ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùCoalizione di quattro partiti

L’Olanda svolta a destra: accordo di governo dopo sei mesi

Annuncio del leader anti-Islam Wilders, che non sarà però primo ministro. Attesa una stretta sull’immigrazione

di Michele Pignatelli

Il leader del Partito per la libertà Pvv Geert Wilders, vincitore delle ultime elezioni in Olanda

2' di lettura

Fumata bianca per un governo olandese dopo quasi sei mesi di negoziati. A darne notizia è stato Geert Wilders, il controverso leader anti-Islam del partito di estrema destra Pvv, uscito nettamente vincitore dalle elezioni del 22 novembre, che tuttavia non sarà il primo ministro. «Abbiamo un accordo tra i negoziatori – ha dichiarato Wilders -, ma i partiti ne discuteranno ancora, quindi potrebbero esserci aggiustamenti e modifiche”»

Del nuovo esecutivo, già considerato quello più a destra in decenni di storia olandese, faranno parte, oltre al Pvv, tre formazioni: il Partito liberalconservatore Vvd del premier uscente Mark Rutte, ora guidato da Dylan Yesilgözw, il Nuovo contratto sociale (Nsc), neonato movimento centrista fondato da Pieter Omtzigt, e il BBB, il Movimento dei cittadini agricoltori di Caroline van der Plas, assurto agli onori della cronaca mesi prima che la protesta dei trattori dilagasse in mezza Europa.

Loading...

I quattro partiti potranno contare su una solida maggioranza, 88 seggi sui 150 della Camera bassa olandese, ma la tenuta della coalizione sarà tutta da verificare, viste le differenze già emerse durante i negoziati e la diffidenza nei confronti di un partito come il Pvv che, fatta eccezione per un’esperienza di sostegno esterno al primo governo Rutte, è sempre stato tenuto ai margini del potere politico.

Pressoché certa sarà un’ulteriore sterzata a destra rispetto alle politiche dell’ultimo governo Rutte, soprattutto in materia di migranti e richiedenti asilo, anche se ancora non si conoscono i dettagli del programma. Una fonte ha dichiarato all’emittente RTL che i partiti hanno deciso di dimezzare il numero dei lavoratori ammessi in Olanda, anche se non è chiaro come questo si concilierebbe con la libertà di movimento garantita all’interno dell’Unione europea.

Restando al programma, in campagna elettorale Wilders aveva puntato molto su costo della vita e sanità , promettendo aumenti spesa e un abbassamento dell’età pensionabile. Ma i vincoli di bilancio rendono improbabile che gli altri partiti sostengano questi piani.

L’altra fondamentale casella ancora da riempire è quella dei membri del nuovo governo, a cominciare dal primo ministro. A imprimere un’accelerazione alle trattative, fino a quel momento bloccate, è stata a marzo la decisione di Wilders di rinunciare a quel ruolo (oltre ad altre concessioni sul programma), seguita poi dall’impegno anche da parte degli altri leader a stare fuori dal governo, che dovrebbe includere dunque un mix di personalità di nomina politica e di tecnocrati.

Un veterano del Partito laburista che ha guidato una parte dei negoziat, Ronald Plasterk, è stato indicato dai media olandesi come probabile candidato premier, ma mancano conferme ufficiali. «Aspettiamo di sentire chi propone Wilders», ha dichiarato Omtzigt.

Anche il processo di formazione del governo non si annuncia brevissimo.


Riproduzione riservata ©
Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti