La candidata sindaca leghista di origini marocchine: “Vannacci? Non condivido una sola parola” - La Provincia Pavese
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La candidata sindaca leghista di origini marocchine: “Vannacci? Non condivido una sola parola”

Sana Ed-Dami Viviani, 35 anni, in Italia da quando ne aveva uno, corre per il municipio di Farra di Soligo

LAURA BERLINGHIERI
2 minuti di lettura

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È da tempo, ormai, che il Veneto viene considerato l’officina della nuova Lega. E, allora, eccolo il volto nuovo del Carroccio progressista. Porta il nome di Sana Ed-Dami Viviani: 35 anni, laureata con il massimo dei voti in Scienze politiche all’Università di Padova, ora consulente per la comunicazione. Di origini marocchine. Candidata della Lega a sindaco di Farra di Soligo, piccolo comune della provincia di Treviso, che è cuore del Carroccio veneto.

Lei, che la politica ce l’ha nel sangue: già suo nonno e, ancor prima, il suo bisnonno erano stati sindaci nel suo paese natale, Fquin Ben Salah, in Marocco.

E così Ed-Dami, che è cresciuta a “pane e Zaia”, adesso si candida al vertice della lista civica “Farra futura”, potendo contare anche sull’appoggio del Partito Democratico.

Un consenso bipartisan, che però non le fa rinnegare le sue origini politiche: “Della Lega mi piace il suo essere un partito capace di intercettare le necessità delle persone” dice, stringendo tra le mani la tessera del partito. Per poi distanziarsi, però, dalla politica dell’“aiutiamoli a casa loro”, così come dalla deriva di estrema destra assunta dal Carroccio che ha reclutato Vannacci. “Non condivido una sola parola delle sue tesi – spiega – . E ancora meno quando parla di disabilità”

Ed-Dami Viviani è arrivata in Italia quando aveva un anno, insieme a sua madre. Ha vissuto sulla sua pelle i pregiudizi e l’avversione per il diverso. In Italia è cresciuta, ha studiato, ha imparato l’arabo, l’italiano, l’inglese, il francese. Poi si è laureata, si è sposata ed è diventata mamma.

Promette una politica che non sia né di destra né di sinistra - come lo è quella della Lega, dice - e poi promette di porre al centro il mondo del sociale, le persone più fragili.

Il suo modello politico è l’amministrazione di Luca Zaia. Eppure, in una Lega consumata dalle lotte intestine, la sua candidatura ha acceso l’ennesimo caso, ravvivando il solito scontro tra “zaiani" e “antizaiani". Perché, per sostenere Ed-Dami a Farra di Soligo, il Carroccio veneto ha dovuto scaricare il sindaco uscente Mattia Perencin, molto amico del governatore. E pare che i militanti storici del partito non abbiano preso bene il “tradimento”.

Perencin, dal canto suo, non si è fatto scoraggiare e ha deciso di ricandidarsi, contro la segreteria provinciale, ma potendo contare sulla sezione locale. Lega contro Lega, dunque; e in Veneto non è nemmeno un caso isolato, in un partito sempre più in lotta con se stesso.

“C’è un disegno preciso per fare fuori gli zaiani dalle prossime amministrative” è la voce che si rincorre in queste ore, tra le persone vicine al governatore veneto. E il “disegno” vedrebbe i salviniani stringere alleanze di coalizione, per sostenere i candidati di Fratelli d’Italia, sconfessando gli amministratori uscenti (ma pronti a un altro mandato) della Lega, dell'ala vicina al presidente.

Il caso di Farra di Soligo rientra in parte in questo schema; almeno - a sentire gli “zaiani” - centra l’obiettivo di ferire il governatore, colpendo uno degli amministratori che gli sono più vicini.

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