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Il 9 giugno e lo sceriffo di Nottingham

Come interpretare, da cittadini, la decisione del parlamento ticinese di approvare un’importante riduzione fiscale per i più ricchi? Il Cantone Ticino si regge su una serie di principi democratici, riportati nella Costituzione cantonale, che garantiscono a ogni cittadino l’inclusione religiosa, etnica, linguistica e valoriale. In particolare, l’Art. 7 cpv. 1 recita: “Nessuno deve subire svantaggio o trarre privilegio per motivi di origine, razza, posizione sociale, convinzione religiosa, filosofica, politica o stato di salute”. Altro passaggio non secondario, quello riportato all’Art.13 cpv. 1: “Ogni persona nel bisogno ha diritto ad un alloggio, ai mezzi necessari per condurre un’esistenza conforme alle esigenze della dignità umana e alle cure mediche essenziali”. Lo Stato garantisce a tutti piena dignità.
Nei fatti lo Stato del Canton Ticino sta attraversando un periodo finanziariamente complicato, per quanto non tragico, che si è concretizzato con 130 milioni di risparmi per l’anno in corso a discapito delle fasce più deboli, ma anche del ceto medio. Quel ceto medio che ha visto ridurre il proprio potere d’acquisto e già confrontato con un periodo congiunturale durissimo. Risparmi e tagli alla socialità, come risposta per risanare le casse cantonali. Nel frattempo, il Gran Consiglio ha ridotto l’aliquota fiscale massima, il ‘tetto’ fiscale che riguarda sostanzialmente i contribuenti milionari; questi ultimi verrebbero generosamente premiati, non si sa bene per cosa.
Una sorta di sceriffo di Nottingham che fruga nelle tasche della popolazione e delle fasce più deboli di essa per garantire più privilegi a chi invece non ne ha bisogno. Tocca a noi fare la parte dei Robin Hood, senza arco e frecce, ma una penna e una carta di voto, votando No il prossimo 9 giugno.

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