Un’altra notte di incertezza per la gente dei Campi Flegrei. Per la prima volta il governo non esclude l’evacuazione - HuffPost Italia

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Un’altra notte di incertezza per la gente dei Campi Flegrei. Per la prima volta il governo non esclude l’evacuazione

Allarmismo no: gli scienziati sottolineano che non ce n’è motivo. Preparazione sì. A tutti gli scenari. Anche all’eventuale evacuazione preventiva di una zona di Pozzuoli, quella che il bradisismo sta mettendo più a rischio. Nella consapevolezza, però, che altri soldi da spendere non ce ne sono. E che bisognerà farsi bastare gli stanziamenti già fatti. Al più si potrà racimolare qualche briciola.

Il governo sta seguendo ora dopo ora la situazione dei Campi flegrei, colpiti da più scosse di terremoto nella scorsa notte, al culmine di uno sciame sismico che dura da mesi e che, è nella natura dell’area, potrebbe continuare. Nessuna decisione sarà però presa prima di domani, 22 maggio. Alle 17 si vedranno Giorgia Meloni e il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci. Sarà quella l’occasione per capire il da farsi. E per valutare - dopo l’esame della Commissione grandi rischi e le riunioni di queste ore - se ci sono margini per alzare l’allerta ed evacuare una parte della popolazione a rischio. Nell’area più soggetta al bradisismo abitano 40mila persone. Non ci sono elementi che lasciano prevedere che sarebbero evacuate tutte. Ma le valutazioni che si fanno in queste ore servono a capire se una piccola parte di loro debba spostarsi. Almeno per un po’. Nessuna certezza c’è in queste ore, così come nessuna ragione di allerta, ma per la prima volta l’opzione evacuazione non è esclusa dal governo. Del resto, per la prima volta ci sono case inagibili. 

“Sono stati evacuati venti edifici, ma il numero potrebbe aumentare perché le segnalazioni sono davvero tante - dice ad HuffPost Marzia Del Vaglio, consigliera comunale di Pozzuoli - sono quaranta le famiglie che non potranno tornare a casa, alcune hanno provveduto all’alloggio autonomamente, per altre sono pronte le tende. Preoccupa che dal governo non arrivino notizie. Fosse successo in qualsiasi altra area si sarebbe attivato un fondo di solidarietà. Dobbiamo aspettare che cadano i palazzi?”. Parole che rispecchiano la preoccupazione di tanti abitanti. 

Quale che sia la decisione del governo, le fasi operative non sono da inventare: il decreto Campi Flegrei, varato nello scorso autunno, non era una scatola vuota. Almeno da un punto di vista della procedura: “Ha stabilito - dice ad HuffPost l’avvocato Evaristo Maria Fabrizio dello studio Qlt Law&Tax - gli indirizzi per elaborare un piano di evacuazione rapido ed efficace e disposto un’analisi della vulnerabilità sismica del territorio. Comprende una ricognizione preliminare e sopralluoghi dettagliati per valutare la condizione strutturale del patrimonio edilizio. Si tratta di una misura necessaria per fotografare la situazione e determinare le linee di investimento pubblico e privato utili alla riqualificazione sismica”.

Sulle valutazioni di Roma pesa l’aspetto economico: l’area più soggetta al bradisismo è anche quella più centrale di Pozzuoli, dove ci sono negozi e attività commerciali, che andrebbero indennizzate in caso di chiusura dell’area. E qui si aprirebbe il tema: dove trovare i soldi? Al momento nessuno lo sa, tanto che dal governo sottolineano che domani difficilmente si parlerà di denaro: “Gli stanziamenti li abbiamo fatti in passato”, è la linea che, però, lascia più dubbi che certezze.

I sindaci dell’area chiedono uno strumento per l’adeguamento sismico degli edifici. Una battaglia che è arrivata in Parlamento con Marco Sarracino del Pd e Antonio Caso del Movimento 5 stelle. “Parliamo di un’area ad alta densità abitativa, con un reddito basso, e che ci sono persone che non possono rientrare a casa”, dice Sarracino ad HuffPost mentre, dal Transatlantico, compulsa di continuo lo smartphone. È in contatto con gli amministratori del territorio, che gli raccontano delle segnalazioni, degli edifici inagibili, del lavoro della protezione civile. Ha presentato un ordine del giorno al decreto che cancella il superbonus, per chiedere al governo di escludere l’area dei Campi Flegrei dalla cancellazione del “super sisma bonus 110%”. La stessa scelta è già stata fatta per salvaguardare le aree colpite dal sisma del 2016: “Massima collaborazione. Il governo ci ascolti”, dice il dem. I margini per una deroga, però, sono ridotti al lumicino: al decreto Superbonus sarà posta la fiducia, nessuna modifica è all’orizzonte. Servirebbe un decreto ad hoc, ma il problema sarebbero le coperture: “È prematuro pensarci”, liquidano la questione fonti di governo, che però lasciano intendere di aver già raschiato il fondo del barile.

Ma perché questo bonus figlio della misura contiana sarebbe utile? Perché, evidenzia Sarracino, “consente l’accesso alla misura a una platea più ampia”. Quella meno abbiente. Un’agevolazione per adeguare le case alla normativa antisismica esiste già e prescinde dal superbonus, ma ha dei limiti: “Il bonus ordinario consente una detraibilità che va dal 50% all’85% per chi compra una casa antisismica o la adegua - spiega ancora l’avvocato Fabrizio -  il bonus sisma legato al superbonus prevede la detrazione al 70%. Con l’ultimo decreto si è riconosciuta, giustamente, una tutela per le aree terremotate, dall'Italia centrale ad altre zone colpite da eventi sismici: lo sconto in fattura e la cessione del credito saranno ancora opzioni possibili in questi territori”. Ma perché i sindaci dell’area di Pozzuoli chiedono che questi strumenti siano estesi anche alla loro zona? “In un'ottica - risponde Fabrizio - di prevenzione del rischio: la cessione del credito e lo sconto in fattura, addossando almeno in parte i costi dell'intervento all'impresa o al finanziatore, agevolano infatti chi ha un’Irpef bassa e che, quindi, potrebbe non riuscire a giovare integralmente delle detrazioni, tenuto anche conto degli importi dei lavori di adeguamento sismico, solitamente molto alti”.

Sulla zona, come su altre aree d’Italia, pesa anche il tema dell’abusivismo. “Nessuno sta chiedendo di dare il bonus per adeguare le case abusive”, precisa chi perora la causa. Ma il problema non è tanto questo, quanto il fatto che qualsiasi pianificazione diventa più difficile se si è costruito in zone non adatte: “Dagli anni 70 ai primi anni 2000 - chiosa Fabrizio - c’è stata un'espansione non pianificata delle costruzioni: gli strumenti urbanistici sono sempre arrivati dopo, destinati a normare aree in cui però le costruzioni già c’erano, legittimando la situazione che si era venuta a creare de facto. Quando sono intervenuti i piani paesistici regionali e provinciali, poi, sono stati imposti vincoli di inedificabilità in determinate aree, ma questi vincoli non si estendono alle costruzioni che già c’erano”. 

In attesa di un confronto con il ministro Musumeci, il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, ha incontrato il ministro Gennaro Sangiuliano: “Al primo posto c'è l'integrità della popolazione residente. Successivamente penseremo a progettare il futuro. Per i beni culturali presenti nei Campi Flegrei - ha dichiarato il ministro - al momento non si evidenziano criticità". Un segnale positivo, in mezzo a tanta incertezza.

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