Fedez su Cristiano Iovino: “Basta parlare di massacro, dopo tre giorni è andato a Ibiza” - la Repubblica

Milano

Fedez denunciato per lesioni: “Basta parlare di massacro, dopo tre giorni Cristiano Iovino è andato a Ibiza”

Contro il rapper anche l’accusa di rissa. Lui insiste: “Mai andato a vendicarmi, io non c’ero”. L’attacco alla stampa: “Vi occupate di notizie inutili, state giocando a fare gli influencer”
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MILANO — Al termine dei primi accertamenti sul pestaggio di via Traiano e sulla precedente zuffa tra i tavoli del The Club, il 22 aprile la comunicazione di notizia di reato dei carabinieri della Stazione Moscova indica una sola persona denunciata per rissa e lesioni: Federico Leonardo Lucia, nato a Milano nell’ottobre dell’89, in arte Fedez. La lettura delle carte del fascicolo aperto in Procura è nitida.

Di Fedez, riconosciuto visivamente dal portinaio e dal vigilante del condominio di lusso abitato da Cristiano Iovino, il personal trainer vittima della spedizione, non parlano soltanto i testimoni oculari: è la sua sagoma la prima a essere inquadrata dalle telecamere di zona mentre scende da un van scuro e si dirige verso Iovino, in quel momento — sono le 3,30 — sul marciapiede con due persone. Seguiranno una ragazza bionda e altri sette uomini e sono questi ultimi a venire a contatto con l’istruttore di fitness romano amico di Ilary Blasi, prima che i contendenti finiscano fuori dall’obiettivo. La sequenza di quella notte vede l’arrivo di un’auto ostacolata dal van: è per questo, per evitare chiamate ai vigili e nuovi testimoni, che gli aggressori rientrano dopo una quarantina di secondi dall’arrivo e ripartono a razzo, non prima di aver ammonito i presenti: «Fatevi i c… vostri».

«Io non c’ero, e quindi? E comunque, quale massacro? Mi dicono che tre giorni dopo questa persona fosse a ballare a Ibiza», contesta la ricostruzione il rapper, a margine del suo arrivo al Salone del Libro di Torino. «La persona viene aggredita, arriva un’ambulanza sul posto e magicamente dopo una colluttazione con nove ultrà non viene portata in ospedale e quindi non vi è referto medico perché necessita di cure». Un referto del 118 in realtà è agli atti: recita zero giorni di prognosi perché il bersaglio della spedizione non si fa portare in ospedale («Non avverte dolore»). Ma il rapper insiste: «Tutti sui giornali parlano di un massacro. Non c’è un referto medico, non c’è la persona ferita. Il reato di lesioni personali deve avere un referto di più di 40 giorni. Anche se si fosse fatto male non c’è reato. Non ci sono gli estremi».

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Le carte raccontano un’altra verità. Quando arrivano i carabinieri, quella notte, Cristiano Iovino è già rientrato in casa a medicarsi le ammaccature e un taglio al sopracciglio. È in compagnia di Salvatore Angelucci, dj ed ex tronista di Uomini e donne, quando apre ai militari ed è lui ad accennare al precedente del The Club, la zuffa divampata intorno alle 3 e originata da un apprezzamento di Iovino in direzione di Ludovica Di Gresy, amica del rapper che in quel momento era in consolle come ospite d’onore della discoteca. I buttafuori e le telecamere interne confermano la dinamica: si vede prima Iovino e poi l’ex di Chiara Ferragni (insieme al rapper Taxi Bi, all’amica e ad alcuni ultrà del Milan) allontanati bruscamente verso l’uscita. Seguono alcune frenetiche conversazioni telefoniche e quell’appuntamento in via Traiano concluso dal pestaggio.

Il primo rapporto dei carabinieri non ha originato l’automatica iscrizione di Fedez nel registro degli indagati da parte della pm Michela Bordieri: il reato di rissa è procedibile d’ufficio ma i primi accertamenti hanno delineato un profilo diverso, quello di lesioni, per il quale è necessaria la querela di parte. Cosa che Iovino non ha inteso fare. Il coinvolgimento di pezzi grossi della curva del Milan, le telefonate della vittima agli ultrà della Lazio e l’interessamento di questi ultimi presso i gemellati interisti — i quali, alla vigilia del derby-scudetto non hanno inteso intervenire — hanno gettato altre ombre sull’episodio. Per questo la Procura guidata da Marcello Viola procede con gli approfondimenti. Ma il rapper non gradisce il clamore: «Da una parte ci sono i giovani che hanno delle priorità e voglia di partecipare, dall’altra la stampa che si occupa di Fedez e non avete ancora capito che a loro non gliene frega niente. Sarebbe il caso che la stampa rivedesse le sue priorità e non giocasse a fare l’influencer».

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