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Cronaca

Agenti veronesi collaborano a operazione anti-terrorismo: banda bloccata, 19 arresti

Smantellata rete criminale turca, guidata da Baris Boyun. Arrestato anche il boss che riusciva a comandare l'organizzazione anche se ristretto agli arresti domiciliari in Italia

Anche gli agenti della squadra mobile di Verona hanno collaborato questa mattina, 22 maggio, all'operazione di smantellamento di una banda armata in possesso di armi ed esplosivi pronti per essere utilizzati con finalità terroristiche. Gli agenti scaligeri hanno fatto parte di una task force composta da forze dell'ordine italiane e dell'Interpol, le quali dall'alba di oggi hanno eseguito 19 arresti. Gli arrestati sono tutti di origine turca e tra di loro c'è il presunto capo Baris Boyun.

L'arresto di Boyun, riportato da MilanoToday, è scattato alle 4 di stamane con l'irruzione nell'appartamento in cui l'uomo era agli arresti domiciliari. E intorno alle 5.30, Baris Boyun pare sia stato portato a Milano, dove l'intera operazione è stata coordinata dalla sezione antiterrorismo della procura. Le ordinanze d'arresto sono state emesse dal gip Roberto Crepaldi del tribunale di Milano e sono state eseguite in Italia, Svizzera, Germania e Turchia.
Ad eseguire materialmente gli arresti e a collaborare all'operazione di oggi centinaia di poliziotti tra Svizzera e Italia, tra cui gli agenti della squadra mobile di Como, del servizio centrale operativo di Roma, della sezione investigativa di Milano e di Brescia, delle squadre mobili di Catania, Crotone, Verona, Viterbo, delle unità operative di primo intervento, del reparto prevenzione crimine Lazio e Lombardia, della guardia di finanza di Milano e Roma, delle unità cinofile di Roma, del reparto volo di Roma e della polizia scientifica.

Le accuse rivolte agli indagati sono a vario titolo: associazione per delinquere aggravata anche dalla transnazionalità, banda armata diretta a costituire un'associazione con finalità terroristiche ed a commettere attentati terroristici, quindi detenzione e porto illegale di armi ''micidiali'' e di esplosivi, traffico internazionale di stupefacenti, omicidio e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

L'indagine è partita nell'ottobre 2023 dopo l'arresto di tre presunti componenti dell'organizzazione diretti in Svizzera. I tre avevano due pistole, di cui una clandestina, munizioni e materiale di propaganda. Dai successivi accertamenti è emerso che gli arrestati stavano scortando Boyun e la sua compagna, i quali viaggiavano su un'altra auto.
Secondo gli investigatori, anche se ristretto ai domiciliari con braccialetto elettronico con l'accusa di detenzione e porto di arma comune da sparo, Boyun avrebbe diretto e coordinato dall'Italia una rete criminale attiva in Europa.
Le indagini sono state svolte utilizzando anche intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre a complessi servizi di osservazione e ai pedinamenti svolti sul territorio nazionale, con uno scambio di informazioni tra la polizia italiana e quella turca tramite Interpol.

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