Memorie (vere) di una geisha | Valentina Calzia

Memorie (vere) di una geisha

Memorie di una geisha film Netflix

La figura della geisha è da sempre avvolta da un velo di mistero e fascino che genera profonda curiosità e, spesso, numerosi fraintendimenti. Queste artiste tradizionali giapponesi, celebri per le loro abilità in danza, musica e conversazione raffinata, rappresentano un simbolo che ha resistito al tempo, evolvendosi ma mantenendo intatte le radici storiche e il rigore artistico.

In questo articolo analizzeremo il celebre film Memorie di una Geisha, che ha giocato un ruolo significativo nell’influenzare e in qualche modo distorcere la percezione di queste enigmatiche artiste. Esploreremo le controversie scaturite dal libro di Arthur Golden che ha ispirato il film, concentrando particolare attenzione su Mineko Iwasaki, la vera geisha la cui vita ha ispirato e al contempo è stata travisata dalla narrazione occidentale.

Immaginiamo di percorrere le pittoresche strade di Kyoto degli anni ’30, dove i colori vivaci dei kimono si intrecciano con i suoni delicati della musica tradizionale. Qui inizia la nostra storia, nel cuore del distretto di Gion, noto per le sue geishe, donne di grande abilità artistica e profonda cultura.

La protagonista del film Memoria di una Geisha è Chiyo, una giovane di umili origini, che viene venduta dal padre a una casa di geishe, dove il suo mondo cambia radicalmente. La dimora è abitata da altre geishe, tra cui Hatsumomo, che intuisce immediatamente il potenziale della giovane Chiyo ma non può tollerare rivali, e tenta in ogni modo di distruggerla.

Memorie di una geisha film Netflix trama recensione

Un incontro casuale con un uomo gentile cambia per sempre il corso della sua vita. L’uomo, un Direttore generale dai modi eleganti ed educati, le regala un dolce e qualche moneta, accendendo in Chiyo la speranza di un futuro migliore. Questo semplice gesto spinge Chiyo a perseverare nella sua formazione artistica con la guida di Mameha, una geisha esperta e rispettata, che la prende sotto la sua ala.

Dopo un intenso addestramento, Chiyo finalmente diventa una «maiko», ossia un’apprendista geisha. Viene rinominata Sayuri, e ben presto si fa conoscere per la sua eleganza e abilità nell’arte della danza, nella conversazione e nella cerimonia del thé. Durante il rituale del mizuage, un momento che segna la transizione da apprendista a maestra delle arti tradizionali, viene riconosciuta come «figlia prediletta», nonché come futura amministratrice della casa delle geishe, scavalcando le altre. Questo fatto scatena in Hatsumomo una invidia e una ostilità che definirà il futuro di entrambe.

Dopo una serie di eventi drammatici, Sayuri si impone come la geisha più illustre di Kyoto, ma la sua fortuna dura poco. La Seconda Guerra Mondiale irrompe sulla scena, e sconvolge il Giappone. Sayuri è costretta a lasciare Kyoto, dietro consiglio del Direttore Generale, che è sempre stato presente nei suoi pensieri. Al termine del conflitto, Sayuri ritorna a Kyoto. La città e le sue tradizioni sono mutate, ma lei ritrova il suo spazio in un mondo che si sta reinventando. Guidata sempre dal ricordo del Direttore Generale, con cui ha condiviso momenti decisivi, la donna guarda al futuro con una nuova speranza. E’ pronta a seguire un cammino che le promette non solo la sopravvivenza delle sue arti ma anche la realizzazione personale.

Geisha Giappone Film Libro

Questa a grandi linee la trama del film Memorie di una geisha, basato sull’omonimo romanzo di Arthur Golden del 1997. Il libro si fonda in gran parte sull’intervista che l’autore ha condotto nel ’92 con Mineko Iwasaki, una delle geishe più famose del Giappone. Ora, prima di vedere quelle che sono le controversie legate al romanzo di Golden e all’intervista condotta con la vera geisha, soffermiamoci ancora un istante sul film. A dispetto del grande successo ottenuto globalmente, infatti, non è stato esente da critiche.

Le polemiche legate al film Memorie di una Geisha

La prima polemica è legata alla scelta del cast. Nonostante il contesto giapponese e la specificità culturale del mondo delle geishe, il film ha visto la partecipazione di attrici di origine cinese nei ruoli principali. Zhang Ziyi nel ruolo di Sayuri (la protagonista), Gong Li come Hatsumomo, e Michelle Yeoh nel ruolo di Mameha.

Questa decisione ha sollevato questioni di autenticità e rappresentazione culturale, alimentando un dibattito su quello che oggi definiremmo white-washing. Con questo termine ci si riferisce alla pratica consueta nel cinema di far interpretare personaggi etnicamente diversi, soprattutto quelli non bianchi, da attori bianchi. In questo specifico contesto sarebbe più corretto parlare di “casting culturalmente inappropriato”. Il concetto di base rimane lo stesso. C’è una mancanza di rappresentazione autentica che porta a distorsioni culturali e potenziali malintesi. Nel caso di Memorie di una Geisha, la scelta di attrici cinesi per interpretare personaggi giapponesi ha sollevato preoccupazioni riguardo alla fedeltà e al rispetto della cultura rappresentata.

Geisha verità miti controversie

Un’altra controversia è legata alla rappresentazione inesatta che la pellicola dà delle geishe. Il film, infatti, porta avanti alcuni stereotipi occidentali piuttosto che presentare una visione accurata e rispettosa della professione e della tradizione giapponese.

Faccio un esempio per tutti: la cerimonia rituale del mizuage. Nel film è stata rappresentata come un’asta in cui viene venduta la verginità della geisha. Tale concetto riflette più da vicino le pratiche delle oiran, ossia le cortigiane dell’epoca, che effettivamente in Giappone erano coinvolte nell’industria del sesso. Lo stesso termine, applicato alle geishe, assume però un significato diverso. Esso simboleggia il passaggio da maiko (apprendista geisha) a geiko (geisha a pieno titolo). Rifletteva un cambiamento di acconciatura e di abbigliamento per segnare l’ingresso nell’età adulta. Non implicava la vendita della verginità o atti sessuali.

Le geishe erano considerate artiste e intrattenitrici, non prostitute. Nel film, è chiaro che il rituale del mizuage delle geishe viene presentato in tutto e per tutto simile a quello delle oiran, ossia delle cortigiane. Ovviamente, perché si è ritenuto che questa immagine fosse più “vendibile” al pubblico occidentale.

Quando il romanzo Memorie di una Geisha uscì nel 1997, scatenò un notevole scandalo. L’autore, Arthur Golden, aveva intervistato la geisha Mineko Iwasaki cinque anni prima, promettendole non solo l’anonimato ma anche un ritratto fedele della cultura e del lavoro delle geishe. Tuttavia, entrambe queste promesse furono infrante. Nel romanzo, Golden non solo rappresentò inaccuratamente e talvolta in modo offensivo il ruolo delle geishe, alludendo erroneamente a servizi sessuali come parte delle loro funzioni, ma rivelò anche il nome di Iwasaki nei ringraziamenti, compromettendo la sua privacy e la sua reputazione.

Mineko Iwasaki geisha Giappone
Mineko Iwasaki, la vera geisha

La donna decise di fare causa allo scrittore, causa che si concluse con un accordo stragiudiziale. Non si conoscono i dettagli specifici, ma è probabile che l’accordo abbia incluso una forma di compensazione per Mineko Iwasaki. Questo tipo di risoluzione è comune in casi di violazione della privacy e diffamazione, consentendo alle parti di risolvere la disputa in maniera privata e discreta. L’accordo ha anche permesso a entrambi di evitare l’ulteriore pubblicità negativa e il prolungamento di un litigio legale.

Storia Proibita di una Geisha, la biografia di Mineko Iwasaki

La vicenda però non si è chiusa qui. Proprio per controbattere a tutte le inesattezze che Golden aveva divulgato nel suo romanzo, Mineko Iwasaki nel 2002 diede alle stampe la sua biografia, intitolata Geisha, a Life, disponibile anche in italiano presso i tipi della Newton Compton Editori con il titolo Storia Proibita di una Geisha. Il libro nasce con il chiaro intento di fornire una rappresentazione autentica della professione della geisha, basata sul rispetto, l’arte e la dedizione. Che cosa racconta esattamente?

Mineko Iwasaki racconta la sua storia personale, dall’infanzia fino alla sorprendente decisione di ritirarsi dal mondo delle geishe a soli 29 anni. La sua narrazione inizia descrivendo un’infanzia piena di calore e il suo percorso formativo intenso ma privilegiato nel distretto di Gion a Kyoto.

Nata nel 1949, iniziò il suo addestramento come geisha all’età di appena cinque anni. La sua formazione comprendeva discipline quali danza classica, musica, cerimonia del tè e conversazione. Fece il suo debutto come maiko (apprendista geisha) a 15 anni e divenne una geisha a tutti gli effetti, o geiko, a 21 anni. Nel periodo in cui ha esercitato, Mineko si è affermata come una geisha rinomata e di grande valore, che ha intrattenuto celebrità e membri di spicco del panorama internazionale, tra cui la Regina Elisabetta II.

Maggiori info qui.

La decisione di Mineko Iwasaki di parlare apertamente della sua vita e delle sue esperienze come geisha, così come la successiva controversia con lo scrittore Arthur Golden, hanno avuto un impatto significativo sulla percezione pubblica delle geisha.

Mineko Iwasaki ha lavorato instancabilmente per preservare e promuovere la cultura delle geisha, enfatizzando il loro ruolo come artiste e custodi delle tradizioni giapponesi. Il suo si pone come un tentativo di costruire un ponte tra il passato tradizionale e il presente moderno. Con le sue parole e le sue azioni, ha contribuito a mantenere viva una parte importante del patrimonio culturale giapponese, adattandola al contesto del mondo contemporaneo, sottolineando la rilevanza continua e l’evoluzione di questa antica e nobile professione.

Ascolta Podcast

Altri articoli sul Giappone

Segui le mie Rubriche Social

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *