One piece 1114: noblesse oblige; le ali di cera dei sogni; ctrl alt canc pirateria - One Piece Mania

One piece 1114: noblesse oblige; le ali di cera dei sogni; ctrl alt canc pirateria

da Stefano 'Cenere' Potì
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You’ve flown far too high, boy, now you’re too close to the sun
Soon your makeshift wings will come undone’

– Thrice, The Melting Point of Wax

Salve genti, nuova analisi, capitolo 1114: La prudenza è la bussola dell’audace.

Non potrebbe esserci migliore introduzione alla saga finale di un viaggio iniziato nel 1997 del capitolo corrente, Le Ali di Icaro. Vi si trovano tutti gli elementi che hanno reso One Piece lo shonen per eccellenza: stupefacenti infiorettature stilistiche, assenza di svolte prevedibili, suspense altissima. Il sensei lo firma riuscendo a non fornirci – dalla bellezza di 27 anni – un quadro generale di estrema precisione.

Manca poco alle rivelazioni definitive. Solo questo rende il capitolo incompleto.

Il 1114 è una gemma imperfetta, ma è come lamentarsi dei lustrini disallineati su un abito da gran galà: le allusioni, scenari e possibilità presentati, superano di gran lunga le sue imperfezioni. Oda pensa in grande, agisce in grande, e le spara in grande. Ma, andiamo con ordine.

E’ il momento dell’Elzeviro

Tensione primordiale

Obiettivamente, le mini-avventure sono fine a se stesse, con uno sfondo ironico e uno stile quintessenzialmente umoristico, quindi la speranza di sviluppi pratici nella trama inizia a scemare. Anche se gli eventi che vediamo si svolgono circa un mese prima della linea temporale che stiamo seguendo, sarebbe stato intrigante vedere la reazione di Yamato & Co. alla notizia delle peripezie di Egghead.
Perché queste mini-avventure si distinguono dalle altre.
Siamo nell’arco finale, sarebbe stato affascinante osservare l’evoluzione degli scenari già in corso. Il punto è che il viaggio nell’immensa Wano e nei suoi vasti dintorni (non posso fare a meno di ridere mentre lo scrivo) si svolgerà in un unico pellegrinaggio che vede Yamato fare consegne in stile Amazon.

A meno che Oda non intenda arricchire ogni tappa del suo viaggio con micro-storie che si svolgono in ogni provincia del paese. Sì, questa è un’idea che mi piacerebbe.

Siano destinate o meno a rimanere una cornice ironica, queste mini-avventure partono alla grande. Il fulcro del viaggio rimane omaggiare una delle figure più eminenti degli Shimotsuki, Yasuie. Un uomo che ha portato avanti la rivoluzione da solo (Dragon, prendi nota). Novello Robin Hood nelle vesti del Ragazzo dell’ora del Bue, stratega di messaggi e posizioni chiave della rivolta, guerriero che ha pubblicamente umiliato Horochi, sfidando l’atmosfera morale stagnante di Wano, facendosi beffe dell’ipocrisia, del disimpegno politico e dell’egoistica inerzia dei signorotti locali. Yasuie vecchio cuore assoluto.


Il diavolo è davvero nei dettagli quando si tratta del sensei. Dimostra ancora una volta la sua maestria nelle minuzie, unendo la narrazione attraverso sottili accorgimenti visivi. Se osservate attentamente il saya (fodero) della katana, noterete un omaggio al guerriero attraverso lo stesso motivo del suo haori. Questo dettaglio non passa inosservato, specialmente durante il flashback di Oden nel capitolo 961. Fin dalla sua presentazione ufficiale, il daimyo porta effettivamente quel preciso motivo sul suo vestiario. Sono queste piccole sfumature che rendono il lavoro di Oda così prezioso. Ho adorato questa attenzione ai dettagli.

I Foderi sembrano impegnati nella ricostruzione di Wano e in una preparazione per il futuro, anche se non sappiamo esattamente per cosa. Le loro mini-avventure risultano sorprendentemente piacevoli. Il loro ruolo futuro è ancora incerto, ma si preannuncia interessante. Vedremo cosa riserverà il bianconiglio shonen . Ma ora è tempo di addentrarci nel capitolo.

Tredici pagine il cui climax rivela finalmente il primo volto della pirateria, il che impatterà su tutta la popolazione, creando una fusione perfetta di micro e macro-politica, di tensione tribale ed esplosioni di energia urbana primordiale.

Signore e signori: cap. 1114…

Il Guinzaglio

‘Non sai di avere il guinzaglio se rimani seduto vicino al piolo tutto il giorno.’

– Michele Parenti

Lo sguardo di Akainu è tutto.

La contemplazione di una realtà già conosciuta porta a un confronto interno tra l’uomo e il suo destino, caratterizzato da un’espressione ferma e risoluta. La netta contrapposizione nella reazione dei marine sottolinea questa realtà in modo inequivocabile. In effetti, traccia un confine del tutto inedito. Il braccio armato (gli ufficiali, non Akainu) del Governo Mondiale non sa niente di niente, il che non dovrebbe sorprendere, ma osservato nell’insieme, mette in luce la condizione misera dell’intera Marina.

Qui si crea un collegamento, un filo che unisce Akainu, Garp e Kong.

Cosa non riusciamo a capire della Marina, in concreto? Chi sia al corrente di determinate informazioni, con questo stratagemma, Oda non ci fa capire chi abbia reali inclinazioni dittatoriali (Aramaki?), e chi invece sia un baluardo di giustizia (Fujitora). Oggi possiamo ricostruire i punti chiave:

  • Akainu non mostra sorpresa; in passato, si è infiammato per vicende di minore entità, confinate a villaggi, città o intere isole. Ma ora, di fronte alla minaccia che grava sull’intero pianeta, rimane imperturbabile. Proponiamo due ipotesi: A) Informazioni sul coinvolgimento del Governo Mondiale lo hanno portato a un’insolita calma. In attesa di dettagli concreti, si riserva di determinare il livello di coinvolgimento della Marina, conscio delle numerose divergenze già emerse con i Gorosei. B) Akainu è a conoscenza di alcuni dettagli degli eventi e crede che, durante i cento anni di vuoto, sia emersa una minaccia per l’umanità. Pertanto, considera i viaggi incessanti e le ricerche dei pirati non solo una piaga, ma un pericolo che potrebbe risvegliare una minaccia globale.
  • La chiave potrebbe essere il ruolo di Grande Ammiraglio. Nel capitolo 1096, assistiamo a Kong che richiede con urgenza l’intervento di Garp a God Valley, sorpreso che il vice ammiraglio fosse al corrente degli eventi, sebbene ignaro che si stessero svolgendo proprio in quel momento. All’epoca, Kong ricopriva la carica ora detenuta da Akainu, creando un parallelo intrigante. I marine presenti, tra cui Hina, contrammiraglio, appaiono visibilmente sconvolti, colti di sorpresa. Mi chiedo: cosa sa realmente chi detiene il grado di Grande Ammiraglio nella Marina? Formuliamo un’ipotesi: l’ufficiale viene informato solo parzialmente dei segreti che potrebbero mettere in pericolo l’intero pianeta, assumendosi così un impegno ideologico e tollerando gli aspetti più crudeli e miserabili dei Draghi Celesti. Ancora oggi, rimangono irrisolte le domande: Kong era a conoscenza di ciò che accadeva nella Valle degli Dei? E Akainu? Queste incognite offuscano la nostra capacità interpretativa. Fu il cane a interrompere Sengoku mentre parlava di God Valley davanti agli ufficiali, ma una cosa è far tacere che Garp combatté al fianco di un pirata, un’altra è essere consapevoli che i nobili mondiali considerano l’eccidio un passatempo. Personalmente, fatico ad immaginare che Akainu, fanatico e intransigente, possa accettare una simile follia.

Nella remotissima ipotesi che abbia fatto una messinscena a Punk Hazard, e abbia un piano con Aokiji, poco cambia. Le informazioni le ha ottenute una volta avuta la carica, non prima. E questo rende – paradossalmente – la figura di Grande ammiraglio ancora più solitaria e impotente, Il metodo descritto non è nuovo, né innovativo. È un’arma antica, ma sempre efficace, che sfrutta le debolezze umane per raggiungere i suoi scopi. La divisione della società in fazioni, la creazione di incomprensioni e la moltiplicazione delle divisioni (tramite disparità sociale) sono solo alcune delle tattiche impiegate per mantenere il controllo.

Nessun uomo è un’isola, ma, Akainu è costretto ad esserlo?

Non conosciamo la vera natura di Kong, ma lui e Lava-boy (come Sengoku stesso, che abbandonò il ruolo dopo l’inferno di Marineford) forse sono stati sottoposti alla pressione di proteggere l’umanità dell’estinzione. Obbedendo poi fedelmente come degli automi. Il libero pensiero, pietra angolare delle società democratiche, viene messo così da parte, e il marine di turno è costretto al silenzio, quindi all’impotenza.

La nobiltà obbliga‘, asserisce una certa frase francese, si riferisce all’idea che coloro che hanno privilegi, posizioni sociali elevate o potere abbiano responsabilità morali aggiuntive nei confronti degli altri. Questa espressione implica che coloro che hanno vantaggi o status dovrebbero comportarsi in modo nobile, altruista e giusto verso coloro che sono meno privilegiati, o vessati.

Magari, Akainu potrebbe ancora essere convinto della necessità di proteggere il governo, chi può dirlo, ma invece di rimanere confinato a quell’espressione spoglia ed essenziale, mi auguro di vedere presto emergere in lui la coscienza pratica dell’ardore separatista.

Il silenzio della fiamma

‘Un cretino è un cretino. Due cretini sono due cretini. Diecimila cretini sono un partito politico.’

– Franz Kafka

Imu ha messo nel sacco tutti. Ma proprio tutti.

In questo segmento avviene praticamente una quantità di eventi, tra cui possiamo godere di due scene formidabili dall’efficacia inaudita: le performance di Doffy e Saturn. Che spero ardentemente di rivedere nella sitcom Nostradamus e il Boomer, presto sui nostri schermi.

Scherzi a parte.

Continua la panoramica intercalata dall’opinione pubblica, una regia accattivante che fa scorrere la narrazione con piacere. Si parte da Mock Town, dove la gente è cambiata, sì, ma in peggio. Se ci sarà un diluvio, sarà la prima a sprofondare, sicuro come l’oro. Seconda zoommata su Water Seven, con un atterrito Pauly (che personaggio fantastico!) in primo piano. La località non è nuova ai problemi con l’h2o, vero? Infatti, l’Acqua laguna già spingeva i cittadini a cambiare posizione ogni anno, tanto da far decidere a Iceburg di trasformare tutta la città in una nave.

Fermi, ma questa non sarebbe una soluzione globale?

Ebbene no, Water Seven non ha di certo le dimensioni di Alabasta o altre isole sconfinate. In più, può contare sui migliori carpentieri del mondo, che di certo non possono viaggiare in tutto il globo a trasformare continenti. Water Seven è un caso decisamente a parte. Senza contare che, anche volendo tentare l’impresa titanica, un metro d’acqua ha già messo in ginocchio parecchi luoghi in un solo giorno. Anche partendo immediatamente, il lavoro arriverebbe a fin de siècle, e qui il tempo stringe. Anzi, scorre.

Casualmente, il discorso sulla naturalezza del fenomeno emerge nelle vignette con il buon Tonjit. L’Acqua Laguna è infatti un fenomeno che deriva precisamente da Long Ring Long Land. Per noi lettori, nulla cambia, ma per chi si ritrova con l’acqua al terzo piano, in balìa delle correnti, e con la sola prospettiva di cavarsela con poche assi di legno, un po’ di sputo e una preghiera, beh, la faccenda diventa seria.

In effetti, sia Oda per noi lettori che Vegapunk per le popolazioni all’interno dell’universo di One Piece, sembrano trasmettere un messaggio chiaro: il fenomeno della Pangea premoderna è stato creato da qualcuno, senza dubbi causato intenzionalmente e ha legami stretti con il Governo Mondiale e il Regno Antico. L’istituzione che vieta lo studio di quest’epoca sembra essere coinvolta nel fenomeno stesso. Sebbene Vegapunk non espliciti apertamente un’accusa, il suo discorso lascia trasparire delle considerazioni molto chiare. Si tratta della prima volta in cui un personaggio in One Piece punta il dito verso il Governo in modo così evidente, seppur in modo implicito e meno diretto. Prendendo il discorso punto per punto, crea un frontespizio di intenti piuttosto singolare:

  • La prima dichiarazione dello scienziato (il mondo affonderà in mare!), scatena immediatamente lo sdegno e la furia dei marine. Hound si imbestialisce perché, dal suo punto di vista, le dichiarazioni del luminare scatenerebbero il panico generale. Poiché non ha alcuna prova tangibile per sostenere le affermazioni di Vegapunk, lo ritiene giustamente un folle e un pericolo pubblico.
  • Prosegue poi con un’interessantissima dichiarazione: il momento del verificarsi del terremoto. Quindi, per logica, qual è l’unico punto di riferimento giusto per individuare il momento della registrazione? La consegna del Mother Flame. Ecco la migliore approssimazione del fattore tempo. È irrilevante quando si sarebbe innescato il messaggio; era la clausola di sicurezza del deus ex machina. Se Vegapunk l’avesse bypassata, avrebbe potuto continuare a fare danni. Qualora fosse stato individuato, avrebbe avvisato il mondo. Ergo, è logico pensare ad una sequenza di eventi. Premessa: ricordate che il Mother Flame non è opera di York, ma di Stella (per chi avesse dubbi: lo ammette nel capitolo stesso, e nel 1089 Ju Peter fuga ogni dubbio). Allora, quando ha registrato? Non appena il Mother Flame ha lasciato l’isola. Se il Governo Mondiale se l’è fatto consegnare, va da sé che l’avrebbe usato. Quindi il luminare, capendo cosa sarebbe successo e sentendosi moralmente in obbligo di non lasciare la popolazione inerme e inconsapevole, gli ha fatto lo scherzo della cadrega.
  • L’ipotesi appena riportata è anche idealmente avvalorata, poiché lo scienziato ha calcolato precisamente l’innalzamento conseguenziale delle acque e i primi disagi, prevedendo l’impatto diretto che solo il Mother Flame può generare. È esattamente questo il punto: diversi personaggi si chiedono se sia un veggente, mentre altri esclamano ‘proprio il terremoto di oggi?’. Tuttavia, questa coincidenza si è verificata solo con l’uccisione di Vegapunk, poiché Stella aveva calcolato le conseguenze e i danni, non il momento in cui sarebbe stato fermato. Presumo che Oda abbia fatto ciò per pura coerenza narrativa, ma il risultato sarebbe stato comunque identico: se fosse avvenuto prima, la gente sarebbe stata preparata; se fosse avvenuto successivamente, il popolo avrebbe capito l’origine del fenomeno. Mi sembra l’unica inferenza logica.
  • Dopodiché lo scienziato pronuncia una frase particolare: ‘se quanto annunciato finora non dovesse avvenire, si può tralasciare il resto del discorso‘. E come Verdone ho pensato: ‘n’che senso?‘ Perché mettere in dubbio una macchinazione così certosina? Qui, getto platealmente le mani avanti, si va di interpretazione pura. Magari ha pensato che essendo vecchio potesse tirare le cuoia in maniera naturale ma temporalmente inopportuna. O forse immaginava che potesse capitargli un incidente qualunque. Senza scartare l’ipotesi che la longa manus del Governo, e i suoi killer, non ti citofonano e si puliscono le scarpe sullo zerbino: ma ti spediscono nei Campi Elisi senza che tu te ne accorga. Lo spettro di Clover aleggia chiaro nella mente di Vegapunk, quindi avrà (non è certo la prima volta per lui) tentato il tutto per tutto: ‘hanno preso il Mother Flame? Sì. Ho la certezza matematica che lo usino immediatamente? No. Ma chissene, io registro, meglio allarmare la popolazione tenendola pronta che farla brancolare nelle tenebre‘. Vi ricordo, come sempre, che queste interpretazioni sono frutto del mio punto di vista personale e non mi attribuisco alcun diritto di rivelazione, genti.
  • Con un certo grado di coraggio, per la prima volta in prima persona, il luminare si definisce, non è né nero né bianco, ma grigio. Ha cercato di instaurare la pace: oltre la dicotomia tra giustizia e malvagità. Come menzionato nel precedente articolo, il realizzare di aver cercato la pace tramite la creazione di un’arma di distruzione di massa, è un pensiero che ti annichilisce. Vogliamo ricordare Alfred Nobel? O citare il Testamento spirituale contro il nucleare di Einstein? È logico paragonarsi ad Icaro quando i propri principi, infiniti e invincibili, si tingono di grigio. La confessione del genio è tragica. Si confronta con il peso delle sue azioni, riconoscendo di essersi avvicinato troppo al ‘sole’, un chiaro riferimento al mito di Icaro. Ossia una storia di ambizione e avvertimento. Vegapunk ha osato sfidare i limiti del possibile. Il suo Mother Flame, l’arma che ha distrutto Lulusia, è il risultato di una ricerca incessante verso una forma di energia eterna, obiettivo nobile. Tuttavia, proprio come Icaro, lo scienziato si rende conto che il suo ardore lo ha portato troppo vicino a un potere troppo grande per essere contenuto, e soprattutto bramato da gente senza scrupoli. La tragedia di Vegapunk risiede nella sua realizzazione tardiva che, nonostante le intenzioni pure, il suo genio ha scatenato una forza distruttiva. Il sogno di progresso si scontra con la realtà delle conseguenze delle sue invenzioni. Questo momento di introspezione è un tagliente promemoria del fatto che: la conoscenza e il potere richiedono responsabilità e moderazione.
  • Qui si raggiunge il sublime. La condanna implicita dello scienziato. Vegapunk traccia un arco elegante di dichiarazioni, tra spazio, tempo, i limiti della realtà scientifica e l’oscuro groviglio dei sentimenti umani. Dopo la frase ‘ora vi dirò esattamente cosa accadrà al pianeta‘, Stella dichiara (e contestualizza temporalmente) il Secolo Vuoto, mentre i Gorosei iniziano a smadonnare. La calma di Imu è una perla. Dichiara pubblicamente la damnatio memoriae sistematica a cui è stata soggetta tale epoca, prosegue dicendo quale ne sia la chiave unica di lettura (i PG), dà un nome e un volto alla colpa, semplicemente ricordando al popolo chi vieta assolutamente lo studio di tali reperti, elogia la memoria degli archeologi di Ohara, mettendo così in luce l’eroismo di coloro che – fino ad un istante prima – erano considerati traditori e pericolosi criminali. Dice di essersi spinto fino al limite, e di non pentirsene. Punto, set, partita. I Gorosei hanno la bava alla bocca. Sebbene espresso con pacatezza e buone maniere, dobbiamo considerare il potere delle parole, perché la gente ha capito la reale essenza che è, né più né meno, questa: ‘Il mondo è progressivamente sull’orlo dell’estinzione, la ragione parte da un periodo storico di cui è stata cancellata ogni traccia per rendervi incapaci di prendere delle decisioni, è il Governo che lo vieta fino ad arrivare ad uccidere intere popolazioni, il modo di sapere esiste. Ma il governo non vuole’. In parole povere? I Gorosei hanno già totalmente fallito la missione. Applausi per Vega Fibra.
  • Un altro punto eccellente, da menzionare, è la volontà di Oda di indurci a utilizzare il pensiero laterale. Come? Grazie alle parole di Vega-boy: ‘Non intendo parlare integrando il racconto con la mia immaginazione, ma, qui vi lascerò la verità che è venuta a galla…!!‘. Questa frase, per noi lettori, ha un ruolo interpretativo fondamentale. Vegapunk non ci svelerà tutto, ci offrirà (finalmente) una parte della storia; il suo rifiuto di aggiungere conclusioni personali suggerisce che l’autore stesso non vuole fornirci scorciatoie interpretative semplici. In poche parole? Avremo una parte di verità generale, sufficiente per stimolare la nostra fantasia e per teorizzare senza limiti, ma non abbastanza da rovinare il climax definitivo di Laughtale. Trovo questo un compromesso onesto e stimolante.

La dichiarazione finale la tratteremo più avanti; Joy Boy merita un discorso a sé.

Torniamo a Doffy. Quel meraviglioso bastardo… sa tutto. Joker ride beato mentre pregusta lo shock dei mondi. In una scala di potere e coscienza, è distante dall’inconsapevole drago celeste medio, è più sui livelli dei Gorosei. Il discorso con Magellan (quanti ricordi) è chiaro; prima Mingo la butta in caciara e beffa, ma, alla domanda seria del carceriere… risponde con una stima e rapidità entrambe sorprendenti, dichiarando che basterebbero 5m oltre il livello del mare per sconvolgere l’equilibrio mondiale. Diamine, Doffy ha fatto i compiti a casa. Non si può rispondere con tanta sicurezza e celerità senza fare prima indagini di un certo calibro. Quindi il flagello, poeta della distruzione e spassosissimo villain rilancia. Perché non trasferirsi, magari in un posto più in alto?

Ho avuto un brivido gelido lungo la schiena. Perché, pronunciata da un ex drago celeste, che conosce parte dei segreti e ha un conto in sospeso con i nobili mondiali, quella frase acquista un significato sinistro e profondo.

Il carnefice di Dressrosa sa abbastanza da essere ancora pericolosissimo. Abbastanza da sapere del tesoro di Mary Geoise, ergo che la società attuale sia una teocrazia e non una democrazia. Quel che amo di più? È che i mugi furono un problema collaterale, Doffy si è prima vendicato sulla gente comune, Dressorosa fu una preda qualsiasi, adatta per conformazione politica; il Fenicottero ha sfogato per anni l’ira sulla gente comune, ossia coloro che hanno massacrato la sua famiglia, ma soprattutto, umiliato il suo orgoglio. Ora è tempo del secondo obiettivo; Dofla odia la boria etnocentrica dei draghi celesti, non riconosce minimamente l’alterigia di una cultura totalmente privilegiata su altre inferiori, e non per giustizia, ma perché un tempo gli riservò la stessa spocchia e rifiuto. Mingo è un personaggio complesso e straordinario; Cross Guild vallo a riprendere!

Il quadro diviene completo agli antipodi, nell’assoluta ignoranza dei draghi celesti, che si infervorano per pura vanagloria, senza avere la minima percezione del mondo: al pari dei cittadini comuni. Sharlia-girl è totalmente inerme sentendo le parole Secolo Vuoto, è lo specchio dell’ignoranza, il riflesso dell’inutilità dello status, per questo ho scelto – in apertura di paragrafo – le parole di Kafka. Dove la frase culmina nella parte più significativa e sconcertante: ‘Diecimila cretini sono un partito politico‘. Questo è un colpo diretto alla politica e al modo in cui il potere può essere influenzato da masse di individui privi di discernimento. Lo scrittore suggerisce che la politica può diventare una vetrina per la mediocrità, un mezzo attraverso il quale il pensiero critico e l’onestà intellettuale vengono sacrificati sull’altare del potere e dell’opportunismo. I draghi celesti sono dei bambini viziati con un contorto senso del diritto, una facciata di spaventapasseri che mascherano perfettamente la presenza del Leviatano: Imu.

Il contralto perfetto è Saul, che ascolta il messaggio e lo sottolinea con la sua inconfondibile risata, come a dire: ‘Il tempo è giunto‘. Che meraviglia.

Momento ideale per ricordarvi che stasera ci sarà la Fatal, non mancate assolutamente!

https://m.twitch.tv/bikeandraft?desktop-redirect=true

Finalmente arriviamo al Mother Flame. Bellissima, di per sé, l’immagine di un fuoco che arde sott’acqua, terribilmente ancestrale ed evocativa. Tutto si riduce a pochi interrogativi.

A cosa serve concretamente il Mother Flame? Perché testarlo e mettere tutto a tacere?

Perché è ciò che consentirà ai celesti di tenere testa a tutto il mondo, perché nemmeno i Gorosei e Imu possono reggere la furia di tutto un pianeta.

Mhhhm, che frase incisiva, ma prendiamo seriamente l’ipotesi. Vi mostro una cosa, date un’occhiata

Il nome del castello dei Gorosei, Pangea, proprio non mi esce dalla testa. Potrebbe suggerire che i Gorosei, o il Governo Mondiale, aspirano a unire nuovamente il mondo sotto un unico dominio, come fu durante l’epoca della Pangea. Questo potrebbe essere il loro obiettivo finale: ricreare un mondo unificato, sia in termini geografici che politici.

La teoria potrebbe quindi prevedere che la storia si dirigerà verso un conflitto epocale tra le forze che desiderano mantenere il mondo frammentato e quelle che cercano di unificarlo. L’innalzamento delle acque potrebbe essere una crisi che costringerà tutti gli abitanti del mondo a scegliere da che parte stare. Questi elementi narrativi potrebbero convergere in un climax dove il destino del mondo sarà deciso.

– Analisi capitolo 1113

Ipotesi che formulavo nel precedente articolo, mettiamo caso sia plausibile. Se l’intero pianeta si rivoltasse contro Mary Geoise – a meno che Imu non possegga un potere al pari di Meruem in HunterxHunter o Aizen in Bleach – potrebbe mai resistere? Con i cittadini che diventano un numero soverchiante di soldati (niente li tratterebbe, men che meno la paura: se non combatto, affogo, fine), sostenuti da forze militari addestrate e organizzate con ampie possibilità belliche (di regni ce ne sono tanti, e per niente fedeli), presumibilmente con una parte della Marina dalla loro. Per non contare i singoli individui, Magellan stesso – ad esempio – è un osso durissimo in combattimento, Teach una mina vagante che segue le orme di Xebec, diamine, Doflamingo stesso è un dannatissimo mostro: solo con la gabbia per uccelli rade al suolo una cittadina intera. Una potenza semplicemente devastante. Potrei fare una lista lunghissima, amici miei. Ergo, se si verificasse l’ipotesi di salvare le penne, non solo i draghi sarebbero gli unici strategicamente arroccati nel punto migliore, ma, quale sarebbe una forma di resistenza e difesa?

Beh, il Mother Flame è un deterrente nucleare.

Può fungere inizialmente da monito, almeno finché non dilaga il panico, successivamente invece, può diventare il ‘castigo divino’ che rade al suolo ogni possibile attacco in massa a Mary Geoise. Ecco un’ipotesi che vedo estremamente plausibile. Motivo per cui l’arma andava testata, ragione per la quale i Gorosei volevano provarne la funzionalità, mentre Imu voleva saggiarne la potenza distruttiva. Il tutto insabbiato a immediata velocità affinché non si sparga la voce di tali preparativi, per agire indisturbati.

Imu ha posto l’oblio sul passato di un’era. E con il Mother Flame può di nuovo spegnere tutto, nel silenzio della fiamma.

Il rompiscatole

‘I filosofi hanno solo interpretato il mondo, in vari modi. Il punto, però, è cambiarlo’

– Karl Marx

Chi più chi meno, tutti noi – almeno una volta – abbiamo pensato che Joy Boy fosse il primo pirata. Il che si colloca deliziosamente nella mia (speriamo non vana) teoria che possa essere stato Il Rompiscatole, ossia colui che fu ponte tra il sapere di Lily e la tecnica Kozuki.

Vegapunk parla di un lasso di tempo indefinito di 800-900 anni, di Lily si fa riferimento ad 800 anni prima, disponiamo di brandelli di informazioni, insomma. Anche Zunesha rammenta tamburi 800 anni fa, quindi non inizio a postulare retroscena di cui non sono a conoscenza, come sapete bene, mi baso sul plausibile.

Ed è plausibile che Joy Boy fosse un gigante, le sue dimensioni gli consentirono di costruire l’arca? Viste le proporzioni colossali, un insieme di giganti potrebbero averla costruita con relativa celerità, e il castello dei Gorosei – Pangea – è il monito della prima separazione dei continenti e i primi inabissamenti. In più, essendo la vita media dei giganti di due-tre secoli, questo coprirebbe in scioltezza il divario di ‘800-900’ anni prima. Come al solito, sono solo supposizioni.

Perché ci sono illeggibili appunti stenografati di mistero, il Mother Flame ha un non so che di misterioso ed affine alla fiamma soprannaturale dei Lunaria, e King è stato oggetto di sperimentazione proprio da Vegapunk. La casta dei Buccaneer ha DNA dei giganti, il cui Dio è proprio Nika, Divinità del Sole nella cultura dei giganti. E te pareva. Il punto è che nel capitolo corrente abbiamo finalmente la risposta: Joy Boy non è nato ad Elbaf, ma nel regno antico. Il che dovrebbe escludere la sua natura di gigante.

Però avvalora il primo grido dissidente verso il Governo Mondiale, che fu istituito dopo i 100 anni di vuoto, ok, ma ci fu comunque la faida tra le 20 famiglie e il regno, e non sappiamo quale fosse la struttura sociale dell’epoca. Comunque, il ragionamento potrebbe reggere, l’ultimo superstite (Joy Boy) potrebbe aver legato con le sacche di resistenza (Wano, poi isolatasi), e chi iniziò a capire la reale natura dietro certe azioni (Lily Nefertari). Magari è tutto il contrario, ma mi pare possa essere una buona interpretazione. Rimane il fatto che Imu potrebbe essere stato/a un amico o qualcuno di molto vicino in maniera affettiva a Joy Boy. E, come dico spesso, potrebbe essere suo intento pazientare, perché la chiave del suo proposito è Nika, esattamente come per Shanks.

Ergo, la prima vera era della pirateria nasce come forma di ribellione, e solo successivamente si trasfigura nei secoli in forma di criminalità. Lo stesso Roger, ne inaugura un’altra non per incrementare la delinquenza, ma per rimettere in moto i meccanismi della verità. In sintesi, se Joy Boy è nato nel Regno Antico: ha tutti i presupposti per una vendetta e incitare alla rivolta, i chiari rapporti con gli uomini-pesce sono sinonimo di intesa verso un altro regno vessato e ghettizzato, quindi, se emergessero legami con i Kozuki e Lily… Stappo una bottiglia di Champagne.

La chiave è celata, Imu ha il potere di un frutto o è un ‘originale’? Esistevano altre divinità nei giochi di potere? Perché è chiaro il fatto che Nika scelga chiaramente pirati e sfugga al governo. Il prossimo capitolo potrebbe essere veramente tritolo narrativo, eh si genti, tra poco ci siamo. One Piece non sarà più lo stesso, e non vedo l’ora.

Come sempre vi consiglio il video del Re, anche in albergo a Tokyo mentre batte la mezzanotte, da veeero Joy Boy vi spara ben 26 minuti di ironia, teorie e ricostruzioni certosine, vi lascio il link!

In quel del buio

Spero di avervi intrattenuti, spinti a riflettere.

Oda ci trasporta nella Pangea premoderna, in un’epoca di faide settarie e lotta per il potere. Attraverso una fusione di storia e immaginazione, ci offre una visione cruda e senza compromessi di una società al limite del caos, dove la legge è un concetto vago, l’innocenza viene perduta, e il peccato… ereditato
Malinconica, fuorilegge, folle.
Egghead fa riflettere sulla natura ciclica della storia, porta l’era della pirateria in una realtà più ampia, rendendo grottesco il desiderio di dominio e controllo che spesso – ironia della sorte – porta alla distruzione anziché al progresso.
Ma, una volta conosciuta la storia, gli errori precedenti possono essere evitati, non trovate?

Godiamoci il viaggio, genti

‘Cause the melting point of wax means nothing to me,
nothing to me.
I will touch the sun or I will die trying’

– Thrice, The Melting Point of Wax

Cenere

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