La chiusura d'un bordello con un omicidio e un atto di bontà in "Tutto per Lola"" - Corriere dello Spettacolo

La chiusura d’un bordello con un omicidio e un atto di bontà in “Tutto per Lola””

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La crisi dell’istituzioni politiche e civili che regolano in un Paese la vita democratica è determinata non soltanto dalla sfiducia della maggior parte del popolo, specie quello giovanile nei confronti  del Parlamento e dell’Esecutivo, ma pure dal formarsi all’interno del tessuto civile di neoplasie distruttive dell’ordine e della legalità democratica. La mafia e le “cupole” ovvero i “clan” dello spaccio, del contrabbando di sigarette e preziosi monili ,il riciclaggio di denaro sporco, il mondo del più vecchio lavoro di soddisfazione sessuale favorito dalla chiusura dei bordelli con la legge Merlin nel 1958, hanno incrementato il traffico della moneta, la corsa al guadagno e la guerra tra “famiglie” ed etnie diverse  per la divisione del territorio su cui ognuna di queste desidera esercitare un potere assoluto a danno della povera gente e di quella che vive onestamente , imponendo loro la sopraffazione, i soprusi, l’estorsione ed il ricatto più esplicito con la condanna alla sudditanza psicologica ed all’omertà. Tutto questo lo denunciò già il drammaturgo Eduardo De Filippo all’inizio della sua attività letteraria con l’esplicita e simbolica commedia “IL Sindaco del rione Sanità” tra mare e monti con aria pura atmosfericamente, ma ancora tossica ed inquinata sul piano sociale dalla delinquenza, mentre nel 1929 la “borsa nera” a New York del  mercato segreto dell’alcolismo e l’inflazione dei titoli, il “surplus” della produzione industriale, avevano scatenato quella crisi economica cui il presidente Roosvelt cercherà di porre riparo con il “New Deal” e la misura del pareggio nei conti statali ed amministrativi. Tuttavia continua il regolamento dei conti tra bande rivali, basti pensa all’eliminazione di “Diabolik” Piscitelli od ai frequenti attentati  alle singole persone che, come componenti di gruppi malavitosi differenti, vengono sparate sotto casa o sulla porta del proprio appartamento quando incautamente aprono la porta. Qualche giorno fa poi una maestra è stata affrontata e schiaffeggiata ad Ostia da un a mamma del clan Spada poiché aveva osato rimproverare la figlia ed al ministro Valditara, che s’è recato a portare la solidarietà del Governo sul litorale romano, ha chiesto d’essere trasferita in quanto si sente in pericolo. Siamo nella triste ed esasperata, rischiosa, situazione dello “Stato nello Stato” e per questo basti riandare alla Loggia massonica della P2 del compianto Licio Gelli, che badava soltanto ai suoi interessi senza preoccuparsi de mezzi con cui li raggiungeva. Siamo alla corruzione e concussione di cui in questi giorni si sta parlando a proposito dello scandalo Liguria, in cui sono implicati l’apparente perbenista governatore Toti fino al terzo grado di giudizio e l’imprenditore portuale Spinelli, ex presidente del Genoa, che ha ammesso di finanziare tutti i partiti pure quelli che non conosceva. Come vedete di carne al fuoco ce n’è tanta e c’è solo da scegliere, come ha fatto già dal 2016 l’acuta e feconda penna della scrittrice Roberta Skerl che con il suo lavoro romanzesco “Tutto per Lola” ha trattato il traffico mondano del meretricio, che fin  dall’antichità consentiva enormi guadagni lucrosi e senza scrupoli etici ai “papponi” e “lenoni” che proteggendo led loro etere ne ricavavano esosi, enormi, incassi, in caso di riscatto da parte dei loro giovani amanti, a meno che non avvenisse un “agnosis” di riconoscimento che poteva rivelarsi di clamore negativo per loro essendo la fanciulla di dignitosa reputazione per i propri natali. Dunque la Skerl dedica il testo alla tutela delle donne con perspicacia  e lucida inquadratura del contesto ambientale in cui, alla maniera d’un “teatro da camera”, imposta la sua pièce immaginando che un quartetto di vecchie signore stia per cessare il mestiere che ha consentito loro di vivere in sicurezza, anche se sono state circondate dal pericolo d’essere sfruttate e manipolate con il pretesto della “protezione” da losche figure di criminali e spregiudicati intrallazzatori. Improvvisamente sotto  il loro balcone avvertono le grida d’aiuto d’una minorenne nigeriana che le supplica di fare qualcosa per evitarle una brutta fine assai probabile. Ripensando alle loro fatiche e sofferenze, ai delitti ed efferati omicidi come quello del “rosso” che si sono registrati in passato, decidono di troncare il loro “lavoro” con un riscatto del passato libertino e promiscuo, poco onorevole, che hanno vissuto, devolvendo il loro patrimonio a tale fanciulla di nome Lola per farla fuggire in America con i suoi familiari. Da lì, salvando Lola, s’evolve una serie di situazioni imbarazzanti e concatenate che le mettono a dura prova, a partire da quando una di loro scopre un camita nigeriano in giardino urinare sulle piante e uccide rocambolescamente il “bestione” con la pompa dell’acqua che gli risucchia l’organo genitale e provoca la morte per dissanguamento da violenta emorragia. Questo le costringerà ad inventarsi un atroce stratagemma per sbarazzarsi del cadavere ed a dover inventare una miriade di menzogne per far fronte all’indagini del commissario Mascari, interpretato da un aitante e sussiegoso Geremia Longobardo, che l’avvertirà d’essersi cacciate con approssimativa leggerezza comportamentale in un bruto guaio, più grande e temerario di loro. Tuttavia l’ispettore in un secondo tempo cambierà tono e rivelerà una certa affinità con loro per motivi d’origine, che non vistiamo a svelare e che hanno messo a dura prova la sua fibra relativamente arcigna ed aperta alla comunicazione , scambio d’impressioni e sensazioni, provato il carattere rendendolo  meno astioso. La cerchia delle 4 amiche da “poker” riterrà di dover trasferirsi per una serena vecchiaia in pace nella Marsica della conca del Fucino e di Silone, ma come realizzare cotale progetto se non hanno più un soldo avendo donato tutto il patrimonio a Lola per salvare almeno una del loro mestiere  dall’alto pizzo o “racket” dei protettori, che rappresentano uno dei numerosi e strategici piani efferati con cui vivono gli extracomunitari una volta giunti nella nostra nazione? Comunque è stato il loro un ottimo rimedio ai tanti pianti e cocenti delusioni, sofferenze ed illusioni, che hanno frustrato in passato i loro teneri cuori, che al termine hanno mostrato tutta la loro empatia ed intensa sensibilità. Pertanto quella della Skerl è una commedia giallo-rosa sentimentale e poliziesca che per la pregnanza dei temi sviluppati con sensuale ironia, tinte nere da thriller psicologico e per gli eventi mortali che si susseguono, tiene desta la “suspence” del pubblico che vi rintraccia, comunque, una toccante umanità. Il regista dell’operazione, che ha evidenziato il realismo duro e sanguinoso delle vicende quotidiane di cronaca nera, ma è stato in grado di far risaltare a tutto i 4 differenti aspetti dell’indole personale delle protagoniste, tuttavia tutte sostenute all’unisono da un fiero e forte battere romantico del cuore, è stato il maestro Silvio Giordani, “factotum” con il direttore Pietro Longhi del Teatro Artigiano. Lo spettacolo, che sarà in scena al teatro Manzoni vicino alla RAI, fino alla Festa della Repubblica doveva essere recitato come prima delle quattro e la più lungimirante, mente pensante del da farsi sul momento, da Paola Gassman che purtroppo un grave male c’ha strappato a metà aprile.  Il suo posto è stato preso con pronta disponibilità da Paola Quattrini che conferma tutta la sua abilità e classe innata, pur con il passare degli anni , affiancata dall’antagonista sul piano operativo ed intellettuale Mirella Mazzeranghi, mentre le altre due sono Cristina Gionta e Cinzia Alitto, che insieme compongono un ottimo cast per l’efficace sinergia ben concretizzata da S. Giordani.

Giancarlo Lungarini

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