di Stefano Di Maria
Sky si dimostra ancora una volta leader della serialità italiana. La seconda stagione de IL RE, con protagonista Luca Zingaretti, conferma gli ottimi livelli che le produzioni nostrane possono raggiungere quando il comparto tecnico è di primordine, a differenza di altre piattaforme dove i titoli italiani fanno sempre storcere il naso. Le aspettative erano alte, dopo il successo della prima stagione: il rischio che si abbassasse l’asticella (come sempre con le seconde stagioni) era alto, ma in questo caso è stato fatto ancora meglio (e siamo certi farà altrettanto BLOCCO 161, altra produzione Sky).
IL RE 2, prodotto dagli Sky Studios con Lorenzo Mieli per The Apartment e con Wildside, entrambe società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Zocotoco, si compone di otto episodi che scorrono via veloci, senza annoiare mai.
IL RE Seconda stagione – La trama
Bruno Testori è ora un detenuto nel suo stesso carcere, quando Gregorio Verna, capo dei servizi segreti, fa cadere le sue accuse e lo reintegra nel ruolo di direttore. In cambio deve far parlare un detenuto, il magistrato Vittorio Mancuso, accusato dell’omicidio di una dipendente della Slimpetroil Spa, rinomata compagnia energetica di bandiera, scoprendo perché si sia macchiato di quel delitto prima che l’uomo testimoni davanti a un Gip.
Quando Bruno comincia a sospettare la sua innocenza e a temere che i servizi lo stiano usando, decide di vederci chiaro. Sarà l’inizio di una battaglia per la verità il cui prezzo da pagare si rivelerà altissimo.
IL RE Seconda stagione – La recensione
La serie si conferma un prison drama che non è solo d’azione (come prodotti americani di successo quali PRISON BREAK) ma indaga i mali della società, entra nel profondo delle psicologie dei suoi protagonisti e pone riflessioni di non poco conto sui giochi di potere, sulle loro conseguenze e sul deep state.
Luca Zingaretti è eccezionale quanto e più della prima stagione: il suo sfaccettato personaggio si caratterizza per un senso di moralità insospettabile o poco marcato nel primo capitolo, motore di tutto ciò che accade dal terzo episodio. Interessante la scelta di spostare gli eventi anche all’esterno del carcere di San Michele, in un continuo rimpallo di causa-effetto fra dentro e fuori il penitenziario.
Il lavoro di scrittura di Peppe Fiore, Alessandro Fabbri e Federico Gnesini si rivela efficace anche con gli altri personaggi, interpretati dalle brave Isabella Ragonese (il comandante) e Anna Bonaiuti (il magistrato), così come le new entry Fabrizio Ferracane, Caterina Shulha e Stefano Dionisi. Non c’è che dire: un cast eccelso, gestito dal regista Giuseppe Gagliardi quasi come fosse una serie noir, effetto sottolineato visivamente da una fotografia dark e da inquadrature che sottolineano i confronti fra i vari personaggi come i duelli di film d’altri tempi.
Tutto ciò rende IL RE uno dei migliori titoli del panorama seriale italiano.
GIUDIZIO: 4 su 5
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