Torino, la nuova stagione del Teatro Regio tra classici, titoli per cultori e sconti per la «Meglio gioventù» | Corriere.it

Torino, la nuova stagione del Teatro Regio tra classici, titoli per cultori e sconti per la «Meglio gioventù»

diLuca Castelli

Nove spettacoli lirici e due balletti in cartellone. Spicca il ritorno di Del Monaco, non ci sarà invece Riccardo Muti. Abbattuta la differenza di prezzo tra la prima e le altre recite. Jouvin: «La lirica è un’arte popolare»

L’opera? Roba da giovani. Potrebbe essere lo slogan della prossima stagione del Teatro Regio, che avrà come filo conduttore la gioventù, anzi «La meglio gioventù», titolo scelto dal sovrintendente Mathieu Jouvin e dal direttore artistico Cristiano Sandri per identificare un cartellone composto da nove opere liriche e due balletti (più il consueto appuntamento con il «Roberto Bolle & Friends»).

Torino, la nuova stagione del Teatro Regio tra classici, titoli per cultori e sconti per la «Meglio gioventù»

Se il titolo della stagione 2023/24 «Amour toujours» faceva riferimento a un tormentone dance di Gigi D’Agostino, per l’anno prossimo l’ispirazione arriva dal cinema: «La meglio gioventù» è anche una raccolta di poesie di Pier Paolo Pasolini, ma Jouvin spiega che «il riferimento è il film di Marco Tullio Giordana del 2003, che per me fu anche un colpo di fulmine per l’Italia».

Come nel film, quella che dal 1° ottobre sfilerà fino al 29 giugno 2025 sul palco del Regio sarà una gioventù beata ma non troppo, con opere i cui protagonisti a volte muoiono, spesso soffrono e sempre vanno alla ricerca di emozioni, risposte e significati assai difficili da afferrare. Insomma, giovani. «Un’età ricca ma anche dura, di cui illustreremo al pubblico tutti i paradossi», dice Jouvin. «Come scrisse Paul Nizan: “Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita”».

La partenza sarà anche un congedo. Il trittico che tra settembre e ottobre comprenderà le tre Manon di Puccini, Massenet e Auber («per il quale stiamo ricevendo molte attenzioni e prenotazioni dall’estero») segnerà anche l’ultimo capitolo del lungo omaggio che il Regio ha tributato al centenario dalla morte di Puccini. Curiosamente, l’anniversario vero e proprio cadrà a omaggio concluso, il 29 novembre, quando al Regio si respirerà già aria di Mozart con Le nozze di Figaro. Dopo il dicembre della danza con Giselle di Adam e Lo schiaccianoci di Cajkovskij, a gennaio arriverà L’elisir d’amore di Donizetti (con co-protagoniste le marionette fornite da due importanti dinastie marionettistiche torinesi, Grilli e Lupi) e a febbraio il Rigoletto di Verdi.

Capolavori conosciutissimi a cui seguiranno un paio di ripescaggi dal repertorio lirico meno frequentato (La dama di picche di Cajkovskij e l’Hamlet di Thomas), confermando quell’approccio alla riscoperta di gioielli nascosti che al Regio ha già fruttato la vittoria del Premio Abbiati per il miglior spettacolo del 2023 con La Juive di Fromental Halévy (premio che sarà consegnato a Torino il 18 giugno).

Scavando nei cast, non mancano le curiosità. La prima è che Le nozze di Figaro completeranno la trilogia Mozart/Da Ponte aperta e proseguita da Riccardo Muti nel 2021 con Così fan tutte e nel 2023 con Don Giovanni, ma a dirigerle non sarà il maestro napoletano (in quei giorni in Cina) ma il giovanissimo — classe 1990 — Leonardo Sini

La seconda è il ritorno al Regio di Giancarlo Del Monaco, che nel 2018 fu a lungo indicato come erede di Walter Vergnano alla sovrintendenza del teatro, prima che la scelta del sindaco Chiara Appendino ricadesse su Walter Graziosi. Sarà sua la regia dell’opera che a giugno chiuderà la stagione, Andrea Chénier di Umberto Giordano, ambientata ai tempi della Rivoluzione francese.

E a proposito di rivoluzioni francesi, prosegue quella con cui il sovrintendente Jouvin sta rilanciando a gran velocità il teatro. Confermata l’Anteprima Giovani riservata agli under 30, a spiccare per la prossima stagione è una triplice novità legata alla biglietteria per tutti: i quattro settori in cui fino a oggi era suddiviso il teatro diventano tre, aumenta lo sconto per gli abbonati (dal 20 al 30 per cento sul costo intero dei biglietti) e viene abbattuta la differenza di prezzo tra la «prima» e le altre recite. «Sono novità rese possibili dal contributo dei nostri sostenitori», dice il sovrintendente, «in direzione di una maggiore accessibilità del teatro. Dobbiamo sempre ribadirlo, la lirica è un’arte popolare».

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16 maggio 2024