The Idea of You, perché è il film di cui non abbiamo bisogno
The Idea of You copertina

The Idea of You, perché è il film di cui non abbiamo bisogno

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La new entry di Prime Video del mese di maggio è The Idea of You, pensato per essere un film a cavallo tra rom-com e dramma, con protagonisti Anne Hathaway e Nicholas Galitzine, l’idolo della nuova generazione di fangirl celebre per Purple Hearts e Rosso, Bianco & sangue blu. Sulla carta una coppia che scoppia, ma che sullo schermo mostra una sintonia niente male – e per fortuna! -c’è da esclamare, essendo l’unico elemento capace di non far crollare una pellicola che da sola ha da dare ben poco, e per una serie di ragioni piuttosto corposa.

Il sogno proibito di ogni fangirl

The Idea of You

Hayes Campbell (Galitzine) è il lead singer della boy band del momento, mentre Solène (Hathaway) una donna in carriera con alle spalle un matrimonio finito male. Si incontrano in circostanze improbabili al Coachella Music Festival, dove lei si trova per puro caso con sua figlia diciassettenne, e tra loro scatta qualcosa di irrefrenabile: peccato che Hayes abbia ventiquattro anni e Solène quaranta, e che una relazione del genere (per la donna, in questo contesto) sia un biglietto di sola andata per la via della diffamazione.

The Idea of You tra sgarri e falso progressismo

Anne Hathaway e Nicholas Galitzine in una scena di The Idea of You

La coppia protagonista di The Idea of You è tra i motivi che spinge la gente a guardare il film insieme alla love story macchiata di scandalo, ma il piatto della bilancia pende da un lato pesantemente. Nicholas Galitzine vanta una buona dose di fascino, e l’accento britannico non può che far colpo su chi opta per la visione del film in originale, ma con Anne Hathaway accanto non puoi che finire nella penombra. Questo perché lei è bella ma ancora di più è brava, qualsiasi ruolo scelga lo eleva e con esso il film, e alle sue co-star è dato l’onere di provare a tenere il passo.

Il problema è che alla protagonista di The Idea of You ruota attorno un set di scelte più che opinabili, idee antiquate (non includendo la questione dell’età) che farebbero storcere il naso quasi a chiunque: l’equivalenza dell’adulto e della persona noiosa, arresa ad una vita piatta e a relazioni prive di stimoli. Ancor peggio, un ‘ti voglio bene’ fornito come sola ragione dell’assenza di un giudizio altrimenti severo, laddove il suddetto giudizio non dovrebbe affatto sussistere.

La gestione della love story in The Idea of You è anch’essa da includere tra gli sgarri colossali, riassumibile con una semplice proporzione: mezz’ora di tensione sessuale per un quarto d’ora di conversazione dai contenuti, per giunta, prevedibilissimi, condita di dettagli di passato e presente di cui chiunque potrebbe già essere a conoscenza, intercambiabili con quelli di un’altra storia o di un altro film.

The Idea of You vende la sua trama come qualcosa che fa scalpore, e non mente, di fatto. Ma la sviluppa come un elenco di voci scritte in una checklist vecchia e stravecchia, da barrare a cadenza piuttosto regolare: soliti traumi, paure, infanzia triste ripetitiva. Storie più che condivisibili, senza dubbio, ma talmente ricorrenti che andando avanti si ha l’impressione che l’arte della sceneggiatura si stia appiattendo, che la soglia della creatività umana sia sempre più bassa.

Perché The Idea of You è tutto fuorché imperdibile

The Idea of You

Dieci punti a The Idea of You (al romanzo, per essere onesti) per l’attenzione ad un rapporto ingiustamente demonizzato e alle implicazioni sociali, in particolare, dovute a un numerino sulla carta di identità. Numerino che superata una certa soglia, e se associato ad una certa esperienza, non dovrebbe destare eccessivi allarmismi né tantomeno suscitare reazioni moleste, ancor più inaccettabili se opera di un adulto.

Proprio su queste reazioni si dovrebbe puntualizzare, cosa che purtroppo The Idea of You non fa: la pellicola si limita a mostrarne l’esistenza in modo passivo, delegando alla comunità il compito di restarne schifata perché già a conoscenza dell’andazzo di certe dinamiche. Quella nel film è una tentata doccia emotiva in pieno stile teen, che non può che lasciare indifferente il pubblico adulto.

Se il finale non fosse stato stravolto, forse avremmo potuto passarci sopra. La conclusione del film segue infatti l’impostazione del suo protagonista maschile, scadendo nella zona della rom-com insignificante nonostante le premesse fossero ben distanti. Delineando solo velatamente alcuni concetti, The Idea of You sceglie di fatto di sminuirli a dimostrazione che Hollywood comanda sulla coerenza, anche in tempi propensi per osare di più ed essere realisti su quello che c’è là fuori.

Allineandosi perfettamente al suo titolo, il film propone un’idea che dovrebbe piacerci: che tutto è possibile quando si parla d’amore, che tutto si può superare se un rapporto è solido. Ma proprio nel dimostrarlo The Idea of You si rivela fallace, non riuscendo a raggiungere un certo livello di dramma né a farsi includere tra rom-com rivedibili dieci volte, quelle che per quanto assurde portano chi le guarda a sperare in meglio.

Quello del film è un risultato forzato a cui, semplicemente, non si può credere. Almeno le canzoni create ad hoc sono orecchiabili e il sorriso piangente di Anne Hathaway rimane il più bello sul grande schermo, capace di smuovere come nessun pianto completo riesce. Motivo per cui, appena iniziato The Idea of You, potrebbe sembrare che ne valga la pena.


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Classe 1996, dottoranda in Ingegneria Industriale all’Università di Napoli Federico II, il cinema è la mia grande passione da quando ho memoria. Nerd dichiarata, accanita lettrice di classici, sogno di mettere anche la mia formazione scientifica al servizio della Settima Arte. Film preferito? Il Signore degli Anelli.

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