Yeman Crippa, intervista a coach Pegoretti: "Ecco i suoi allenamenti" | Gazzetta.it
Yeman Crippa

l'intervista

Pegoretti, il coach di Crippa: "Gli inizi, gli allenamenti, i prossimi obiettivi. Vi racconto Yeman"

Massimo Pegoretti segue l’azzurro dal 2011: "Quando l’ho conosciuto era innamorato del pallone, in allenamento si giocava pure a calcio tennis…"

Michele Antonelli

Il segreto sta nelle mille partite a calcio tennis. Massimo Pegoretti, coach di Yeman Crippa, lo ricorda con una battuta: "Lavoriamo insieme dal 2011, ma all’inizio correre non gli piaceva così tanto". Ecco qui le prime risate. "Yeman giocava a calcio e si divertiva nella squadretta del paese, non lontano da Trento. Così, quando suo padre lo portava agli allenamenti, accanto alle sedute di tecnica inserivo sempre una parte di lavoro con la palla. Un trucco per non farlo scappare. Solo con la corsa, non l'avrei rivisto più".

Pegoretti, ricorda il primo incontro con Crippa?
​"Nel 2010, da responsabile tecnico del Trentino, iniziai a vederlo nei soliti raduni. Yeman era un cadetto, andava a scuola a Tione e ad accompagnarlo era il padre, insieme al fratello Neka. Ci conoscemmo lì. Poi vide che in quelle giornate lo preparavo un po’ di più alla pista e alle gare e iniziammo questa collaborazione, scambiando feedback con il suo allenatore di allora. Nel 2011 intensificò il lavoro con me, insieme a suo fratello Neka. La cosa divertente è che giocava ancora a pallone. Quando ha cominciato a prendere i primi calci veri sul campo ha capito che la sua strada era un’altra".

Cosa la colpì di lui?
"La determinazione. Era già molto deciso, sapeva ciò che voleva e soprattutto era curioso. Voleva sempre sapere perché faceva alcune cose, il motivo di certi allenamenti".

Oggi Crippa è l’uomo dei sette record e detiene tutti i primati italiani dai 3000 alla maratona. Come spiega questa versatilità?
"Si tratta di un percorso studiato. Viste le sue caratteristiche, fin dagli esordi si poteva ipotizzare per lui un futuro importante sui 42 chilometri. Penso che la maratona sia la sua arma migliore, ma come hanno fatto tanti campioni in passato bisogna partire dalle gare più corte. Oggi la maratona si corre a ritmi folli e se un atleta non ha nelle gambe grandi prestazioni nelle gare corte non riuscirà mai a stare intorno alle 2 ore e 2/3 minuti. Yeman ha cominciato il suo percorso da atleta con qualche 1.500 a livello giovanile, passando poi a 3000 e 5000. Nel 2018 ha continuato con i 10.000, ha vinto il bronzo ai campionati europei a Berlino e da lì ci siamo focalizzati su questa distanza, senza perdere di vista i 5000".

Yeman Crippa

Quando ha deciso di passare dalla pista alla strada?
​"Nel 2022 ha partecipato alla mezza di Napoli, chiusa con record italiano (59’26"), e dopo la gara è stato chiaro: ‘Adesso tocca alla maratona’. Io non aspettavo altro. Nonostante fosse l’anno dei Mondiali, era il momento giusto per rischiare qualcosa. La prima maratona del 2023 a Milano ci ha insegnato tanto, anche se non è andata benissimo".

Su cosa ha lavorato di più in questo passaggio?
"Oggi è fondamentale saper correre distanze importanti a un certo ritmo e per farlo bisogna abituare l’organismo a una velocità lenta, come possono essere i 3’ al chilometro per un atleta come lui. Yeman è migliorato grazie a lavori precisi a velocità maratona, come i 5x5000 a 2’59"-3’ al chilometro, con recupero di 1000 metri a 3’20"-3’25". Questi allenamenti, uniti a lunghi e super lunghi, sono stati preziosi e a Siviglia è arrivata una grande soddisfazione con il primato nazionale sulla distanza (2h06'06")".

Dagli Europei di Roma alle Olimpiadi, l’agenda non prevede soste. Come si svolge la preparazione in questa fase?
"Fino alla settimana scorsa ci siamo concentrati sulla potenza aerobica, accanto ad allenamenti su velocità da 10.000 e mezza maratona, per migliorare la soglia aerobica. Visto che mancano 14 settimane alle Olimpiadi, cerchiamo di abbinare lavori utili per i 42 chilometri di Parigi e altri meno impegnativi per la mezza di Roma. Si lavora su due fronti, senza esagerare".

Dopo gli ultimi importanti risultati, Yeman sente la pressione in vista dei grandi appuntamenti?
"Direi proprio di no, lo vedo molto tranquillo. Ha un mental coach che lo segue e sta facendo un ottimo lavoro. Nel 2021, anno delle ultime Olimpiadi, non era così sereno".

Che atleta è oggi Yeman Crippa?
"Parliamo di un ragazzo con grande dedizione, predisposto al sacrificio e alla fatica. La sua forza è la capacità di adattarsi, sa che soffrendo un po’ anche gli allenamenti più duri un giorno diventeranno facili. Se tre anni fa gli avessi proposto due ore di corsa mi avrebbe riso in faccia, ora devo fermarlo".

Sguardo al futuro. Quale può essere un obiettivo realistico in maratona?
"I 42 chilometri hanno bisogno di qualche gara di rodaggio, per permettere all’organismo di adattarsi. Penso comunque che Yeman non ci metterà molto a scendere sotto le 2 ore e 4 minuti. Spero possa divertirsi". Insomma, tempo al tempo.

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