapitato sotto forma di una serata come le altre: un locale, una ragazza bella da mobilitare i social, amici rapper con cui fare baldoria, poi uno sfregamento con un tipo col quale forse ha questioni in sospeso. Un “ci vediamo fuori” o qualcosa del genere, forse se le promettono, forse qualcuno che gli è molto vicino provvede a dargliele per conto suo, presto capiremo se in sua presenza e partecipazione. Bad Fedez nega tutto, ma c’è uno stridore nel sentirgli dire che quello “non ha manco sporto denuncia”. Alla fine è la social life a decidere per lui, a pretendere il saldo del conto: cari Fedez, tutti e due, sia il buono che il cattivo, non ve la cavate così, non è più il 2022, adesso è il tempo della disgrazia, lo sgretolamento di Chiara è a buon punto e la crudeltà del pubblico vuole che sia arrivato il tuo turno. Devi cadere, rotolarti, sporcarti. Esporti, lasciarti vivisezionare: inchieste, indagini, rivelazioni, la procedura la conosciamo e la conosce anche lui. Alla fine ci sarà una figurina al centro dell’inquadratura, vinta e inerme, ancora viva, ma così stanca da non sapere più chi sia. A quel punto l’attenzione si allenterà, gli appetiti saranno saziati. Bad Fedez avrà avuto la sua rivalsa, si metterà l’anima in pace, potrà levarsi di torno. L’unico Fedez rimasto avrà un sacco di cose da raccontare e nessuna voglia di farlo. Solo desiderio di silenzio, calma e tempo. Anche se ci sono i figli, la madre dei figli e quel passato che sembrerà così lontano. Fedez avrà quarant’anni e già una vita che nemmeno Scott Fitzgerald ai tempi d’oro del jazz. Potrebbe scrollarsi di dosso gli scandali, soffiare via la rabbia, tenere il fiato, guardare indietro e anche avanti. Poi incidere finalmente il disco rap memorabile, quello che spiega tutto. Magari quel genere musicale, a quel punto, non sarà più di moda. Ma sì dirà che lui racconta cose così assurde e così vere, da farci pensare che Fedez sia davvero un bravo rapper, peccato che pochi se n’erano accorti. La cosa gli farà un piacere impareggiabile.

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