Definito da Mario Praz né più né meno che un «occultista satanico»[1], l’artista Austin Osman Spare (1886-1956) fu una figura marginale, per quanto piuttosto influente, del sottobosco magico-esoterico britannico della prima metà del Novecento.

Se all’inizio della sua carriera Spare era ammirato e considerato una sorta di enfant prodige, la crescente fascinazione per il mondo dell’occulto lo portò poco alla volta a virare verso una produzione venata di simbolismi dalle tinte erotiche, grottesche e surreali, troppo cervellotica e provocatoria per potergli garantire un vasto successo di pubblico e critica. La sua vita lavorativa, insomma, fu costituita più da bassi che da alti, e persino quella privata – caratterizzata, tra l’altro, da un matrimonio fallimentare – non fu particolarmente felice.

Austin Osman Spare

Scottato dall’egocentrismo dell’ex amico Aleister Crowley, Spare finì per essere del tutto assorbito dai viaggi nelle dimensioni interiori dell’anima, circondato da gatti e presunti spiriti benigni, continuando a sviluppare una filosofia magica del piacere, dell’ossessione e della natura soggettiva della realtà nota col nome di ZOS KIA.

Se negli ultimi anni il nome di Spare è stato protagonista di un timido revival sia nell’ambiente artistico che in quello dell’occulto, l’ultima edizione della biografia firmata da Phil Baker[2] getta nuova luce su diversi aspetti fraintesi o poco conosciuti della sua parabola esistenziale, non mancando nemmeno di segnalare gli occasionali rapporti intercorsi tra l’artista e alcune figure di spicco del panorama cattolico britannico, primo tra tutti il sacerdote e scrittore mons. Robert Hugh Benson (1871-1914), autore del celeberrimo Il Padrone del Mondo.

La casa di Hare Street, dimora di mons. Benson

Probabilmente Spare e Benson entrarono in contatto per la prima volta intorno al 1909 grazie alla comune amicizia con l’editore John Lane. In quel periodo il monsignore, interessato allo spiritismo[3], aveva dato alle stampe I necromanti, un romanzo di taglio apologetico teso a mostrare i pericoli che l’anima corre quando si mette a trafficare con gli spettri (guarda caso, Benson pensava che lo stesso Spare fosse posseduto da entità maligne)[4].

Del legame tra i due sopravvivono solamente un paio di storielle fantasiose, legate a quei giorni del 1910 in cui il giovane artista venne ospitato dal sacerdote presso la sua dimora di Hare Street, a Buntngford, nello Hertfordshire. La prima vuole che una notte Spare abbia chiaramente avvertito la presenza di un fantasma che attraversava la sua camera da letto, mentre la seconda lo dipinge nell’atto di lanciarsi in uno strano rituale magico per scatenare un acquazzone[5].

Il ritratto del canonico Gray eseguito da Spare

Stando a Massimo Introvigne, «Spare, secondo le sue stesse dichiarazioni, avrebbe ricevuto un’iniziazione stregonica in giovanissima età da una certa signora Paterson – una vecchia che aveva la capacità di trasformarsi in una sensuale e bellissima fanciulla – ed a partire dal 1905 aveva alternato produzioni poetiche e dipinti di carattere erotico-occultistico. All’epoca delle sue prime produzioni il giovane artista veniva talora accolto nella casa del reverendo Robert Hugh Benson […], che aveva studiato a lungo – per attaccarlo – il mondo occultistico e massonico. A torto o a ragione, la sua casa era ritenuta stregata, e Benson, resosi conto delle facoltà “stregoniche” di Spare, poté presentarlo a vari esponenti del dubbio mondo su cui conduceva i suoi studi»[6].

Sempre tramite Lane, Spare ebbe l’opportunità di conoscere anche due sodali di mons. Benson, ossia Marc André Raffalovich (1864-1934) e il canonico John Gray (1866-1934), che volentieri lo presero sotto la loro ala. Entrambi convertiti al cattolicesimo, questi erano stati amici di Oscar Wilde – di Gray si dice che avesse ispirato allo scrittore irlandese il quasi omonimo protagonista de Il ritratto di Dorian Gray – ma, col passare del tempo, avevano progressivamente preso le distanze da lui[7]. Si erano quindi trasferiti a Edimburgo, dove Gray aveva avuto l’incarico di occuparsi di una parrocchia e Raffalovich, omosessuale pentito, conduceva i suoi studi pionieristici (per quanti assai discutibili ed ambigui a tutt’oggi) su quella che lui chiamava “unisessualità”, a suo parere da sublimare nell’arte e nella preghiera.

L’autoritratto di Spare regalato a Raffalovich

Spare andò a trovarli più o meno nel 1910. L’artista era particolarmente legato al canonico, che considerava «l’uomo migliore che avesse mai incontrato»[8]. Ritrasse sia lui che la governante, mentre per Raffalovich, che volle omaggiare con un autoritratto, disegnò pure un ex libris, in stile art nouveau, raffigurante un fiore composto da un anello di uccelli e da una maschera[9]. Grazie a Gray e Raffalovich, poté inoltre incontrare e ritrarre Mabel, la sorella del defunto Aubrey Beardsley, nonché fare la conoscenza dello scrittore irlandese George Moore.

Non si hanno precise notizie su quante volte Spare si sia recato a Edimburgo – verosimilmente poche – ma con Gray, a cui in un’occasione regalò addirittura un pezzo d’arte tribale congolese, mantenne per diversi anni una corrispondenza aperta e schietta; forse colse la palla al balzo anche per confessargli la sua persistente fascinazione per certi aspetti del cristianesimo, in particolare per la figura di San Francesco d’Assisi[10].

L’ex libris di Raffalovich disegnato da Spare

Se i contatti con Benson furono troncati dalla morte prematura del monsignore, quelli con Gray e Raffalovich dovettero sfumare gradualmente per poi interrompersi all’inizio degli anni Venti. Del resto, stando a Baker, i due difficilmente avrebbero approvato la piega erotica e magica che stava prendendo allora l’arte del giovane protetto[11] (e ciò sembra valere nonostante nella loro libreria facesse bella mostra di sé una copia del ben poco ortodosso The Book of Pleasure, un volume di Spare donato poi alla biblioteca domenicana della capitale scozzese)[12].

Persino Evelyn Waugh ebbe contatti, quantunque indiretti, con l’eccentrico artista. Sue illustrazioni erano infatti apparse su alcuni numeri del «The Golden Hind», un periodico diretto da quest’ultimo che durò solamente una manciata di anni, dal 1921 al 1924[13]. Spare è anche menzionato in una lettera del 1925 ad Harold Acton in cui Waugh, al tempo insegnante frustrato in una scuola gallese, sosteneva di aver incontrato un parrucchiere appassionato di cabala che collezionava i suoi disegni[14]. Infine, tra i ritratti esposti nel 1953 in una delle ultime mostre di Spare ve ne era uno che raffigurava proprio l’autore di Ritorno a Brideshead[15].

Il ritratto di Waugh presentato da Spare alla personale del 1953

[1] M. PRAZ, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica, BUR, Milano, 2018, p. 281, n. 67.

[2] P. BAKER, Austin Osman Spare: The Life and Legend of London’s Lost Artist, Strange Attractor Press, Londra, 2023.

[3] Sul tema si veda https://www.radiospada.org/2019/12/spiritismo-fantasmi-e-magia-il-lato-occulto-di-mons-robert-hugh-benson/

[4] Cfr. BAKER, Asutin Osman Spare, p. 96.

[5] Entrambi gli episodi sono riportati in ivi, pp. 75-77.

[6] M. INTROVIGNE, Il cappello del mago, Sugarco Edizioni, Milano, 2013, p. 289

[7] Di loro si parla per esteso nel seguente articolo:  https://www.radiospada.org/2020/05/da-wilde-a-cristo-la-storia-tra-letteratura-e-fede-di-john-gray-e-marc-andre-raffalovich/

[8] Cit. in BAKER, Asutin Osman Spare, p. 55.

[9] Raffalovich usava questo ex libris per contrassegnare i libri giudicati innocui, mentre quelli legati a tematiche omosessuali recavano un ex libris con un serpente intrecciato disegnato dall’artista Eric Gill (Cfr. T. D’ARCH SMITH, Love in Earnest, Routledge & Kegan Paul, Londra, 1970, p. 103, n. 92). 

[10] Tra i progetti di Spare destinati a rimanere irrealizzati risulta un’edizione da lui illustrata dei Fioretti di San Francesco (cfr. BAKER, Asutin Osman Spare, p. 121).

[11] Cfr. ivi, p. 83.

[12] Cfr. ivi, p. 105.

[13] Cfr. ivi, p. 154.

[14] Cfr. E. WAUGH, The Letters of Evelyn Waugh, a cura di M. AMORY, Phoenix, Londra, 1995, p. 23.

[15] cfr. BAKER, Asutin Osman Spare, p. 247.



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Fonte immagine: https://www.wikiwand.com/en/Austin_Osman_Spare (immagine di Spare in copertina); https://www.ft.com/content/f8ecb986-f1b5-4df0-9c59-0f2aa2b5fd9e (Austin Osman Spare); https://www.facebook.com/BuntingfordInOldPhotographs/photos/a.293770590739781/274315896018584/?type=3&locale=ms_MY (Hare Street House); https://www.facebook.com/117657338245688/photos/bookplate-by-austin-osman-spare-1910/170457359632352/?paipv=0&eav=AfZ-hbIVhyeJXJpzxFykCGJLbFSDT9sQOxWDjfEeZ7AmSh3bgYd4h2m6RzfrXxxqIrA&_rdr (ex libris disegnato da Spare); https://collections.vam.ac.uk/item/O740376/self-portrait-in-a-mirror-drawing-spare-austin-osman/ (autoritratto di Spare); https://www.artnet.fr/artistes/austin-osman-spare/13 (ritratto di Waugh). Il ritratto di Gray eseguito da Spare si trova invece nel libro B. SEWELL, Footnote to the Nineties: Memoir of John Gray and Andre Raffalovich, (Cecil Woolf,1969).