C’era una volta Sergio Leone, l’uomo che inventò l’America

  Articoli (Articles)
  Luca Formisano
  12 maggio 2024
  4 minuti, 57 secondi

Lo scorso 30 aprile è stato il trentacinquesimo anniversario della morte di Sergio Leone. Qualche giorno dopo, mi è capitato di rivedere C’era una volta in America (1984), ma su questo film voglio tornarci fra poco.

Sergio Leone nato a Roma il 3 gennaio del 1929 ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo del cinema come comparsa in Ladri di biciclette di Vittorio De sica (1948), interpretando un seminarista straniero nella scena in cui i protagonisti si rifugiano dalla pioggia. Ma è solo nel 1961 che dirige il suo primo film: Il colosso di Rodi. Film a basso budget nato dall’interesse di Leone per i peplum ovvero un sottogenere cinematografico dei film storici, in cui si narra azioni eroiche nell’antichità classica. Questa è stata la sua unica esperienza con questo genere di film.

Nel 1964 esce Per un pugno di dollari e da qui la concezione di film western cambierà per sempre. Il film presenta una visione violenta e moralmente complessa del far west americano. Un genere, il western, legato all’idea del regista americano John Ford, che con i suoi film trasmetteva una visione del mondo di un popolo che in quegli anni era ancora smarrito e alla ricerca del sogno americano. Con l’arrivo di Leone le cose si trasformeranno, perché Leone non era un americano. Il protagonista - interpretato da Clint Eastwood - non ha nome, è un antieroe e il dualismo tra bene e male viene meno. Il protagonista è un bounty killer - un cacciatore di taglie - che pensa solo al suo tornaconto. Nei successivi film che compongo la trilogia del dollaro; ossia Per qualche dollaro in più (1965), così come Il buono, il brutto, il cattivo (1966), vedranno anch'essi come protagonista Clint Eastwood, inoltre l'individualismo verrà sempre più accentuato. Un esempio calzante lo si può trovare nella parte finale de il buono, il brutto, il cattivo, nella memorabile corsa nel cimitero per trovare l’oro sepolto, scena che precede il famoso mexican standoff, altresì detto triello.

Leone ha permeato i suoi film con scelte registiche reiterate e personalissime e che poi, nel corso del tempo, sono entrate nei libri di scuola come ad esempio l’estremismo del primo piano, ricavandone un primissimo piano degli occhi. Inquadratura utilizzata anche in futuro da registi come Quentin Tarantino. Leone è stato anche il primo ha mettere in scena il mexican standoff nel film Il buono, il brutto, il cattivo, ed è stato anche il primo a mostrare nella stessa inquadratura una pistola che esplode il suo colpo e il bersaglio che viene colpito e di conseguenza crolla a terra. Ma la genialità di Leone nel sovvertire e modificare il cinema americano non finisce qua. Leone nel suo C’era una volta il west (1968) ha preso Henry Fonda - quello che fino ad allora era considerato l’attore che interpretava il buono per antonomasia - e l’ha trasformato in uno spietato assassino. L’ha fatto con un movimento di camera che parte dalla schiena fino a mostrare il volto di Fonda poco prima che questi, tirata fuori la pistola, uccide un bambino, suscitando stupore per il pubblico dell’epoca che non si aspettava un Henry Fonda in quei panni.

Nel 1971 esce Giù la testa, il secondo che compone la trilogia del tempo, ambientato durante la rivoluzione messicana. Questo film segna la fine di leone nel girare i western (tant’è che la regia la voleva inizialmente affidarla a Sam Packinpah) per potersi dedicare a tutti i costi a quello che da tempo sognava di realizzare: C’era una volta in America.

Quindi, come sopraddetto, siamo arrivati a C’era una volta in America. Questo film è arte pura sin dalla sua inconfondibile ed evocativa colonna sonora realizzata da Ennio Morricone, compagno di scuola di Leone e fidato collaboratore dal ’64. A livello registico ci sono scene che sono impresse nella storia del cinema. Scena memorabile ad esempio è quella del gruppo di amici che cammina e sullo sfondo c’è il Manhattan Bridge. C’era una volta in America ci parla di Noodles (interpretato da Robert De Niro) un criminale, ormai anziano, che ricorda la sua vita ed è alla ricerca del tempo perduto. Quando l’amico barista di Noodles gli chiede che cosa avesse fatto negli ultimi trent’anni, lui per riassumere la sua vita gli risponde “sono andato a letto presto” (una delle frasi più famose del cinema) che oltre ad essere una citazione proustiana, ci fa capire che tutto è basato sulla nostalgia di un qualcosa ormai perduto. Infatti, capiremo nel corso del film che Noodles, esattamente come Gatsby di F.S. Fitzgerald, cerca insistentemente di vivere una vita che non gli appartiene più, di vivere un amore con una donna, Deborah, che un tempo stava con lui ma ora sta con il suo migliore amico. Ma Leone nell’ultimo stacco temporale ci porta nella fumeria d’oppio che si vede anche all’inizio e ci mostra un primo piano di Robert De Niro che sorride inebetito e distaccato dal mondo circostante e quindi il film ci lascia nel dubbio se la storia raccontata sia una storia reale o un lungo sogno indotto dall’oppio.

Per concludere, così come il demiurgo di Platone che non crea dal nulla ma inventa un mondo da componenti esistenti e lo mette in movimento, Sergio Leone ha plasmato e modellato un nuovo cinema. Se volete recuperare i film di Leone, ora su Amazon Prime grazie a Leone film group, c’è un canale chiamato C’era una volta…. Facendo l’abbonamento è possibile accedere al catalogo contenente non solo i film di Leone ma anche successi cinematografici italiani esportati a livello internazionale come ad esempio Novecento di Bertolucci.

Mondo Internazionale APS - Riproduzione Riservata ® 2024

Condividi il post

L'Autore

Luca Formisano

Appassionato di cinema e letteratura, sono un autore per legge e società

Categorie

Cultura

Tag

SergioLeone Cinema cinema italiano Cultura Società