Israeliani incendiano veicoli palestinesi in Cisgiordiania - Avanti
lunedì, 3 Giugno, 2024

Israeliani incendiano veicoli palestinesi in Cisgiordiania

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Alcuni israeliani con spietatezza hanno assaltato camion palestinesi, pensando che trasportassero aiuti a Gaza, per poi dare alle fiamme auto di palestinesi nella cittadina di Yatma, nei pressi di Nablus.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan a Gerusalemme. Hanno discusso della continuazione della guerra a Gaza, con particolare attenzione a Rafah, degli aiuti umanitari agli abitanti della Striscia di Gaza, dei negoziati per il ritorno degli ostaggi e di quanto si sta facendo nel settore settentrionale.

Durante l’incontro è stato discusso in dettaglio la continuazione della guerra a Gaza, con particolare attenzione all’attività a Rafah, nonché all’aumento dello sforzo umanitario nella Striscia di Gaza.

“Chiedo una tregua immediata e la liberazione degli ostaggi a Gaza”: lo ha detto Joe Biden nel suo discorso alla cerimonia di laurea al Morehouse College di Atlanta, ricordando la “crisi umanitaria” in corso nella Striscia di Gaza in seguito agli attacchi israeliani.

La Giordania pretende un’indagine internazionale su quelli che, a suo giudizio, sono stati molti crimini di guerra commessi durante la campagna militare di Israele contro Hamas a Gaza. Lo ha detto il ministro degli Esteri di Amman, Ayman Safadi. In una conferenza stampa con il capo dell’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi Unrwa, Safadi ha dichiarato che i responsabili dei crimini documentati dovrebbero essere consegnati alla giustizia. Israele nega strenuamente che le sue truppe abbiano commesso crimini di guerra.

L’Iran ha confermato le notizie secondo cui starebbe proseguendo i negoziati indiretti con gli Stati Uniti in Oman, nonostante le tensioni tra i due Paesi, che non hanno relazioni diplomatiche.

L’Irna non ha fornito dettagli sulla data e sul contenuto degli incontri, affermando che “non sono stati i primi” e “non saranno gli ultimi”. Almeno 31 persone sono rimaste uccise, e 20 ferite, nel raid condotto da Israele la notte scorsa contro il campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Le vittime facevano parte tutte di una stessa famiglia e si trovavano nell’edificio colpito dal bombardamento avvenuto nel cuore della notte. Lo rendo noto le squadre di soccorso che stanno scavando tra le macerie. Era difficile capire dove ti trovavi, era tutto distrutto. Ovunque rovine, strade di fortuna. Era difficile riconoscere luoghi che ti erano famigliari. La stessa cosa mi è successa ad Aleppo, in Siria, nel 2014. Gaza è paralizzata: questa la testimonianza del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, di rientro dalla sua visita nella Striscia.

Sono 402 i tir di aiuti umanitari entrati ieri a Gaza. Lo ha dichiarato il Cogat, il corpo dell’esercito israeliano che gestisce i movimenti tra Gaza e Israele. La cifra è simile al numero giornaliero che si è registrato per quasi un mese. Così il presidente Usa, Joe Biden, dopo l’annuncio del procuratore capo della Cpi di emettere mandati di arresto per presunti crimini di guerra contro il premier e il ministro della difesa di Israele. Le forze armate israeliane ritengono che i combattimenti a Gaza dureranno almeno altri sei mesi, in modo da impedire completamente il ritorno al potere di Hamas nella Striscia. “E’ uno scandalo. Questo non fermerà nè me nè noi”. Così il premier Benyamin Netanyahu, citato dai media, ha definito ad una riunione del Likud la mossa del Procuratore della Cpi contro di lui e il ministro della difesa Yoav Gallant.

La posizione del pubblico ministero all’Aja sarà un crimine storico che non scomparirà. Lo ha detto il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz sulla decisione del procuratore della Cpi Karim Khan di chiedere mandati di arresto per il premier Benyamin Netanyahu e il ministro della difesa Yoav Gallant, equiparati nella mossa ai leader di Hamas.

Khan ha chiarito che le accuse a carico dei leader di Hamas riguardano “sterminio, omicidio, presa di ostaggi, stupro e violenza sessuale durante la detenzione”, mentre quelle a carico di Netanyahu e Gallant consistono nell’aver “causato lo sterminio, la fame come metodo di guerra includono la negazione degli aiuti umanitari e nell’aver colpito fermamente, deliberatamente i civili nel corso del conflitto.
Primo Ministro Netanyahu, è possibile parlare oggi del “ bene comune” come principio ispirativo dell’agire politico?

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