Francis Ford Coppola presenta ‘Megalopolis’, il suo sogno epico snobbato da Hollywood - la Repubblica
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Francis Ford Coppola presenta ‘Megalopolis’, il suo sogno epico snobbato da Hollywood

A Cannes il film che il regista ha provato a realizzare per quarant’anni. Un progetto titanico realizzato però con risorse economiche e tecnologiche limitate. Una parabola ecologica in cui il potere si misura con la salvezza del pianeta

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CANNES — Per capire con quanta cautela bisogna avvicinarsi a Megalopolis, il nuovo film di Francis Ford Coppola in concorso a Cannes, basterebbe un dato: il progetto nacque durante le riprese di Apocalypse Now nelle Filippine, quindi fra il ’77 e il ’78, e diventa realtà ora, più di 45 anni dopo. Apocalypse Now arrivò proprio qui a Cannes nel 1979 e vinse la Palma d’oro. In quell’occasione il regista tenne una conferenza stampa entrata nella leggenda, che iniziava così: «Non è un film sul Vietnam, è “il” Vietnam. Le riprese sono andate esattamente come quella guerra. Eravamo nella giungla. Eravamo troppi. Avevamo troppi soldi, troppe attrezzature. E siamo impazziti».

Martin Sheen sul set di 'Apocalypse Now'
Martin Sheen sul set di 'Apocalypse Now' 

Non possiamo indovinare, dopo aver visto Megalopolis nella sala Imax del Cineum, una cattedrale cinematografica nella zona industriale a Ovest di Cannes, cosa dirà Coppola nella conferenza stampa di venerdì 17 maggio. Ma possiamo azzardare un parallelo che è anche un primo giudizio: Megalopolis non è un film di Coppola, Megalopolis è Coppola. Anche qui c’era una giungla chiamata New York. Forse stavolta i soldi non erano troppi, ma troppo pochi. E forse anche stavolta Coppola è impazzito, nel senso buono: ha nuovamente rischiato di rovinarsi vendendo parte del suo impero vinicolo e mettendo assieme da solo, da produttore di se stesso, i 120 milioni di dollari necessari.

È commovente vedere, nei titoli di testa, un solo marchio: quello dell’American Zoetrope, la società fondata da Coppola assieme a George Lucas addirittura nel 1969, quando sia Il padrino, sia Star Wars non esistevano e tutto doveva ancora succedere. Ed è bello che quest’anno, a Cannes, Lucas riceva la Palma alla carriera, onusto di miliardi, e Coppola sia in concorso come un ragazzino, con un film in cui ha messo i suoi soldi, la sua fantasia, i suoi sogni. Con l’«affettuoso aiuto», in sceneggiatura, di Roman Coppola: suo figlio, nato nel 1965, che sta dietro anche a tutti i film della sorella Sofia.

Un'immagine dal film 'Megalopolis'
Un'immagine dal film 'Megalopolis' 

Megalopolis è un filmino di famiglia. Ma è anche un filmone, uno dei film più ambiziosi e più controversi di sempre. Come è noto dagli anni ’70 del secolo scorso, il film si ispira al De Catilinae coniuratione di Sallustio: Catilina e la sua congiura, la Roma repubblicana, Cicerone e tutto quello che abbiamo studiato a scuola trasportato in una città del futuro che viene chiamata New Rome ma è ovviamente New York. Per anni si è detto che sarebbe stato ambientato nel mondo della finanza, a Wall Street. Ma scrivendo e riscrivendo il copione Coppola lo ha trasformato in una parabola ecologica in cui il potere si misura con la salvezza del pianeta.

Coppola a Cannes con il cast del film
Coppola a Cannes con il cast del film (agf)

Cesar Catilina (una crasi fra due potenti romani, il vero congiurato si chiamava Lucio Sergio) è un imprenditore che ha inventato un materiale da costruzione “organico”, il Megalon, con il quale sogna di ricostruire New York dopo una catastrofe. Si scontra con tutti i potentati della città, a cominciare dal sindaco Franklyn Cicero. La trama è esile, qua e là incomprensibile, ma ciò che sembra affascinare Coppola è da un lato il personaggio largamente autobiografico di un tycoon solitario (il Catilina capace di fermare il tempo è lo stesso Coppola, che lotta per portare a termine la propria opera); dall’altro, la lotta fra questo visionario, che qua e là ricorda Elon Musk, e un’America corrotta e divisa nella quale non mancano gli echi di Trump e di Capitol Hill.

La visione di Coppola è potente e dà vita a sequenze mirabili, ma sembra scontrarsi con limiti tecnologici evidenti. Basti sapere che avrebbe voluto girare con la Led Virtual Production, la tecnologia degli ultimi capitoli di Star Wars (inclusa la straordinaria serie Mandalorian), ha dovuto ripiegare su un più tradizionale, quasi obsoleto green screen. Megalopolis è un film visivamente inferiore alla fantasia del suo creatore, e interpretato da attori (Adam Driver e Nathalie Emmanuel su tutti) non sempre all’altezza. Né lo salvano i cammei di vecchie glorie come Jon Voight e Dustin Hoffman. È l’ultimo grido di un gigante (Coppola ha 85 anni) che avrebbe meritato un supporto che questa Hollywood, così lontana dalla creatività degli anni ’70, non gli vuole più dare.

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