Geppy Gleijeses coordinatore del comitato artistico del Teatro di Napoli - Teatro Nazionale: «La mia missione? Ripartire da Eduardo»

Geppy Gleijeses coordinatore del comitato artistico del Teatro di Napoli - Teatro Nazionale: «La mia missione? Ripartire da Eduardo»

L'attore guiderà il rivitalizzato comitato artistico del Mercadante

Geppy Gleijeses
Geppy Gleijeses
di Giovanni Chianelli
Venerdì 17 Maggio 2024, 11:00
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È il nome nuovo del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale dopo la conferma, per altri 5 anni, sino al 2030, di Roberto Andò alla direzione: si tratta di Geppy Gleijeses, già indicato come coordinatore del comitato artistico che affiancherà il vertice nella programmazione e nelle attività culturali del teatro. Ancora non si sa se sarà solo, in questo organo di cui il teatro torna a dotarsi – lo statuto dello stabile lo prevede dalla nascita e le prime direzioni se ne erano avvalse – o se verrà accompagnato da altri. Ma il regista e attore napoletano, 69 anni, è convinto che «si tratterà di figure in linea con lo spirito per cui il comitato viene ricostituito».

Gleijeses è stato diverse volte alla guida di enti teatrali: direttore del Teatro Nazionale di Milano e del Quirino–Vittorio Gassman di Roma, fondatore dello Stabile di Calabria. «In questo caso non potevo realmente candidarmi alla direzione, come pure qualcuno aveva proposto, perché come pensionato la legge Madia non lo consente», spiega. «Ma anche per altre ragioni», aggiunge. Quali? «C'era già una direzione prestigiosa e di successo come quella di Andò, a cui va il mio plauso per il lavoro svolto. L’idea è quella di coadiuvare i vertici del teatro, sempre in armonia con la direzione e su suo impulso, nella realizzazione di una certa quota della programmazione». Si è detto che il comitato provvederà all’aggancio con la tradizione del territorio: «Ho lavorato con registi di ogni parte d’Europa e su testi di autori internazionali, ma nasco con Eduardo. E dunque sì, il mio lavoro per Mercadante e San Ferdinando sarà nel proporre approfondimenti su De Filippo, a partire da un’idea, un centro studi su di lui, magari da collocare proprio in quello che fu il suo teatro. Lo statuto, alla voce comitato artistico, comprende anche funzioni del genere». E poi, continua, si impegnerà nella ripresa dei lavori dei tanti registi e drammaturghi napoletani e campani: «Vorrei soprattutto rifare Viviani, operazione che negli ultimi tempi ha tentato solo Nello Mascia al Trianon; e Salvatore Di Giacomo, è oltre mezzo secolo che non va in scena “Assunta Spina”. E poi tanti altri, quelli più antichi e i nuovi, da Bracco a Patroni Griffi, ma anche Santanelli e, perché no, celebrare la musica di De Simone. Insomma c’è tanto da fare, non vedo l’ora di iniziare».

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La candidatura di Gleijeses è sembrata agli osservatori disattenti riaprire una frattura tra i soci del consiglio di amministrazione, con la Regione intenzionata a proporlo «contro» la conferma di Andò: «Le cose stanno diversamente. Se la mia presenza avesse creato davvero una spaccatura non avrei esitato a tirarmi indietro», dice. «Certo, sono onorato che abbiano fatto il mio nome Vincenzo De Luca ed Emilio Di Marzio, il consigliere in quota Regione del cda. Così come sono grato ai consiglieri tutti che hanno voluto che fosse ricostituito un comitato artistico. Un onore, poter lavorare nella mia città e nei teatri in cui si è svolta la vicenda artistica più significativa d’Italia». Gleijeses ammette un debole per la sala del San Ferdinando: «Era la casa di Eduardo.

Avevo 18 anni e da poco avevo debuttato con lui, ero a casa a studiare, quando mio padre mi disse che al telefono mi voleva Eduardo. “Sì, e chi sono, Totò?” risposi io incredulo. E invece era proprio lui, mi stava affidando il ruolo del protagonista in “Il figlio di Pulcinella”». 

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