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Lavoro: serve un piano industriale 5.0 per l’IA

ROMA, 17 MAG – “Nel 2023 il mercato dell’intelligenza artificiale è cresciuto in Italia del 52%, raggiungendo un valore totale di 760 milioni di euro. Per quanto riguarda le grandi imprese, tre su cinque hanno già avviato progetti di intelligenza artificiale, due su tre hanno già discusso al loro interno delle possibili applicazioni della tecnologia. Il 90% del mercato dell’intelligenza artificiale in Italia è sviluppato dalle grandi imprese. Del loro totale, il 61% ha attualmente all’attivo anche solo a livello di sperimentazione, un progetto con la tecnologia protagonista. Una percentuale che scende al 18% tra le piccole e medie imprese”.

Lo ha detto il presidente di Confimprenditori, Stefano Ruvolo, durante il suo intervento al Festival del Lavoro in corso a Firenze in occasione del quale è stato presentato il primo assistente digitale basato su intelligenza artificiale dedicato ai consulenti del lavoro.

“È evidente che si è già creato un gap tra grandi aziende e piccole e medie imprese che deve essere recuperato e colmato grazie anche all’intervento delle istituzioni. Le piccole e medie imprese sono il tessuto economico dell’Italia e lasciarle indietro dal punto di vista tecnologico significherebbe lasciare indietro l’intero sistema Paese. Serve un piano industriale 5.0 che aiuti le piccole e medie imprese nella formazione e nell’integrazione dell’intelligenza artificiale. Stiamo anche lavorando con la deputata di Italia Viva, Naike Gruppioni, per sviluppare un discorso che conduca parti sociali e Parlamento a varare norme per rendere controlli e ispezioni davvero preventivi grazie all’intelligenza artificiale. Le piccole aziende hanno bisogno di essere sostenute con finanziamenti a fondo perduto per dotarsi e acquistare la tecnologia necessaria per stare al passo con i tempi. È necessario sviluppare politiche che mirino a uno sfruttamento sicuro e vantaggioso del grande potenziale dell’intelligenza artificiale a beneficio dell’umanità”.

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