Reggio Calabria, il Circolo Culturale “L’Agorà” ricorda Walter Chiari

Mercoledì 15 maggio, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione avente come tema “1924-2024: nel centenario della nascita di Walter Chiar

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Con il patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Verona, e la collaborazione con la storica casa editrice “Dellisanti”, il Circolo Culturale “L’Agorà”, organizza una giornata di studi sul tema “1924-2024: nel centenario della nascita di Walter Chiari”. Dopo i saluti istituzionali, seguiranno gli interventi del giornalista Antonio Dellisanti, direttore dell’omonima casa editrice. Di seguito, l’intervento del critico cinematografico Domenico Palattella, autore di “Walter Chiari 100 e … lode”. Concluderà la giornata di studi su Walter Chiari, il Vicepresidente del Circolo Culturale “L’Agorà”, Antonino Megali, che ne delineerà le doti umane ed artistiche. Figlio di genitori pugliesi, suo padre era un brigadiere che venne trasferito a Milano con la sua famiglia quando il piccolo Walter aveva otto anni.

Il giovane Annichiarico gli anni della sua gioventù li passa alternando spensieratezza e allegria ad una fervida brillantezza e irrequietudine, infatti pur giovanissimo all’età di tredici anni si iscrive ad uno dei tanti boxing club di Milano e nel 1939 (non ancora sedicenne), diventa campione regionale della Lombardia nei pesi piuma. Nell’immediato dopoguerra, dopo esser stato sotto le armi e aver intrapreso per un breve periodo la carriera pugilistica, Walter Chiari incomincia a realizzare il sogno di diventare attore. Nel 1946 fa una breve e casuale apparizione in uno spettacolo intitolato Se ti bacia Lola. L’anno seguente finalmente fa il suo esordio come attore cinematografico nel film “Vanità” di Giorgio Pastina, per il quale si aggiudica un Nastro d’argento speciale come miglior attore esordiente.

Nel 1950 è l’impareggiabile interprete della rivista Gildo. L’anno seguente è attore protagonista con Anna Magnani nel capolavoro drammatico, dal titolo”Bellissima” diretto da Luchino Visconti; sempre nello stesso anno viene acclamato in una rivista dal titolo”Sogno di un Walter”. In seguito continua ad alternare successi cinematografici, ai successi in palcoscenico (con la rivista Tutto fa Broadway). Pian piano si afferma come uno dei talenti più rivoluzionari della comicità italiana; inaugura infatti un nuovo modo di recitare grazie alla sua innata capacità di chiacchierare per ore con il pubblico e di interpretare diversi personaggi.

Il suo modo di recitare è veloce, come una chiacchierata continua. Nel 1955 Walter Chiari interpreta la rivista Oh quante belle figlie Madame Dorè, e l’anno seguente, accanto alla bravissima Delia Scala, prende parte alla commedia musicale dal titolo Buonanotte Bettina, di Garinei e Giovannini. Nel 1958 appare in televisione nel varietà La via del successo, dove accanto a Carlo Campanini, propone numeri già collaudati nelle sue riviste, dal Sarchiapone (con Carlo Campanili come spalla) al sommergibile, dalla belva di Chicago al bullo di Gallarate. La collaborazione con Garinei e Giovannini prosegue con la commedia musicale Un mandarino per Teo (1960), al fianco di Sandra Mondaini, Ave Ninchi e Alberto Bonucci. Nel 1964 è straordinario nell’interpretazione del padre nel film Il giovedì, diretto da Dino Risi.

L’anno seguente da spessore alla sua recitazione interpretando due commedie teatrali, la prima a fianco di Gianrico Tedeschi, dal titolo Luv (1965) di Shisgal, e la seconda a fianco di Renato Rascel, dal titolo La strana coppia (1966) di Neil Simon. Nel 1966 interpreta il tartagliante signor Silence nel film Falstaff, diretto e interpretato da Orson Welles, e l’italiano del miracolo economico, egoista e cinico, in “Io, io, io… e gli altri”, diretto da Alessandro Blasetti. Nel 1968 viene chiamato a condurre per la televisione la famosissima trasmissione musicale Canzonissima, accanto a Mina e a Paolo Panelli. Ormai è conosciuto come un vero donnaiolo, molte bellissime donne famose cadono ai suoi piedi: da Silvana Pampanini a Sylva Koscina, da Lucia Bosè a Ava Gardner, da Anita Ekberg a Mina, fino a che decide di “mettere la testa a posto” sposando l’attrice e cantante Alida Chelli, che gli darà un figlio, Simone.

Generoso con tutti, comico per vocazione ma anche attore importante con Visconti (“Bellissima”) e Dino Risi (“Il giovedì”), è stato il primo divo tricolore esportato all’estero in qualità di gettonato rubacuori, due nomi fra i tanti: Lucia Bosè ed Ava Gardner. Popolarissimo nell’Italia del boom economico, teneva incollati milioni di spettatori davanti al piccolo schermo con monologhi, scenette e barzellette interminabili a “Studio Uno” e “Canzonissima” in quella tv elegante e in bianco e nero fatta da grandi professionisti, era un personaggio da copertina insomma, richiesto e acclamato ovunque, ma in fondo era rimasto quello di sempre. La storia di un Peter Pan che amava la vita, amato da tutti per la sua simpatia. La conversazione, organizzata dall’associazione culturale reggina, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da mercoledì 15 maggio. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi nel corso della nuova conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” che sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da mercoledì 15 maggio.

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