Rubrica Musicale – MUSICA DA DIVANO

Doom- Nayt

12 canzoni, 35 min 36 sec

GENERE: Hip-Hop, Rap

DATA: 29 ottobre 2021

CANZONE PREFERITA: Ultima confessione

Nayt, pseudonimo di William Mezzanotte, nasce ad Isernia nel 1994 ed è a mio parere il rapper italiano più sottovalutato.

Nella scena rap italiana è stato in grado di farsi conoscere per l’autorità, la pazienza e la consapevolezza con cui ha lavorato ai propri progetti. Questo crescendo lo ha portato a dimostrare nel tempo non solo le sue capacità tecniche, ma anche di essere in grado di toccare i piani alti della classifica con dei contenuti diversi, più concreti di altri. Nella copertina dell’album, in cui trae ispirazione dal quadro “La sepoltura di sardinia” di Goya, vediamo Nayt accerchiato da corpi, personaggi senza volti, stereotipi e per comprenderlo penso sia utile citare ciò che ha detto in una sua ‘intervista: ” La copertina di Doom rispecchiava a pieno la mia condizione, ero perso, avevo toccato il fondo, ero intimorito da questo mondo che mi assale e disorienta.”

La scelta di intitolare l’album “Doom” non viene fatta semplicemente perché è il contrario di Mood, il primo progetto che ha permesso all’artista di compiere questo viaggio nella parte più interiore di sé, ma poichè Nayt è particolarmente legato al concetto di condanna (doom è la traduzione inglese di condanna).

Rifacendomi sempre ad una sua intervista l’artista afferma che nel suo progetto voleva sottolineare il fatto che l’uomo è condannato perché non sceglie né di nascere né di morire né tantomeno di innamorarsi, ma conclude poi affermando che tutto ciò che ci circonda può essere visto sia come una maledizione, sia come un dono            dall’infinito valore.

Doom è il mezzo attraverso il quale l’artista riesce a scavare più a fondo dentro sé stesso. Rappresenta una vera e propria introspezione personale in cui porta alla luce temi esistenziali affrontandoli con grande coraggio: un esempio è la tematica  dei disturbi alimentari, rispetto ai quali  le persone difficilmente sono in grado di aprirsi.

Concludo il mio articolo dicendo che consiglio vivamente l’ascolto di questo fantastico album a tutti coloro che desiderano immedesimarsi  nel viaggio interiore dell’artista, ma soprattutto a tutte le persone che vogliono capirsi, cercarsi nel profondo, che ambiscono realmente a conoscere la loro parte interiore, che vogliono oltrepassare quella superficialità dannosa tipica della nostra età, che vogliono dare una risposta più completa possibile alla domanda: chi sono io?.

 

Il Segreto – Venerus

10 canzoni, 32min 36sec

GENERE: Indie Rock, Psichedelia, Soul

DATA: 9 Giugno 2023

CANZONE PREFERITA: Il tuo cane

Venerus, dopo un Magica Musica psichedelico, caleidoscopico e fantastico cambia rotta, e da una natura magica ci porta direttamente a casa sua, nella sua intimità, dove è stato registrato l’intero album. Infatti, Il Segreto è stato prodotto da Venerus con i suoi amici nella sua casa-studio, registrato live, e l’album per l’appunto ci vuole raccontare dei segreti, nascosti nella musica, nei testi, nel sottofondo, nell’intimità di casa sua, dove ci accoglie. Facendo riferimento alle parole dell’artista milanese: “È come se entri dentro una stanza e apri tutte le finestre. A quel punto può succedere qualsiasi cosa. Se comincia a piovere, piove dentro. Ma sei tu che hai creato le condizioni perché succedesse qualcosa d’inaspettato”.

Infatti, un ascolto attento ci porta a scoprire, nel sottofondo della musica, delle parole sussurrate, dei suoni, delle risate di amici, una bicicletta, un grillo. Nei piccoli segreti nascosti tra le note, la musica ci trasporta tra mille emozioni, facendoci ballare, piangere e divertire.

Si tratta di un disco fatto da amici, intimo e minimale nella sua forma, ma al contempo ricco di significati, particolari ed emozioni, capaci di portarci nello spazio, in fondo al mare, in un bosco, stando fermi, immaginando con la fantasia sul nostro divano. Non si tratta di un concept album, ma l’artista tramite le relazioni con le persone ci racconta dei segreti, riportandoci a quando eravamo bambini.

Il disco si apre con Istruzioni, un breve brano che ci accoglie nell’intimità dello studio di Venerus, e la voce calda con le tastiere ci avvolgono in una magica atmosfera.

Faresti lo stesso tocca quasi una leggera drum & bass, e Sola ci riporta negli anni 70, con un rock & roll sfrenato, ma allo stesso tempo ricco di creatività, come solo Venerus sa fare.

Il tuo cane, uno dei brani più interessanti, ci parla della massima intimità dell’amore, quasi surreale, dove Venerus sogna di essere il cane della sua amata. È al contempo ironica, ma mostra la parte più vulnerabile dell’artista. A mio parere, una delle manifestazioni d’amore più belle della musica.

L’album tocca delle note blues con Non imparo mai, invece Binari si chiude con 2 minuti di frenetica musica psichedelica, dove un arpeggio di pianoforte è accompagnato da varie percussioni, dei dolci fiati e una voce quasi aliena, che ci porta in fondo all’oceano, come se fossimo accompagnati da delle sirene.

Resta qui ci fa ballare con un leggero jazz, e Fantasia ci dice quanto è bello essere bambini, sognare, amare, lasciarsi abbandonare dalla fantasia, e quanto sia doloroso tornare indietro nel mondo reale. È un’esortazione ad immergersi nei propri pensieri, nelle nuvole e nella dolcezza della natura.

Concludendo, si tratta di un disco intimo e personale, ricco d’amore e di passione. Allo stesso tempo, è un disco che si distanzia dall’attuale industria musicale, sempre più piatta, finta e monotona, che abbandona l’appiattimento emotivo della musica digitale e riabbraccia la musica fatta insieme, con amore.

 

Luv(sic) Hexalogy

13 canzoni, 1h 06min

GENERE: Jazz rap, Lofi, Electronica

DATA: 9 dicembre 2015

CANZONE PREFERITA: Luv(sic) Part 2

L’amore per la musica è ciò che ha inizialmente spinto il dj giapponese Jun Seba, in arte Nujabes, e il suo collega, nonché amico, Shing02 a comporre delle “lettere musicali” in cui riversare i propri sentimenti per questa arte; infatti si trova in ogni canzone un equilibrio armonioso fra le strumentali e la voce del cantante, a simboleggiare l’abbraccio con cui “la dea Musica”  avvolge gli ascoltatori. Suoni organici di violini, chitarre e tamburi si mischiano con l’effervescenza dei sintetizzatori ed alcuni sample jazz, andando a creare un’atmosfera dal tono sereno e pacifico, in cui l’artista diventa in grado di esporre la sua sensibilità: riesce così Shingo ad iniziare la narrazione del suo rapporto con la musica, a partire dal brano di apertura, Luv(sic), in cui racconta di come la melodia e il ritmo della musica gli permettano di innamorarsi del mondo che lo circonda.

Allo stesso modo in Luv(sic) Part 2 invita anche le altre persone a godersi la gioia della musica, ad abbandonare quelle ostilità che portarono alla tragedia avvenuta precedentemente alla composizione di questa canzone, l’attacco terroristico alle Torri Gemelle; questo fu infatti un evento che segnò profondamente il cantante, provocando in lui il desiderio di creare una canzone capace di restituire la pace in un momento di così grande paura e disperazione.

Si sposta così l’intento dei brani a voler riconciliare fra loro persone, utilizzando sempre la musica come linguaggio; nascono così Luv(sic) Part 3 e 4.

Tuttavia fu proprio dopo la realizzazione della quarta parte che avvenne un evento di triste importanza: il 26 febbraio 2010 in un incidente stradale a Tokyo morì Jun Seba.

Questo parve rappresentare la fine del progetto dei due ma fu lo stesso cantante a voler utilizzare le tracce incomplete lasciate dall’amico per elaborare la perdita e cercare di rendere onore alla sua volontà; nacque così Luv(sic) Part 5, una canzone cupa e ricca di malinconia, pervasa da un sentimento di rimorso e nostalgia.

Dopo aver prodotto questo brano la serie dei Luv(sic) venne pubblicata in vinile solamente in territorio giapponese, riscuotendo comunque un discreto successo.

Qualche anno dopo Shingo, ormai rapper indipendente, tornò nella casa di Nujabes in cui fece un tuffo nel passato ritrovando delle vecchie tracce prodotte dall’amico; fra queste un loop inedito, chiamato Luv(sic) Grand Finale.  “Ero parecchio scioccato: era un loop semplice, ma capii subito che dovevo completarlo” disse così il rapper raccontando l’episodio che portò alla composizione del capitolo conclusivo dell’esalogia; quest’ultimo brano quindi rappresentava il tributo finale all’amico, tramite delle strumentali oniriche e limpide a dimostrare la rinnovata pace ritrovata da Shingo dopo il lutto.

L’album venne così rilasciato in due CD in tutto il mondo, contenenti le sei parti originali, vari remix e le strumentali di ogni brano; grazie alla vasta distribuzione il lavoro di Nujabes e Shing02 fu apprezzato da ascoltatori di tutto il mondo, ispirando numerosi artisti.

Proprio dai lavori del dj infatti trasse origine il nuovo genere della Lofi, di cui egli è appunto considerato uno dei pionieri, che stava sempre di più affermandosi nella cultura musicale internazionale.

L’ascolto dell’album è vivamente consigliato per riflettere sui suoi temi ma anche per apprezzare una produzione di fine realizzazione, capace di valorizzare momenti importanti e quotidiani.

 

 

Samuele Argento, Filippo Carmeni, Stefano Folli VF

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