Temo che il programma non riprenderà. Ho chiesto rassicurazioni ma ho trovato un muro di gomma. Al momento siamo fermi, non possiamo lavorare”. Sabrina Giannini è la mente – nonché conduttrice e inviata – del programma Indovina chi viene a cena, nato nel 2016 e che va in onda su RaiTre. Una trasmissione d’inchiesta (lei ha un lungo passato professionale a Report) che parla di sostenibilità ambientale, cambiamenti climatici e che denuncia le storture legate al nostro modello economico, alla politica e, in definitiva, alla società. Quest’anno però – rivela la giornalista – le pressioni da parte dei partiti (e del governo) si sono fatte più insistenti. Alcune pubbliche, come gli interventi in Parlamento o le lettere di protesta in Vigilanza Rai; altre sotterranee, fatte di telefonate e mezze parole. “Mi domando se l’obiettivo sia quello di farmi stancare, di portarmi all’esasperazione come hanno fatto con Fazio e Amadeus” dice Giannini al Fatto. In che modo? “Creando le condizioni per rendere il mio lavoro più difficile. È una strategia? Con qualcuno ha funzionato”.

Le sei puntate del 2024 – trasmesse la domenica, in prima serata – hanno avuto un ottimo riscontro di pubblico per un programma d’inchiesta, con uno share in genere sempre sopra il 5% di ascolti e con punte di oltre il 6%. Eppure, dopo l’ultima puntata di metà aprile, Il rapporto tra uomini e animali, la squadra di Giannini si è fermata: “Avevo chiesto garanzie già a febbraio, per capire cosa avremmo dovuto aspettarci dopo la messa in onda delle prime sei puntate – spiega la giornalista – ma non ho avuto indicazioni precise, salvo un generico ‘non preoccuparti’. Sta di fatto che ora siamo fermi, e non abbiamo istruzioni sul nostro futuro. La mia paura è che non mi facciano riprendere in autunno, quando avremo altre quattro puntate, o che vogliano portarmi allo sfinimento e costringermi a cambiare azienda. Ipotesi che, al momento, non voglio considerare”.

Giannini denuncia le condizioni con le quali è costretta a lavorare: “La mia squadra è ridotta all’osso, tanto che oltre a preparare e condurre il programma, sono anche inviata. Ho a disposizione due inviate, ma una è a partita Iva, più altre due persone, sempre a partita Iva, che però devono dividersi su altri programmi. Operiamo in un contesto di grande incertezza con un budget risicato”. Ogni puntata costa alla Rai, complessivamente, 115mila euro, di cui 40mila euro di costi fissi. “In pratica – continua Giannini – meno della metà di Avanti Popolo, che è stato chiuso per gli scarsi risultati”.

A peggiorare le cose, da quest’anno si è messa la maggioranza di governo. Il 27 di marzo il deputato leghista (e cacciatore) Francesco Bruzzone – primo firmatario e relatore della proposta di legge che intende liberalizzare la caccia e che il Fatto Quotidiano, attraverso una petizione, chiede al Parlamento di fermare – è intervenuto alla Camera per definire la trasmissione di Giannini “una vergogna”. La ragione è che pochi giorni prima Indovina chi viene a cena aveva parlato sia di chi, nell’esercizio dell’attività venatoria, commette reati, sia di bracconaggio. Mostrando un vecchio bollettino del canone Rai, Bruzzone ha proseguito dicendo che “questo lo paga anche chi mangia lo spiedo bresciano o la polenta e osei (piatto tipico bergamasco a base di polenta e uccelli, ndr) e lo pagano anche i 500mila cacciatori italiani”. L’8 maggio, in commissione Vigilanza Rai, è arrivata una lettera di protesta – firmata da senatori e deputati del Carroccio – indirizzata alla presidente Marinella Soldi e all’amministratore delegato Roberto Sergio che accusa Giannini di “attacchi strumentali” ai cacciatori, di “comunicazione fuorviante”, chiedendo se “tutto ciò sia compatibile con le responsabilità e i compiti del servizio pubblico”. Ma il programma di Giannini non piace nemmeno al ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: “La nostra è una narrazione critica rispetto a quella di questo governo – dice Giannini – che raccoglie consenso raccontando un ‘orgoglio del made in Italy’ e che fin da subito ha cercato la sponda degli allevatori”. Per oggi è atteso il Consiglio d’amministrazione della Rai che, tra le altre cose, dovrebbe pronunciarsi anche sul futuro di Indovina chi viene a cena. Sigfrido Ranucci di Report è stato messo sotto processo dalla maggioranza di governo lo scorso novembre, quando è stato convocato in commissione Vigilanza Rai. La speranza è che quel buio episodio resti un caso isolato.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

L’editto bulgaro, quello era censura! Roccella si metta l’animo in pace e accetti le proteste

next
Articolo Successivo

Confronto Meloni-Schlein in tv, la presidente della Vigilanza scrive all’Agcom: “Garantire la par condicio, no a indebiti vantaggi”

next