La missione globale del Centro Nazionale per il Futuro della Biodiversità

Sulla prestigiosa rivista internazionale "The Lancet" una chiamata all'azione per aziende e istituzioni: la biodiversità è indispensabile al benessere collettivo
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Di fronte alla crisi globale della biodiversità, l’Italia guida gli sforzi di conservazione, monitoraggio e ripristino dei contesti naturali con il Centro Nazionale per il Futuro della Biodiversità (National Biodiversity Future Centre- NBFC), coordinato dal CNR e finanziato dal Piano di Ripresa e Resilienza Next Generation – EU. Il National Biodiversity Future Center è uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera che coinvolge istituzioni e imprese in tutta Italia. Posizionato nel cuore del Mediterraneo, con hub a Palermo – con oltre 2000 ricercatori e ricercatrici e 48 enti partner su tutto il territorio italiano, tra università, centri di ricerca, fondazioni e imprese, impegnati a studiare e preservare gli ecosistemi e la biodiversità del nostro Paese – il NBFC è all’avanguardia nella ricerca e innovazione per supportare azioni concrete affrontando la pressante sfida globale dei cambiamenti climatici e dello sviluppo sostenibile. Il NBFC propone una estesa “chiamata all’azione”.

Lo fa in occasione della Giornata Mondiale della Biodiversità dalla prestigiosa rivista internazionale The Lancet evidenziando lo stretto legame tra biodiversità e salute e l’urgente necessità di una cooperazione globale per preservare il nostro patrimonio naturale.

Questo appello sottolinea l’impegno del Centro nella ricerca e in iniziative vitali per la salute e la futura prosperità del nostro pianeta, attraverso: lo sviluppo e attuazione di strategie avanzate sostenibili e adattabili alla crescita sociale; incoraggiando lo sfruttamento sostenibile del potenziale socio-economico della biodiversità attraverso soluzioni basate sulla natura (Nature-based Solutions) e l’ideazione di nuovi processi produttivi; e utilizzando la biodiversità per migliorare la salute dell’uomo anche per mezzo dei composti bioattivi che offre il Mediterraneo e che possono produrre importanti avanzamenti anche nel campo farmaceutico.

Il centro NBFC opera in stretta sinergia con le istituzioni di tutela ambientale del territorio e con aziende attive in diversi settori e che trovano nella biodiversità la loro risorsa primaria. Tra queste imprese vi sono anche coloro che ricercano molecole bioattive capaci di prevenire l’insorgenza di malattie multifattoriali e alterazioni psicofisiche e metaboliche, ma anche aziende che ricercano nella biodiversità nuovi alimenti o basi sostenibili per nuovi integratori e cosmetici. In tal senso la conservazione della biodiversità non è, quindi, solo una questione di gestione delle risorse biologiche e ambientali ma una componente di valore per la salute dell’uomo e per l’economia del pianeta.

Il lavoro svolto dal National Biodiversity Future Center contribuisce alla sicurezza sanitaria globale, rispondendo in concreto alla necessità di preservare l’equilibrio delicato della vita su cui il nostro pianeta prospera. La call for action del NBFC su The Lancet è anche testimonianza di un impegno mirato a raggiungere l’obiettivo dell’UE per la resilienza 2050 e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile con un approccio olistico. NBFC si prefigge inoltre di indirizzare le politiche di gestione della biodiversità e sensibilizzare l’opinione pubblica diffondendo conoscenza. L’iniziativa di Lancet è un passo in avanti nella direzione della Planetary health, che può garantire la prosperità dell’ambiente e delle future generazioni.

Gli autori corrispondenti: Hellas Cena, Department of Public Health, Experimental and Forensic Medicine, University of Pavia; Massimo Labra, Department of Biotechnology and Biosciences, University of Milano-Bicocca.

Gli altri autori e autrici: Simonetta Fraschetti, Department of Biology, University of Napoli Federico II; Gianluca Sarà, Department of Earth and Marine Science, Ecology Lab, University of Palermo; Gian Marco Luna, Institute for Marine Biological Resources and Biotechnology, National Research Council (IRBIM-CNR), Ancona; Mariachiara Chiantore, Department of Earth, Environment and Life Sciences, University of Genova; Francesco Frati, Department of Life Sciences, University of Siena; Lorena Rebecchi, Department of Biological Sciences, University of Modena and Reggio Emilia; Donatella Spano, Department of Agriculture Science, University of Sassari; Carlo Calfapietra, Institute of Research on Terrestrial Ecosystems, National Research Council, Porano (TR); Maria Chiara Pastore, Department of Architecture and Urban Studies, Politecnico di Milano; Gloria Bertoli, Institute of Bioimaging and Molecular Physiology, National Research Council, Segrate (MI); Danilo Porro, Institute of Bioimaging and Molecular Physiology, National Research Council, Segrate (MI); Isabella Saggio, Sapienza University of Roma; Giuseppe Gigli, Institute of Nanotechnology, National Research Council, Lecce/University of Salento; Maria Carmela Basile, National Research Council, Roma; Riccardo Coratella, National Biodiversity Future Center, Roma; Alberto Di Minin, Institute of Management, Scuola Sant’Anna, Pisa;  Luigi Fiorentino, President of National Biodiversity Future Center, Roma; Maria Chiara Carrozza, President National Research Council, Roma; Flavia Guzzo, Department of Biology, University of Verona; Stefano Martellos, Departiment of Life Science, University of Triste; Andrea Galimberti, Departiment of Biology andì Biotecnology, University of Milano-Bicocca; Telmo Pievani, Department of Biology, University of Padova; Rachele De Giuseppe, Department of Public Health, Experimental and Forensic Medicine, University of Pavia.

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