Maconi: “Gran Gagliaudo d’Oro onore immenso, ma pensiamo al futuro di Alessandria: la ricerca è leva di sviluppo, e strumento per una sanità migliore”

di Ettore Grassano

Difficile, quando si incontra Antonio Maconi, decidere da che parte cominciare l’intervista: il Dairi, Dipartimento di Attività Integrate Ricerca e Innovazione dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di cui è direttore, o la Fondazione Solidal, fondata nel 2014 da Pierangelo Taverna, e ora da lui presieduta? L’Ordine dei Medici che lo vede da tanti anni in prima linea o la Facoltà di Medicina dell’Upo di Alessandria, o ancora l’Ircss a cui da anni sta lavorando, e che tutti speriamo possa essere la ‘ciliegina sulla torta’ di un già notevolissimo percorso di crescita della sanità alessandrina? In questa chiacchierata cercheremo di affrontare tutti questi temi, ma lo spunto di partenza ce lo offre la cronaca delle scorse settimane: il Dottor Maconi è stato infatti insignito, in occasione dell’856esimo compleanno della città di Alessandria, del Gran Gagliaudo d’Oro “per l’impegno profuso nell’ambito della Ricerca e innovazione medico-scientifica, della Solidarietà sociale e delle Istituzioni”.

Un premio prestigioso, conferito in precedenza soltanto ad Umberto Eco, e quando glielo ricordi ad Antonio Maconi luccicano gli occhi. Per un “nuovo” alessandrino come lui, liceo classico Plana a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta prima della laurea in Medicina a Pavia, si tratta di un riconoscimento che emoziona, e lascia il segno. Del resto, fu proprio Maconi sei anni fa, in occasione degli 850 anni della città, a donare alla città il logo commemorativo, e a ‘stimolare’ la centralità di una ricorrenza che non sempre in passato gli alessandrini, istituzioni comprese, hanno valorizzato in modo adeguato.

Dottor Maconi, nelle foto ufficiali della premiazione sembra un po’ emozionato….
Lo ero, assolutamente, e non me ne vergogno. Chi mi conosce sa quanto amo Alessandria, e quanto mi farebbe piacere che la nostra comunità conoscesse ed amasse di più la propria storia, e le tante figure, illustri e meno illustri, che hanno contribuito a scriverla.

È stata anche l’occasione per tornare, una tantum, in quell’aula del consiglio comunale in cui si è seduto per tanti anni….
Dal 2002 al 2012, per la precisione. Anche quello fu un onore, e credo che il consiglio comunale sia un luogo simbolico, in cui i rappresentanti eletti si incontrano, confrontano e talora magari scontrano, ma sempre, o almeno così dovrebbe essere, con l’obiettivo di trovare le migliori soluzioni ai problemi della comunità. Ma non mi faccia parlare di politica, per carità…

Nessuna intenzione, siamo anche in par condicio. Partiamo invece dal suo impegno nel mondo delle Fondazioni, che comincia anche prima di Solidal: che ruolo giocano oggi, nel tessuto cittadino e non solo?
Fondamentale. Se non ricordo male entrai in Fondazione CrAl nell’ormai lontanissimo 2007, ma mi fa piacere ricordare una precedente esperienza, sempre nell’ambito della solidarietà sociale, che fu l’Associazione Buxter, in ricordo di un compagno di liceo e caro amico, scomparso prematuramente. Avevamo sede in via Faa di Bruno, e da quell’esperienza nacque poi il CSVA. Le Fondazioni, e ad Alessandria in particolare la Fondazione CrAl, svolgono non da oggi, ma oggi ancora più di un tempo, un ruolo fondamentale, e delicatissimo, di sostegno non solo all’economia locale, ma a tutte le attività sociali e culturali del territorio. Pensiamo a quanto ha pesato, nei decenni scorsi, la Fondazione CrAl nella fase di avvio prima e di consolidamento poi dell’Università in città, prima come corsi decentrati da Torino e poi come Upo. O, in anni più recenti, quale baluardo la Fondazione di Palatium Vetus ha rappresentato per fronteggiare il Covid.

Attraverso la Fondazione Solidal in particolare, da lei presieduta, che poi ha avuto una specifica evoluzione sul fronte della ricerca…
La Fondazione Solidal è stata pensata fin dalla sua creazione, nel 2014, dall’allora Presidente della Fondazione CrAl Piero Taverna come strumento al servizio di tutta la nostra comunità. Si è poi rivelata, negli anni del covid, uno strumento fondamentale per capacità di aggregazione della solidarietà di tanti, e con il Presidente Mariano abbiamo ritenuto che la nascita di Solidal per la Ricerca potesse a quel punto consentire di sviluppare un filone di finanziamento fondamentale, anche attraverso specifici accordi con le strutture sanitarie del territorio.

Solidal è una fondazione di comunità, ossia un ente assolutamente no profit, e con cariche non retribuite, che ci consente di incidere sulla qualità della vita della qualità stessa, migliorandola attraverso l’attrazione e valorizzazione di risorse, e il sostegno e l’attuazione di progetti. In questi ormai dieci anni di attività la Fondazione Solidal ha sviluppato proposte rilevanti per il territorio: da borse di studio per ragazzi e ragazze meritevoli, al Premio Giornalistico Marchiaro, in memoria del grande cronista della Stampa, a lungo responsabile della redazione alessandrina del quotidiano. Franco non aveva figli, e mi voleva molto bene, al punto di intestarmi una parte della sua eredità: risorse che all’epoca ritenni di destinare in toto a Solidal, e che ancora oggi consentono di organizzare il Premio Marchiaro, giunto al suo decennale.

Parliamo di sanità, che è il suo mestiere. E’ un tema delicatissimo, in cui aleggia spesso malcontento per ciò che non funziona, o potrebbe funzionare meglio: dai Pronto Soccorso alle infinite liste di attesa per visite ed esami …
Questa è la sanità quotidiana, certamente sempre migliorabile, e che altrettanto certamente genererà sempre anche critiche e insoddisfazioni, perchè stiamo parlando del comparto più delicato in assoluto, quello che riguarda la salute di tutti noi. Personalmente in questi anni sto lavorando, insieme a tanti altri ovviamente, ‘in campo lungo’, ossia per costruire le fondamenta della sanità alessandrina dei prossimi decenni. Mi rendo conto che sentire parlare di Dairi, o di Azienda Ospedaliero Universitaria, o di Irccs, può a volte essere persino irritante per chi deve trascorrere ore in un Pronto Soccorso, o non riesce a prenotare una visita specialistica in tempi brevi. Ma le questioni sono assolutamente connesse, e soltanto ‘alzando l’asticella’ della qualità, in termini di ricerca, riusciremo ad avere strutture ospedaliere e sanitarie in grado di offrire migliori prestazioni al paziente finale, che rimane il centro assoluto del ‘sistema salute’. Ma senza ricerca, e senza università di qualità, non può esserci neanche un livello adeguato di cure.

A proposito di Università, ad Alessandria si sta ormai completando il primo ciclo completo di laureati in Medicina. Cosa significa questo per il nostro territorio?
A breve avremo i primi medici laureati con l’intero ciclo di corsi ad Alessandria, e siamo ormai, per i 6 anni di Medicina, a 600 iscritti. A questi però vanno sommati gli iscritti a Infermieristica, a Fisioterapia, ai diversi master: complessivamente siamo ben oltre i mille studenti, oltre naturalmente a tutto il personale, docente e tecnico. Uno straordinario volàno culturale ed economico per la nostra città, e un salto di qualità per la sanità alessandrina. A tutto questo speriamo che, a breve, possano aggiungersi scuole di specialità con sede in città. Si tratta di un circuito virtuoso straordinario, impensabile fino a pochi anni fa, e che ha nella trasformazione dell’Azienda Ospedaliera in Azienda Ospedaliero Universitaria un’altra colonna di rilevanza assoluta.

A questo punto manca l’Irccs, il cui iter seguiamo da anni: il primo Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico pubblico di tutto il Piemonte tra Alessandria e Casale Monferrato sarebbe davvero la classica ‘ciliegina sulla torta’….
Siamo ad un passo dal traguardo, e aspettiamo le decisioni del Ministero. Vorrei sottolineare che si tratta di un percorso che parte da una tragedia come quella dell’eternit, e del mesotelioma, e che ha visto l’impegno davvero di tante istituzioni, a partire dalla Regione Piemonte, dai tempi dell’assessore Saitta sino all’attuale assessore Icardi, che in questi anni ha lavorato con il massimo impegno. È uno di quei casi in cui la politica ha saputo superare steccati e divisioni, per cui mi sento di ringraziare tutti: dall’on. Molinari al sen. Berutti, al consigliere regionale Ravetti, al sindaco di Casale Monferrato Riboldi, all’ex Ministro Balduzzi. Ma chi davvero ha dato l’anima, e ha messo a disposizione tempo e competenze, senza risparmiarsi, è stata la senatrice Rossana Boldi. Naturalmente mai dire gatto se non l’hai nel sacco, come diceva Trapattoni negli anni Novanta. Quindi attendiamo fiduciosi, e se arriverà il semaforo verde da Roma ci faremo trovare pronti.

E per quanto riguarda Campus e nuovo Ospedale, dottor Maconi: quale delle due strutture sarà operativa per prima?
Si tratta di ‘partite’ di cui non mi occupo direttamente, ma certamente i tempi di realizzazione del Campus agli Orti dovrebbero essere più brevi, mi auguro non oltre i tre anni da oggi. Entrambe le opere, comunque, sono fondamentali per il futuro della nostra città, e sono certo che, una volta realizzate e operative, rappresenteranno per Alessandria un biglietto da visita straordinario.