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Ma quali  partigiani !!!

“I fascisti del futuro saranno  coloro che si definiranno antifascisti”

Winston Churchill

Basta non essere in linea con le idee confuse di un Anpi, ormai svuotata di ogni concreto contenuto rappresentativo, per diventare un fascista.

Senza alcuna vergogna e forse per il compiacimento elargito negli anni passati da una sinistra, mai eletta ma al potere, che in perenne caduta di identità, dopo aver svuotato i propri ideali e rinunciato alla tutela della classe operaia, si aggrappa alla favoletta antifascista, seminando odio ed ignobile paura di qualcosa che non esiste più da ottant’anni.

L’Anpi, che per sopravvivere ha sempre bisogno di un fascista da additare e calunniare, svende alle piccole menti il pericolo della militarizzazione, attaccando il raduno degli Alpini.

L’Anpi, una scatola vuota, che vanta arbitrariamente di essere in prima linea nella custodia dei valori della Costituzione  e della democrazia, ignora volutamente che i custodi di questi valori sono tutti i cittadini italiani e non una associazione completamente svuotata di ex combattenti, che al pari di quelle Garibaldine  e Mazziniane, dovrebbe solo rappresentare il ricordo dei propri associati.

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La memoria, come la resistenza non sono certamente firmate Anpi, se non altro perché i partigiani erano uomini di tutte le estrazioni sociali e sono in molti a ricordare, ancora oggi, i crimini di molti partigiani stessi, di cui troppo spesso, con atteggiamenti fascisti, è fatto divieto di parlarne !

L’Anpi, affiancata da alcune associazioni pacifiste, esprime preoccupazione per i disagi che il raduno degli Alpini, giunto alla sua centoquattresima edizione, causerebbe alla città per l’impatto dal punto di vista organizzativo, da quello ecologico e sostenibile e nonché per la retorica militare.

Ridicole scuse per occultare quella natura repressiva e fascista che contraddistingue chi non accetta il rispetto del pensiero altrui.

Probabilmente è arrivato il momento di dire basta alla prevaricazione di chi intende svuotare il paese di ogni identità morale e sociale, imponendo esclusivamente  modelli di vita fluida e binaria.

Gli Alpini servono la nazione, l’Anpi, no !

Onore agli Alpini e a tutte le nostre forze armate!

In caso di guerra non è certamente l’Anpi a farsi carico di difendere il paese, mentre per gli Alpini risulta essere il proprio dovere.

La verità è che in Italia assistiamo da più di ottant’anni ad una strumentale lotta antifascista, in completa assenza del fascismo.

L’Italia è il Paese nel quale l’antifascismo è sopravvissuto non si sa come al fascismo.

Il contrasto ai fenomeni di intolleranza, il razzismo, l’antisemitismo e l’istigazione all’odio e alla violenza si rivelano con un po’ di ingegno e libero pensiero, dopo così tanti anni, narrazioni che svolgono un ruolo cruciale nella costruzione della paura.

Fantasie e tecniche di una sinistra ammalata che cerca di inasprire il conflitto sociale per mantenere e recuperare consensi.

La collaudata “macchina propagandistica” dell’antifascismo è la manna dal cielo per chi vive e lucra attraverso il polveroso apparato di una ideologia stravolta, confusa ed oggi ormai inesistente.

Per meglio esprimere il concetto è facilmente individuabile l’erogazione di due

milioni di euro, in un solo anno, all’Anpi e agli altri professionisti dell’antifascismo (https://www.ilgiornale.it/news/politica/costo-ricordo-due-milioni-euro-allanpi-e-agli-altri-2141535.html).

Un Anpi senza più partigiani che per non far disperdere l’immenso patrimonio di valori e principi fondativi della Resistenza, arruola immigrati, utili ad intonare Bella Ciao per le strade.

Assurdità di un Paese, forse, ormai privo di qualunque capacità di comprendonio dove si distribuiscono armi all’Ucraina per milioni di euro e nello stesso tempo si chiudono ospedali e si tagliano milioni di euro alla già fatiscente sanità italiana, mentre l’Anpi si preoccupa della retorica militare e del pericolo di militarizzazione del paese.

Ridicoli è dir poco.

Onore agli Alpini e alle nostre forze armate italiane e di polizia!

 

Antonio Peragine

direttore@corrierenazionale.net

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