Cambiare il corso dell’arte - Conquiste del Lavoro

Mercoledì 15 maggio 2024, ore 18:06

Mostre

Cambiare il corso dell’arte

di MAURO CEREDA

Il 1848 fu un anno di moti e rivolte contro i regimi assolutisti di quasi tutta Europa, con l’eccezione del Regno Unito vittoriano, che si trovava immerso nella prima Rivoluzione industriale. E nel 1848, in un giorno di autunno, sette artisti britannici fra i 19 e i 23 anni fondarono a Londra la Confraternita dei Preraffaelliti (Pre-Raphaelite Brotherhood). William Holman Hunt, John Everett Millais, Dante Gabriel Rossetti, Thomas Woolner, James Collison, William Michael Rossetti, Frederick George Stephens ambivano a rinnovare la pittura inglese, considerata in declino a causa delle norme troppo formali e severe imposte dalla Royal Academy, la scuola nazionale dell’arte fondata nel 1768 da Sir Joshua Reynolds.

A questo movimento, che fece sentire la sua influenza sull’arte europea fino all’ini zio del Novecento, è dedicata una mostra strepitosa allestita presso il Museo Civico San Domenico di Forlì (fino al 30 giugno), con la direzione di Gianfranco Brunelli: “Preraffaelliti. Rinascimento moderno” (mostremuseisandomenico. it). Uno speciale televisivo realizzato per l’occasione da Sky Arte definisce i Preraffaelliti “i Beatles della storia dell’arte, giovani ribelli capaci di reinventare ciò che già esiste rendendolo nuovo. Giovani ma con un obiettivo ambizioso: rinnovare la pittura inglese. Rivoluzionari che cercano ispirazione nell’arte del passato per creare qualcosa di moderno.

Non a caso Oscar Wilde regala a questa fase l’appel lativo di Rinascimento inglese”. L’itinerario propone oltre 300 opere tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, mobili, ceramiche, opere in vetro e metallo, tessuti, medaglie, libri illustrati, manoscritti e gioielli, in prestito da prestigiose collezioni (come quella di Re Carlo III) e musei internazionali (tra cui gli Uffizi di Firenze e il British Museum di Londra). Il nome della Confraternita esprime la contrapposizione al “raf faellismo”, proposto invece come modello dalla Royal Academy: gli aderenti non amavano le opere di Raffaello perché a loro giudizio esaltavano l’idealizzazione della natura, sacrificando la realtà in nome della bellezza. In generale rifiutavano la codificazione di regole elaborate nel tempo su modelli ritenuti esemplari, quindi classici, a favore della ricerca di un’arte spontanea, immediata, capace di valorizzare le componenti sentimentali e interiori.

“I Preraffaelliti – si legge nella presentazione della mostra – cercavano la fedeltà alla natura, la visione pura della realtà delle cose; i loro colori erano vividi e schietti, quando il carbone delle ciminiere anneriva il cielo e le case. Cercavano nelle fonti letterarie l’ispirazione all’assoluto e la passione d’amore, mentre l’eco nomicismo della Rivoluzione industriale mostrava una modernità contraddittoria e socialmente diseguale. Eppure non furono dei passatisti. La loro non fu una rivoluzione conservatrice, né una rivolta reazionaria. Aprirono al Simbolismo e all’Art Nouveau, furono la prima avanguardia, il primo movimento che avrebbe aperto la strada a esperienze poi così diverse e persino contrapposte del Novecento europeo”.

Questi artisti presero ispirazione dei Primitivi, gli antichi maestri del Trecento e del Quattrocento italiano, sostenuti in questa loro ricerca dal critico d’arte John Ruskin che, come evidenzia uno dei pannelli che accompagnano la visita, riconobbe nella loro pittura “la volontà morale, oltre che estetica, di tornare ad una arcaica onestà e ad una attenta osservazione della natura che dal ‘raffaelli smo’ del secondo Rinascimento in poi era stata tradita grazie al ‘veleno brillante e limpido’ dell’arte di Raffaello”. Il loro non fu un ritorno reazionario agli stili del passato, ma un progetto visionario capace di creare opere moderne. I loro modelli erano Cimabue, Giotto, Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Cosimo Rosselli, Verrocchio, Filippo e Filippino Lippi, Ghirlandaio, Piero della Francesca, Luca Signorelli, Mantegna, Guido Reni, Veronese e, su tutti, Sandro Botticelli. I membri della Confraternita non attinsero però solo dalle arti visive, ma anche dalla letteratura. “Il mondo preraffaellita – si legge ancora - si nutrì di matrici letterarie contemporanee: da Wordsworth, a Keats, a Shelley, a Tennyson ad Allan Poe; e di modelli assoluti: da Dante a Boccaccio, a Shakespeare. Spesso ambientate in un Medioevo fantastico e leggendario, le loro opere riecheggiano un mondo romantico e mitico; un mondo che rilegge la tradizione storica e dialoga con un passato riscoperto o ricreato, tale da legittimare il presente e le sue aspirazioni, i sogni e le proteste, le inquietudini e le nostalgie”.

L’aspetto più interessante della mostra è di essere riuscita ad accostare e mettere in comunicazione nel percorso espositivo le opere degli uni e degli altri, quelle dei fondatori della Confraternita e delle successive generazioni di seguaci (tra cui John William Waterhouse, Frederick Cayley Robinson, Henry Holiday, Simeon Solomon, Frederick Sandys, Thomas Cooper Gotch) e quelle degli ispiratori. Un altro aspetto da segnalare è l’attenzione riservata alle figure femminili che agli occhi dei Preraffaelliti apparivano colme di bellezza, sensualità, eleganza, spesso preda di passioni tristi. E di alcune donne, come Elizabeth Siddal, Christiana Jane Herringham, Beatrice Parsons, Marianne Stokes e Evelin de Morgan, che non furono solo muse ma artiste esse stesse, sono esposte diverse tele.

Il percorso si apre con una sezione dedicata ai maestri italiani (con opere di Cimabue, Beato Angelico e Botticelli), che immerge il visitatore nella cultura a cui ha guardato il movimento. Quella successiva è incentrata sul Revival Gotico e ospita lavori di John Rorgers Herbert e William Dyce, diretti precursori dei preraffaelliti, e una serie di disegni di architetture italiane realizzati dallo stesso Ruskin. Seguono le prime opere della Confraternita. Questa parte inizia con Ford Madox Brown (importante trait d’union con movimenti precedenti, come i Nazareni) e prosegue con i disegni e i primi dipinti di Dante Gabriel Rossetti, messi in dialogo con i disegni di Elizabeth Siddal. La mostra procede con John Everett Millais, William Holman Hunt, Walter Deverell e Charles Allston Collins, mentre la sala degli affreschi è interamente riservata a Edward Burne-Jones, di cui si può ammirare la Small Briar Rose Series e l’incompiuta Venus Discordia.

Queste tele documentano la forte influenza esercitata dai capolavori di Michelangelo che l’artista studiò, realizzando anche copie degli affreschi della Cappella Sistina. Per questo completano l’allesti mento disegni dello stesso Michelangelo, accanto ad opere di Bernardino Luini, Filippino Lippi e Cosimo Rosselli. La sezione successiva, dedicata alle arti applicate, spiega che cosa si intendesse per “arte diffusa”. Vi si trovano infatti i primi esempi di carta da parati disegnata da William Morris e altri oggetti che fanno parte del Revival Rinascimentale che caratterizzò il gusto britannico dell’epoca. La visita procede con i lavori di Dante Gabriel Rossetti, che interpreta con le sue immagini femminili un tema caro ai Preraffaelliti, per i quali la donna è figura bivalente: dell’amore essa infatti incarna tanto la vita edonistica quanto la forza distruttiva, dualità che rende manifeste le fragilità umane. Nelle sale successive si trova la sezione dedicata a George Frederic Watts e Frederic Leighton, le cui opere sono messe a confronto con quelle di Veronese e Tiziano. Ad aprire l’ultima parte sono gli artisti che esposero alla Grosvenor Gallery, fondata nel 1877 come alternativa progressista alla Royal Accademy, ossia tele di Evelyn De Morgan, John Roddam, Spencer Stanope, Fred Appleyard, Phoebe Anna Traquair. Il percorso si conclude con un focus sugli artisti italiani che subirono la fascinazione del movimento e che diedero vita alla società “In Arte Libertas”. La mostra è organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune. Da segnalare l’ottimo catalogo pubblicato da Dario Cimorelli Editore.

( 15 maggio 2024 )

Mostre

Cambiare il corso dell’arte

"Preraffaelliti. Rinascimento moderno": una mostra allestita presso il Museo Civico San Domenico di Forlì

  • Email Icon
  • Facebook Icon
  • Twitter Icon
  • Pinterest Icon
Commenta Icona

Libri

Che genere di conoscenza è quella dei demoni?

La Vita Felice ha mandato in libreria "Sulle divinazioni dei demoni”, composta da Agostino fra il 406 e il 411 d.C.

  • Email Icon
  • Facebook Icon
  • Twitter Icon
  • Pinterest Icon
Commenta Icona

Magazine

Via Po Cultura

SOLO PER GLI ABBONATI

Intervista al vaticanista del Tg1 Ignazio Ingrao, autore del libro “Cinque domande che agitano la Chiesa”

  • Email Icon
  • Facebook Icon
  • Twitter Icon
  • Pinterest Icon
Commenta Icona

FOTO GALLERY

Immagine Foto Gallery

© 2001 - 2024 Conquiste del Lavoro - Tutti i diritti riservati - Via Po, 22 - 00198 Roma - C.F. 05558260583 - P.IVA 01413871003

E-mail: conquiste@cqdl.it - E-mail PEC: conquistedellavorosrl@postecert.it