I Testa di Boltiere dal gip, il legale: «Pronti a difendersi». Il consigliere Cianci e i voti raccolti all'ombra della 'ndrangheta | Corriere.it

I Testa di Boltiere dal gip, il legale: «Pronti a difendersi». Il consigliere Cianci e i voti raccolti all'ombra della 'ndrangheta

diMaddalena Berbenni

«I calabresi sono molto più uniti di noi»: così Maurizio Testa commentava l'elezione del consigliere ligure Maurizio Cianci. Assieme al gemello Arturo potrà dare la sua versione al gip nell'interrogatorio di garanzia. Quel riferimento all'«amico onorevole» che per gli inquirenti è Alessandro Sorte

Testa dal gip

Arturo e Maurizio Testa, 64 anni

Questa mattina (martedì 14 maggio) i gemelli di Boltiere Arturo e Maurizio Testa, 64enni highlander della politica locale, per lo più nelle sue retrovie, sosterranno l’interrogatorio di garanzia a Genova. E parleranno. I loro avvocati lo hanno anticipato, calcando la mano sull’aggravante mafiosa, che dal loro punto di vista è pura fantasia. Sono sicuri di chiarire, così come ribadito dai rappresentanti di Forza Italia usciti allo scoperto in questi giorni e schierati al fianco dei riesini, ricordati da tutti proprio per quel legame stretto con l’amata terra natìa, la Sicilia. Che invece, nelle carte dell’inchiesta, assume tutt’altra tinta, come se alle elezioni liguri di settembre 2020 la malavita del Sud trapiantata a Genova si fosse spartita i propri «cavalli». Per poi andare a battere cassa. Chi più, chi meno.

«Questo ha tirato fuori tanti soldi (...) e poi i calabresi sono molto più uniti, più uniti di noi», dice Maurizio Testa al telefono con Vincenza Sciacchitano, riferendosi a Domenico Cianci, 66enne consigliere regionale campione di preferenze (4.564) per la lista «Cambiamo con Toti presidente» nella tornata sotto accusa. Quella di Cianci, che è tra gli indagati, è una vicenda inquietante, perché sembra fare emergere il raggio d’azione del defunto Luigi Mamone, calabrese la cui famiglia è ritenuta vicina «alla potente cosca di ‘ndrangheta Raso-Gullace-Albanese di Cittanova», si legge nell’ordinanza del gip Paola Faggioni. I Mamone a Genova sono imprenditori in vari settori, dall’edilizia allo smaltimento dei rifiuti, «nei quali — è sempre il gip — hanno acquisito lucrosi appalti pubblici ottenuti attraverso il ricorso a pratiche corruttive esercitate nei confronti di funzionari e amministratori pubblici».

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I gemelli Testa con Alessandro Sorte, che li avrebbe presentati a Giovanni Toti

Sul fronte bergamasco-siciliano, il lato inquietante è legato invece al fatto che i Testa parlano di Cianci, quasi con una punta di ammirazione, con il presunto referente a Genova del clan riesino dei Cammarata, l’ex sindacalista Venanzio Maurici (all’obbligo di firma, mentre i gemelli sono all’obbligo di dimora) e, appunto, con sua moglie Vincenza Sciacchitano. Il 18 settembre 2020, alla vigilia delle elezioni, Maurizio Testa spiega a Maurici di avere saputo dal suo «amico onorevole», secondo gli inquirenti il deputato e segretario lombardo di Forza Italia Alessandro Sorte, le ottime prospettive di Cianci: «M’ha detto che lo danno forte, questo, lo danno forte. Poi, sai, m’han detto che tanti calabresi... Tante cose... Lo stanno appoiann’ (appoggiando, ndr) di brutto». Il fratello Arturo ripete lo stesso concetto a Maurizio tre giorni dopo: «Una settimana fa Sorte mi disse: “Quello sta viaggiando bene a Chiavari, prenderà più preferenze”. I calabresi sono forti».
«Se vogliamo lavori qua a Genova bisogna parlare con Cianci, perché qua a volte fanno lavori a trattativa privata», spiega Mamone al nipote omonimo, a bordo della sua Porsche il 20 febbraio 2021. Il gip, nel capitolo dedicato a Cianci, cita questa frase intercettata e altre conversazioni «particolarmente significative» di inizio marzo 2021, quando due imprenditori siciliani vanno dai Mamone a lamentarsi proprio del consigliere neoeletto, «calabrese fasullo», a cui sostengono di avere dato il voto senza avere ottenuto commesse in cambio. Come se ci fosse stato un patto tradito.

A parte il fatto che Luigi Mamone lo chiama «amico», vantandosi di ricevere da Cianci ciò che vuole, pare di assistere, in scala ridotta per il tipo di contropartite, la stessa situazione in cui nel medesimo periodo finiscono per trovarsi i Testa, assediati dai conterranei perché dal portavoce di Toti, Matteo Cozzani (lui ai domiciliari), non arrivano i posti di lavoro promessi. Nemmeno per il futuro genero di Maurici, che ne aveva accennato proprio a Mamone senior il dicembre precedente, durante un paio di visite nei suoi uffici insieme al cugino Franco Maurici, pregiudicato per reati come usura e omicidio: «No, questi qua non sono geometri, sono recupero crediti... Quelli che... Sono mafiosi... Ecco... Mafiosi, gente del cazzo», chiarisce Mamone a un suo dipendente dopo il primo incontro. A suo dire, i Maurici erano stati mandati a perorare la causa di tale geometra Barbiero Massimiliano. Con quali metodi non è specificato.

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14 maggio 2024 ( modifica il 14 maggio 2024 | 07:44)