Max Allegri contro tutto e tutti: «Lascio, se lascio, una Juve vincente»
Il personaggio

Max Allegri contro tutto e tutti: «Lascio, se lascio, una Juve vincente»

Stanno facendo il giro del web le immagini dell'allenatore bianconero, furente, mentre si toglie giacca e cravatta per sfogarsi contro arbitro e quarto uomo – A far discutere è anche il presunto allontanamento di Giuntoli a fine partita: «Ma no, c'è rispetto»
© Gregorio Borgia
Red. Online
16.05.2024 10:00

Va o resta? Probabilmente va. Ma da vincente, dopo una Coppa Italia conquistata più con la rabbia che attraverso il gioco. Basti pensare a lui, all'allenatore. Massimiliano Allegri o semplicemente Max Allegri. A un certo punto, pareva Hulk. Gli mancava solo la pelle color verde. La giacca sdradicata dal corpo, la cravatta che roteava, l'espulsione dopo lo sfogo, pesantissimo, rivolto all'intera classe arbitrale. Gli obiettivi? Prima Maresca, poi il quarto uomo, infine, gridando verso la tribuna, il designatore. Al grido «dov’è Rocchi? Dov’è?». Il tecnico della Juventus si è esibito in uno dei suoi celeberrimi striptease. La causa scatenante? Agli occhi di Allegri il maxi-recupero e una punizione concessa all'Atalanta in una zona di campo più che pericolosa. 

Ma Allegri, sempre lui, non si è limitato a prendersela con le cosiddette giacchette nere. No, nel dopopartita, durante i festeggiamenti, con la Juve ebbra di gioia e desiderosa di celebrare, finalmente, un titolo dopo anni di magra, Allegri con un gesto ha dato l'impressione, netta, di allontanare il responsabile dell'area tecnica bianconera, l'ex Napoli Cristiano Giuntoli. E invece no, davanti ai microfoni il mister ha smentito questa versione. Proponendone una sua: «Rispetto molto la società, e gli uomini». Qualche frecciata, però, il Conte Max l'ha comunque lanciata. Dopo i cori della curva e dopo essere stato portato in trionfo dai suoi giocatori, Allegri infatti ha parlato, senza rivelare troppo, del suo futuro: «Magari non sarò più qui, mi danno fuori, e una società ha il diritto di cambiare tecnico e giocatori, ma lascio, sempre che la lasci, una squadra vincente». 

All'ultimo respiro, insomma, Allegri ha ridato lustro alla sua carriera e a una società, la Juventus, che da tre anni non ne azzeccava mezza. Vincere, per l'allenatore, era una questione soprattutto personale. Un modo per respingere, una volta per tutte, le tante critiche ricevute sin qui. E le voci che lo vorrebbero, a prescindere, lontano dalla società a stagione conclusa. Nonostante questo titolo, già. «Ma l'obiettivo – ha ribadito Allegri con forza – era la qualificazione alla Champions, a cui aggiungiamo questa Coppa Italia». Ora, beh, si tratterà di capire se Allegri riuscirà a salvare il suo matrimonio. Quello con Madama. I rapporti sembrano incrinati, troppo incrinati per poterci mettere l'ennesima pezza. C'è chi, come il Corriere della Sera, parla di logoramento. Chi già avanza il nome del sostituto, quel Thiago Motta diventato grande a Bologna. 

«La società ha il diritto di scegliere se confermare o meno un allenatore» ha concluso, stressando il medesimo concetto, Allegri. «Io posso solo dire che mi sono divertito molto, che ho disputato parecchie finali, che ho trascorso qui 8 anni, e non posso che ringraziare. Le vittorie vanno festeggiate ma ora la Juve deve tornare a prepararsi per vincere. Con la società ci rivedremo fra dieci giorni, ora vado al mare. E all'Atalanta faccio un in bocca al lupo per l'Europa League». Quindi, all'ennesima domanda su che cosa lascerà in termini di eredità a questo gruppo, il tecnico ha risposto con ironia: «Mi hanno già esonerato? La squadra ha un'ottima base».

In questo articolo: