La denuncia

Poste di via Resia, piove dal tetto: consegne a rischio

La Failp Cisal: «Il nuovo sistema non funziona. Criticità su depositi corrispondenza, recapito e sportelleria». Longo: «A Bressanone, Bolzano e Silandro un disastro, ma l’azienda non si ferma: da giugno partono Merano, Ora e Brunico»


Davide Pasquali


BOLZANO. Non ci siamo, su almeno tre fronti: depositi corrispondenza, recapito, sportelleria. Piove (letteralmente) su lettere e giornali in via Resia, i postini al mattino partono troppo tardi e così la consegna di quotidiani e periodici è a rischio, mentre gli uffici postali devono fronteggiare i clienti, giustamente imbufaliti per i ritardi e il dover ritirare di persona raccomandate e pacchi. È la condizione delle poste in Alto Adige. Nonostante un vertice urgente a fine aprile tra Provincia e vertici aziendali richiamati al rispetto della costosa convenzione stipulata da Bolzano - quasi dieci milioni in tre anni - «non ci sono significativi passi avanti, anzi». A sostenerlo è la segretaria provinciale Failp Cisal Antonella Longo.

In via Resia, nei mesi scorsi il sopralluogo preteso dai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, come confermato dal verbale delle poste, aveva evidenziato: porta di emergenza bloccata, estintori non segnalati, cassette pronto soccorso da rifornire di farmaci, casellari non sufficientemente illuminati riguardo le vie di fuga, servizi sanitari malfunzionanti, scarichi compresi. Risolti diversi problemi, a metà aprile l'azienda si era impegnata a sistemare il prima possibile le infiltrazioni di acqua. Il risultato? Basta la foto qui in alto, assieme ad altre scattate venerdì: piove, dentro l'edificio e sotto le tettoie dove viene stipata la corrispondenza. Si sono chiamati pure i pompieri, che almeno hanno rassicurato: per ora l'acqua non compromette l'impianto elettrico.

Il peggio però è il nuovo sistema di recapito. Semplificando per comprendere meglio il succo: anche allo scopo di distribuire i pacchi Amazon (in regione Poste registra un +12% di consegne nel solo primo trimestre 2024), che arrivano man mano nel corso della giornata, i postini partono più tardi. Un sistema, a detta dei sindacati, già problematico altrove, mentre in Alto Adige - per conformazione geografica, condizioni climatiche e abitudini di lettura quotidiani non paragonabili con quelle di altre realtà nazionali - sarebbe disastroso.

A fine aprile, dal vertice tra il presidente Arno Kompatscher, il direttore locale Luca Passero e i funzionari centrali di Poste Italiane, erano giunte rassicurazioni, su vari fronti, primo fra tutti la consegna della posta entro le 13, come da convenzione. «Un'utopia», spiega Longo. Il nuovo sistema di recapito non terrebbe conto delle peculiariatà altoatesine, ma i vertici delle Poste vogliono andare avanti. Dopo essere partiti a Bressanone, Bolzano e Silandro, ora si vuole proseguire. Dal 3 giugno il servizio recapito posticipato di orario andrà in partenza a Merano, Ora, Brunico. «Merano - così Longo - serve la Passiria». Paesini, frazioni, masi sopra i 1500 metri di quota. Se parti a distribuire tre quarti d'ora dopo, alle 9.15, consegnare tutto entro le 13 diventa difficile. Impossibile, sostiene Longo.

Ma problemi ci sono anche in fondovalle, dove a soffrire sono pure gli sportellisti. «Già in difficoltà nel gestire l'ordinario. In diversi uffici di Bolzano anziché quattro impiegati ce ne sono solo due, tipo in via Resia e viale Europa». E se negli uffici si riversano i clienti a ritirare le raccomandate non consegnate di persona si intasa tutto. I sindacati hanno chiesto si avvii una contrattazione di secondo livello, prevista in caso di ristrutturazioni del servizio, per declinare gli orari sulle esigenze e le specificità locali. Finora, sono rimasti inascoltati.













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