2.500 chiamate al Suem in tre giorni di Adunata. La maggior parte interventi per abuso di alcol

Tre giorni di gran festa alpina si sono conclusi nella tarda serata di domenica, tra fiumi di gente ma anche di alcool e sudore, per i brindisi a volte sfociati in eccessi e per la calura che ha messo a dura prova anche i più temprati. Un’invasione pacifica e con il valore della pace ribadito con fermezza genuina l’Adunata Nazionale numero 95, con la città di Vicenza che non sarebbe stata in grado di accogliere appunto la “fiumana” di Alpini e simpatizzanti se non fosse stato allestito un proporzionale e qualificato servizio di assistenza sanitaria, in particolare nel pronto intervento, visto che la popolazione effettiva nell’area berica si è triplicata tra sabato e domenica.

A tenere le redini di questo imprescindibile servizio di supporto prima di tutto alla salute dei partecipanti oltre che dei cittadini residenti è stata la centrale operativa del Suem 118, con il coordinamento del direttore Federico Politi, “regista” e insieme “stratega” del piano di pubblica assistenza potenziata. Una macchina complessa che ha saputo rispondere a oltre duemila chiamate al 118 in 60 ore, per 519 interventi conteggiati, resa possibile e chiusa la notte scorsa senza intoppi grazie alla disponibilità e competenza dei suoi collaboratori. Un organico di 90 persone che si è messo a disposizione nel lungo week end, conteggiando gli operativi in forza al Suem e i “rinforzi” messi a disposizione dagli ospedali del bacino dell’Ulss 8 Berica, vale a dire da Lonigo, Arzignano, Noventa e Valdagno.

In attesa dei numeri conclusivi ufficiali, si può dire che tutto sia andato per il meglio. Non si sono registrati eventi tragici, prima di tutto, e le chiamate in codice rosso gestite poi in ospedale a Vicenza sono state in tutto una quarantina. Nessun paziente ha avuto necessità di ricoveri in terapia intensiva e in tutti i casi la situazione di salute si è risolta al massimo con il ricovero dopo il passaggio in pronto soccorso. Come specificato nel report ufficioso, nel 98% degli interventi espletati nella tre giorni le equipe di pronto intervento hanno assistito persone con esotossicosi, termine specifico del gergo medico divenuto forse di dominio pubblico in questi giorni “grazie” – si fa per dire – all’Adunata Nazionale Alpina 2024.

Proprio le conseguenze secondarie dell’assunzione smodata di alcool, oltre agli effetti già di per sé inevitabili di stordimento e da intossicazione stordente, hanno portato a una serie di infortuni da caduta, affidati al personale di pronto soccorso e ai medici ortopedici, anche loro pronti per affrontare una mole di pazienti urgenti ben oltre lo standard abituale. Anche qui comunque ci si era preparati a dovere e la risposta è stata adeguata a quanto richiesto dall’enorme afflusso di persone a Vicenza. Il riferimento va a lussazioni alle spalle, fratture ai polsi e altri traumi anche alla testa, lamentati in prevalenza (anzi, per la quasi totalità) da chi aveva esagerato con le “bibite”.

Da tutte le parti e autorità locali sono giunti i ringraziamenti allora al direttore dell’unità operativa del Suem 118, che il dottor Federico Politi in vesti di coordinatore e portavoce ha esteso a tutto il suo “reggimento”. “Non possiamo che essere tanto stanchi quanto soddisfatti – ci confida raggiunto al telefono lunedì – sia della qualità che della quantità del lavoro svolto in questa tre giorni di Adunata. Siamo felici che i posizionamenti dei punti di soccorso in città siano stati per così dire indovinati, basti pensare al caso di ieri della mamma partoriente trasferita poi in ospedale. Segnalo poi come estremamente positiva la cooperazione e la sinergia che si sono instaurate con i soccorritori volontari, le forze dell’ordine e la polizia locale, che ci hanno agevolato nel nostro lavoro in maniera puntuale e precisa.

Federico Politi alla guida del Suem 118

Abbiamo risposto alle chiamate con tempo d’intervento inferiore ai 5 minuti nella totalità dei casi, nel 90% addirittura entro i due minuti. Infine è corretto sottolineare che si è lavorato con la giusta serenità, in maniera egregia e professionale, e con una disponibilità di tutta la nostra squadra davvero da elogiare, per questo a mia volta estendo i ringraziamenti a tutti i nostri collaboratori”. Tra loro, anche gli specialisti del soccorso che hanno composto le “squadre a piedi”, veri e proprio angeli custodi tra la folla di gente. “Se posso dirla con una battuta – conclude Politi con il sorriso dopo tanta fatica e responsabilità sia per chi è rimasto in regia sia per chi era sul campo – credo che siano pronti tutti loro per partecipare alla prossima maratona a Vicenza dopo questo week end!”

La centrale operativa mobile del Suem 118 di Vicenza, operativa da due anni per eventi come quello recente

REPORT GIORNO PER GIORNO

Venerdì – Dalle 14 di venerdì 10 maggio dalla modalità per così dire ordinaria si è passati al piano speciale di pronto intervento predisposto per l’afflusso maxi di persone a Vicenza e dintorni. Nelle prime ore pomeridiane, dunque, sono state 18 le missioni di soccorso, con 10 codici verdi, 7 gialli (due per traumi da caduta) e un unico caso da codice rosso, poi derubricato a giallo in seguito al ricovero. Si trattava di un paziente che lamentava una epigastralgia acuta (un forte dolore allo stomaco): l’uomo, trattato in ospedale dai medici, è stato dimesso nelle ore successive e ha potuto addirittura tornare alle celebrazioni dell’Adunata 2024. A questi numeri riferiti agli invii di ambulanze dalla sede del Suem, vanno aggiunti (fino alle 19.30 circa di venerdì) 8 interventi del personale sanitario a piedi, tutti di natura non grave. Dalle prime missioni per così dire “introduttive” si è assistito poi al boom vero e proprio di richieste di intervento sanitario, in maniera ininterrotta dalla tarda serata di venerdì e quasi per le successive 48 ore. Tra le 20 di venerdì e le 8 del mattino seguente di sabato 370 le chiamate ricevute, per 121 squadre sanitarie inviate sui luoghi di chiamata, di cui 8 per codici rossi, in seguito a malori per lo più, e 36 codici gialli in seguito a cadute o altro (codici bianchi e verdi le altre uscite).

SABATO – In presenza di esotossicosi, vale a dire intossicazione da abuso alcolico, prassi di presa in cura risolte tutte senza necessità di ricovero prolungato, e solo nei pazienti-spugna più accaniti, portati in pronto soccorso, si è ricorso a una flebo ricostituente per favorire lo smaltimento della sbornia eccessiva per rimetterli in sesto. Dopo l’extra lavoro già smaltito in notturna, nella giornata centrale delle tre, dalle 8 alle 19.30 sono arrivate ben 849 telefonate al 118, mandando in loco 256 missioni, di cui 90 per le squadre a piedi. Sono 13 i codici rossi e 53 i gialli, gran parte degli interventi risolti con trattamento adeguato di assistenza sul posto. Riguardo i casi più impegnativi, si registrano 5 pazienti cardiologici e 4 traumatologici, senza comunque mai ricorrere al servizio di rianimazione. Nella seconda serata e nottata da “circoletto rosso” altre 572 chiamate e 145 missioni espletate (41 dal personale sanitario a piedi) con gran lavoro svolto dal personale impegnato nell’ospedale da campo in via Dalmazia ai margini di campo marzo. In 7 casi si è preferito l’invio dei pazienti al pronto soccorso del San Bortolo, per trattarli in maniera adeguata.

DOMENICA – Poi il gran finale di domenica 12 maggio, con la sfilata-fiume durata 13 ore sotto un sole più estivo che primaverile e temperatura saldamente sopra i 30° nelle ore diurne. Fino alle 19 di domenica registrate 844 chiamate per 235 missioni (76 affidate al personale a piedi), con altri 13 “feriti” traumatologici. A farla da padrone, ieri, interventi di supporto per Alpini e simpatizzanti spossati dall’attesa, colpiti da colpi di calore e stremati dal mix di fatica e caldo, senza comunque registrare missioni di particolare gravità. Ultimo tassello della tre giorni di folla e super lavoro, l’assistenza in stazione dei treni ai partenti, di rientro verso le rispettive case e famiglie.