Nikka Costa ricorda la popolarità precoce

Nikka Costa ricorda la popolarità precoce

Nikka Costa su Repubblica ha rilasciato un’intervista molto curiosa, che fa capire come la fama ottenuta sin da bambini spesso sia un’arma a doppio taglio e che se non maneggiata con cura rischia di essere molto dannosa per il proseguo della vita di quella persona. Tutto questo in vista dell’uscita del suo nuovo album intitolato Dirty Disco, pieno di sonorità anni Settanta e Ottanta.

Nikka Costa ricorda la popolarità precoce
Foto profilo ufficiale Instagram

L’infanzia e la popolarità

Durante l’intervista, nella quale la cantante ha comunque ricordato di aver avuto un’infanzia bellissima, si è parlato del suo essere bambina prodigio e del successo avuto anche troppo presto.

Ma io non ero una bambina prodigio: ero la figlia di un papà bravissimo come Don Costa, che sarebbe morto due anni dopo, nel 1983. Giravo il mondo con lui per fare una delle cose che ho sempre più amato, cantare, vedevo posti incredibili e saltavo pure la scuola. Certo, i ritmi erano frenetici, eravamo sempre in viaggio, ma i bambini si adattano a tutto. Ecco, magari per sentirmi una della mia età dovevo svegliarmi a notte fonda e mangiare di nascosto della cioccolata. Ma c’è di peggio nella vita, no? I ritmi erano così frenetici che il palco di Sanremo mi è sembrato uguale a quello del giorno prima e a quello del giorno dopo.

L’altro Sanremo

L’intervista è poi proseguita con un riferimento ad Amedeo Minghi e ovviamente anche all’altro Sanremo, di quando nel 1990 venne a cantare la versione in inglese di “Vattene amore” al quale lei ha partecipato:

Oh certo. Bellissima canzone, in inglese si intitolava All for the love. In Italia è ancora ricordata? Sono proprio contenta, mi ero commossa a cantarla e a sentire il lavoro vocale di Mietta. Amedeo Minghi chi? Ma come! L’autore della canzone oltre che interprete con Mietta. Un biondo con la coda ricordo? Ma è sicuro? Zero, Proprio zero. Mi dispiace.