Cade dalla zip-line in Valtellina e muore: a uccidere Ghizlane Moutahir non è stato un malore ma un difetto nell’imbragatura - La Stampa

È stata la caduta da 30 metri ad uccidere Ghizlane Moutahir, la donna di 41 anni di nazionalità marocchina che ha perso la vita mentre stava provando l'esperienza adrenalinica di Fly Emotion: la zipline che consente di sorvolare la Valle del Bitto sorretti da un'imbracatura sospesa a un cavo d'acciaio teso tra il paese valtellinese di Albaredo per San Marco e il borgo alpino di Bema.

Il luogo dell'incidente. L'aerofune collega Bema con Albaredo in provincia di Sondrio

 

Il risultato dell’autopsia

L’autopsia, eseguita dal medico legale Luca Tajana, ha fatto emergere i «primi risultati macroscopici» che sembrano escludere «segni che possano ricondurre a un malore». Secondo il procuratore Piero Basilone la donna non avrebbe avuto un infarto prima di cadere nella fase di avvicinamento alla piattaforma a Bema. Sul corpo sarebbero stati ritrovati segni evidenti di un decesso causato da «politraumatismi da precipitazione e l'assenza di segni che possano ricondurre ad un malore precedente alla precipitazione che abbia condotto ad un infarto».

L’ipotesi dell’errore umano

A questo punto prende corpo l’ipotesi di un errore umano: al momento sono cinque le persone iscritte nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo. Si tratta dell’amministratore delegato di Fly Emotion, Matteo Sanguineti, il direttore dello stabilimento e tre dipendenti. Due di questi avrebbero aiutato Ghizlane Moutahir ad indossare l’imbragatura, il terzo avrebbe dovuto controllare la correttezza della vestizione. Le indagini sono state affidate ai militari del Soccorso Alpino della Guardia di finanza di Sondrio. Al momento, la struttura resta sotto sequestro.

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