Omelie 2024 di don Giorgio: DOPO L’ASCENSIONE | Don Giorgio De Capitani - Notizie & Politica a Tutto Campo

Omelie 2024 di don Giorgio: DOPO L’ASCENSIONE

12 maggio 2024: DOPO L’ASCENSIONE
At 1,15-26; 1Tm 3,14-16; Gv 17,11-19
Quindici giorni fa, quinta domenica di Pasqua, abbiamo meditato sulla prima parte della Preghiera sacerdotale. In questa domenica, la Liturgia ci ripresenta la seconda parte.
Gesù continua a pregare il Padre: «Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati; e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura». Tu, Gesù, parli come fossi già risorto, e nella Gloria che hai chiesto al Padre. Ora riassumi così tutto il tuo operato degli anni trascorsi con i discepoli: li hai “custoditi” nel “nome” del Padre, Bene eterno. Li hai attirati a te, ma solo per affidarli al Padre, anzi, perché fossero trasformati dall’amore del Padre, Bene eterno. Tutti li hai custoditi dal Maligno, tranne uno, Giuda, il traditore. La sua “perdizione” è un mistero anche per te, e lo sarà sempre anche per noi. Un mistero che va al di là di averti tradito per trenta denari!
Continua: «Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia». Ora sei consapevole di essere giunto al momento della tua Ora, cioè della tua morte. Continui a pregare per i tuoi discepoli: vuoi che essi vivano la tua stessa vita, lasciati però nel mondo a continuare la tua missione. Esprimi il tuo desiderio: “abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia”. Anche noi possiamo vivere nella pienezza della tua gioia. Possiamo vivere di Pienezza divina!
Ancora: «Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo». Per suscitare in noi la gioia vera e perfetta, tu ci hai comunicato la Parola del Padre. E la Parola del Padre sei tu, Logos eterno. Ecco perché tu hai dato te stesso, in quanto Logos del Padre. Ma il “mondo”, di tenebre e del Maligno, odia i tuoi discepoli, proprio perché siamo “tuoi”.
Gesù continua: «Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno». Tu, Gesù, non chiedi al Padre di toglierci dal “mondo”: “nel” mondo dobbiamo vivere, ma chiedi che siamo custoditi dal Maligno: dal mondo inteso come tenebre e male, manovrato dal Maligno. Lo sai bene che vivere incontaminati “nel” mondo per noi è difficile, ma ci proteggi con la tua presenza di Cristo risorto.
Continua: «Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo». Viviamo “nel” mondo, ma non siamo “del” mondo, come tu, Logos eterno, eri incarnato sì “nel” mondo, senza mai appartenervi. Lo hai dichiarato solennemente davanti a Pilato, parlando del regno che ti è stato dato dal Padre celeste: un regno non di quaggiù. Eri uscito “dal” mondo facendo scelte radicali: nel deserto. Così vuoi che facciamo anche noi!
Ancora: «Consacrali nella verità. La tua parola è verità». Continui a chiedere al Padre cose sublimi per i tuoi discepoli. “Consacrali nella verità”. Consacrare qualcosa o qualcuno è riservare a Dio quella cosa, far sì che essa ridiventi proprietà di Dio. Dobbiamo vivere da figli di Dio nel modo più puro e trasparente. Alla luce del Sole. Ecco perché aggiungi: “La tua parola è verità”. Non abbiamo scuse o alibi. La Luce ci circonda da ogni parte: solo la cecità interiore ci estranea.
Ancora: «Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo». Tu stai già pensando a ciò che avverrà il giorno della tua Risurrezione e della tua Ascensione al cielo. Tu dirai ai tuoi discepoli: “Come il Padre ha mandato me, così io mando voi”; e: “Andate in tutto il mondo…”. Come tu sei un inviato del Padre, così i tuoi discepoli: inviati a compiere la stessa tua missione, che è quella del Volere del Padre. Non saranno soli, così come tu non eri mai solo, quando eri “nel” mondo.
E Gesù continua: «Per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità». Ora sappiamo che il tuo pregare non è di belle parole, bensì di dono. La tua preghiera è offerta della tua vita. Tu “consacri” te stesso, cioè ti offri, ti doni per l’umanità. E chiedi che i tuoi stessi discepoli siano consacrati nella verità. La nostra preghiera è dono di noi stessi, come tu ti sei donato per noi.
Il brano di oggi finisce qui, ma vorrei aggiungere la finale della Preghiera di Gesù al Padre.
«Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo». Hai una tale confidenza con il Padre che esigi di essere da lui esaudito. Molto forte quel tuo “voglio” rivolto al Padre! Tu che, nel Getsèmani, rinuncerai perché da te passi il calice amaro della passione, qui ora “vuoi” essere ascoltato. I discepoli li vuoi con te, anche se decideranno diversamente, ovvero di non restare con te. “Voglio che siano con me dove sono io”. E tu “dove” sei? “Sei” nel cuore del Padre, “sei” nella sofferenza dell’agonia, “sei” nel rifiuto da parte degli uomini, “sei” sulla croce, “sei” nella vita nuova al di là e al di sopra del tempo e della terra, “sei” sul trono per giudicare tutti i popoli. Tu “vuoi” che i tuoi discepoli “siano” con te: perciò nel loro “essere” più divino. In ogni situazione in cui ci troviamo, dolorose o no, potremo “contemplare” la tua Gloria, ovvero l’Eterno presente. La contemplazione della Gloria è “vedere” con gli occhi interiori, per sperimentare poi con la vita ciò che “vediamo” misticamente: vediamo dal di dentro, vivendo anche noi la stessa dimensione di pace che vivi tu. Così gusteremo l’Eternità divina.
«Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato». Ora tu chiami “giusto” il tuo e nostro Padre. La giustizia di Dio è il Bene più grande per quanti lo amano ed è timore per chi non gli vuole obbedire. “Il mondo non ti ha conosciuto”, mentre “io ti ho conosciuto”. Non c’è gioia più grande che essere in comunione con il Padre, cioè essere partecipe del Bene infinito. Tu hai conosciuto e conosci il Padre in quanto hai condiviso e condividi i suoi stessi desideri, vuoi la salvezza di tutti gli uomini, ti dispone a realizzare ogni suo cenno. D’altra parte, non c’è dolore più pesante che vedere qualcuno incapace di apprezzare il Bene di Dio e di condividerlo. Chi non “conosce” il Padre è parte del “mondo”, cioè bisognoso di tutto: della salvezza, come luce, pace, dimensione vera ed eterna della vita stessa. Il “mondo” non ha conosciuto il Padre, perché non ha voluto accogliere e quindi conoscere te, suo Figlio. Fino a che non ti “conoscerà” come il Figlio, il “mondo” sarà senza speranza, rimarrà nella situazione di condanna. Il “mondo” si trova in un vicolo cieco, senza futuro.
«E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro». Tu sei ancora e sarai sempre come impegnato a rivelarci il volto del Padre tuo, che pure noi chiamiamo Padre. Ogni volta che noi ci avviciniamo a te, pensiamo a te e ti preghiamo, ci introduci nel Mistero dell’amore del Padre, che ci vuole assolutamente Bene nel suo Bene eterno.

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