L'ex comandante Gualandi in carcere per l'omicidio della vigile: «Sofia Stefani non accettava la fine della nostra relazione» | Corriere.it

L'ex comandante Gualandi in carcere per l'omicidio della vigile: «Sofia Stefani non accettava la fine della nostra relazione»

diFederica Nannetti

Il Gip che disposto la custodia in carcere per l'omicidio di Anzola Emilia. L'avvocato: «Lui stava pulendo la pistola e lei è arrivata all'improvviso, lo sparo durante una colluttazione». La famiglia di lei: «Verità e giustizia»

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Giampiero Gualandi e Sofia Stefani

Il Gip del tribunale di Bologna Domenico Truppa ha disposto la custodia cautelare in carcere per Giampiero Gualandi, 62enne ex comandante della polizia locale di Anzola Emilia, accusato dell'omicidio di Sofia Stefani, 33 anni, ex vigile. All'esito dell'udienza e dell'interrogatorio, il giudice ha quindi accolto la richiesta della Procura, che coordina le indagini dei carabinieri, ravvisando la gravità degli indizi a carico dell'indagato. Il fermo non è stato convalidato, perché non è stato ritenuto sussistente il pericolo di fuga. Ma è stata comunque valutata l'esigenza cautelare. «Faremo ricorso di riesame al tribunale della Libertà» annuncia l'avvocato Claudio Benenati, difensore Gualandi

L'omicidio di Anzola e le accuse a Giampiero Gualandi

«È contestato nel capo di imputazione che la povera Sofia, a cui dobbiamo tutti portare rispetto, non accettava la fine della relazione ed era molto arrabbiata rispetto a questa cosa». Lo ha spiegato l'avvocato Claudio Benenati, difensore di Gualandi, al termine dell'udienza di convalida davanti al Gip in tribunale a Bologna, dove il suo assistito si trova a rispondere delle accuse dell'omicidio volontario aggravato di Sofia Stefani. Per la difesa, «non è stato un gesto intenzionale». 

L'avvocato: «Faremo ricorso, non è omicidio volontario»

In questa situazione «la responsabilità per l'omicidio colposo è fuori discussione, il problema è l'intenzionalità, anche da un punto di vista logico». «Lui non sapeva che lei stesse arrivando, è arrivata all'improvviso», ha spiegato il legale. A questo punto «facciamo tutti gli accertamenti tecnici, la perizia balistica, ma non diamo per assodato e per certo che qui siamo di fronte ad un omicidio volontario».

La vigile Sofia Stefani uccisa nel comando di Anzola

Nessuna volontà di uccidere dunque secondo la difesa. Gualandi ha risposto per circa un'ora e mezza alle domande del giudice, confermando la versione già data nelle dichiarazioni immediate dopo l'omicidio: la donna e il suo assistito avevano avuto una relazione che lei voleva portare avanti, lui invece voleva troncare. Giovedì 16 maggio lei è andata nel suo ufficio, lui aveva con sé la pistola d'ordinanza che stava pulendo, c'è stata la colluttazione e il colpo sparato. «Tutto è durato tre minuti». 

La famiglia della vittima: «Un grave caso di omicidio»

«Siamo di fronte a un grave caso di omicidio che ha portato via ai suoi cari e a tutta la comunità una giovane vita che guardava al mondo con fiducia e speranza e che ha trovato la morte in un luogo che per sua natura dovrebbe essere sicuro. Ora i familiari sono distrutti ma anche consapevoli della necessità di andare fino in fondo nel raggiungimento di verità e giustizia». Dice l'avvocato Andrea Speranzoni, difensore dei genitori di Sofia Stefani.

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18 maggio 2024 ( modifica il 18 maggio 2024 | 19:25)