L’Ue che sdogana l’ultradestra: è quasi fatta per il nuovo governo con Wilders in Olanda - HuffPost Italia

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L’Ue che sdogana l’ultradestra: è quasi fatta per il nuovo governo con Wilders in Olanda

Due mesi fa, diverse fonti di Renew Europe a Bruxelles ci avevano anticipato che “a maggio” i liberali olandesi avrebbero dato il via libera ad un’alleanza di governo con il nazionalista più vituperato d’Europa, Geert Wilders, stella del sovranismo del continente, islamofobo e scatenato contro i migranti eppure arrivato primo alle elezioni di novembre. Ebbene, ci siamo. 

Quello in corso è il weekend decisivo delle trattative tra i quattro partiti che da sei mesi stanno cercando di partorire il nuovo esecutivo in Olanda: i liberali del Partito per la libertà, il Movimento degli agricoltori e dei cittadini, i centristi del Nuovo contratto sociale e il Vvd di Wilders, che a marzo ha fatto il passo indietro annunciando di rinunciare al ruolo di primo ministro per favorire i negoziati con il resto della coalizione. Pende la scadenza del 15 maggio, entro la quale deve essere trovato un accordo altrimenti il paese torna al voto. Ma siccome gli interlocutori di Wilders hanno il terrore che nuove elezioni porterebbero il leader di ultradestra a vincere con la maggioranza dei voti per poter governare da solo, l’intesa, ci dicono fonti olandesi, è ormai dietro l’angolo. Questo governo si farà e c’è da scommettere che farà breccia in Europa, aggiungendo un importante tassello allo sdoganamento dell’ultradestra xenofoba nei posti di comando istituzionali dell’Unione.

Oggi Wilders ha contattato il possibile premier designato. Il leader del Vvd non ha detto di chi si tratta. Ma da settimane si sono intensificate le voci secondo cui il ruolo di presidente del consiglio del nuovo governo potrebbe toccare a Henk Kamp, 72 anni, età matura da tranquillizzare tutti i partner di governo, eppure esponente dello stesso partito di Wilders. Ma Kamp ha dalla sua parte anche l’esperienza da ministro della Difesa in diversi governi guidati dal liberale ed ex premier Mark Rutte, ora in pole position per diventare segretario generale della Nato. E inoltre Kamp ha anche criticato l’estremismo di Wilders. Lo ha fatto mentre le trattative sul nuovo esecutivo erano in corso, subito dopo l’annuncio del passo indietro da parte del capo. “È anche colpa sua se non ha potuto fare il premier”, ha detto Kamp sul segretario del suo partito il 21 marzo scorso. “Negli ultimi anni si è posizionato in modo tale da non guadagnarsi un sostegno tale per diventare primo ministro”. 

Parole che sono sembrate perle di saggezza in un paese ormai governato dalla retorica di ultradestra. Il che ha evidentemente aumentato la chance di Kamp nella corsa per la premiership. Ma gira anche il nome di Edith Schippers, attuale presidente del gruppo di Vvd al Senato, che dalla sua ha anche il fatto di essere donna in una fase in cui il genere conta in politica. Si vedrà. Ma ormai manca poco all’annuncio ufficiale. Unico partito escluso dalla coalizione di governo è il partito laburista guidato dall’ex commissario europeo Frans Timmermans. 

L’operazione dei contraenti si basa sulla convinzione di poter condizionare Wilders e i suoi in un accordo di governo, arginandone le derive più estremiste. Ma solo ieri il leader del Vvd ha tenuto un discorso decisamente in linea con i suoi trascorsi più islamofobi, con i toni che aveva messo da parte nella campagna elettorale prima del voto di novembre. Ieri Wilders è tornato all’attacco delle comunità islamiche, sostenendo che “vanno chiuse tutte le moschee, anche quelle finanziate dall’estero, dal ministero degli affari religiosi della Turchia”. Cosa che ha portato in piazza le comunità islamiche che vivono in Olanda. E poi contro l’Europa e uno dei suoi perni fondamentali eppure sempre più in discussione: Schengen. “Dobbiamo ritirarci da Schengen e introdurre i nostri confini”.

Eppure tutto questo non ferma i liberali e gli altri due partiti dall’intenzione di fare patti con Wilders. Dopo la nascita del governo Meloni in Italia, con l’abdicazione di Forza Italia verso una premier di radice post-fascista, il nuovo esecutivo con il Vvd in Olanda sarebbe il secondo caso europeo di sdoganamento totale di una forza di ultradestra nelle istituzioni di uno Stato membro. Solo cinque anni fa, quando chiudeva la campagna elettorale per le europee con Matteo Salvini, Wilders non riuscì nemmeno a conquistare un seggio al Parlamento europeo alle europee del 2019. A novembre l’exploit con le elezioni in patria e ora l’ingresso imminente nella terra promessa del governo, sebbene non da premier. Piccoli nazionalisti crescono, se gli altri partiti non fanno muro.

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